Mafialda

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BEPPE TOSCO

DISEGNI DI

Dovrai scavare con le parole, Scheggia. Lavorare di intelligenza. Molti abitanti del capanno non sopportano più Mafialda e quei suoi ragnetti, ma non vedono via di uscita. Hanno bisogno di una speranza. Il potere della ragna va affrontato da sotto. Di lato. In maniera furtiva e tenace, proprio come fate voi tarli. Non la possiamo affrontare di petto come ha fatto il povero Bombo. Quella ragna va fatta crollare su se stessa come una vecchia tettoia marcia.

UAO

Universale d’Avventure e d’Osservazioni

Beppe Tosco da un’idea di Francesco Tosco e Claire Bruno

Mafialda

disegni di Valerio Chiola

dello stesso autore:

La notte delle spazzature viventi

Fiabe per addormentare i nonni

ISBN 979-12-221-1118-6

Prima edizione ottobre 2025 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

anno 2029 2028 2027 2026 2025 © 2025 Gallucci editore srl - Roma

Pubblicato in accordo con Grandi & Associati, Milano

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Beppe Tosco Mafialda

disegni di Valerio Chiola

Capitolo uno

«Papà, ci racconti la storia?»

«Sempre quella?»

«Certo»

«Ma ve l’ho raccontata mille volte…»

«Nooo! È bellissima, papà! E poi tu ogni volta aggiungi delle cose, così sembra sempre diversa!»

«Va bene, va bene… Forza, ragazzi, venite qui»

«Io sto vicino al mio papi!»

«Anche io. Dai, comincia, papà».

Questa storia comincia e finisce un po’ di tempo fa.

Io mi chiamo Scheggia e sono un tarlo. Sono padre di due figli, felicemente sposato con Lu-

crezia, una meravigliosa tarla, e da sempre abito in un posto splendido.

Il capanno per gli insetti è una terra ricca, ma che non regala niente. Ogni cosa bisogna sudarsela. Comunque, io cerco di spassarmela nel migliore dei modi, imparando il più possibile di ciò che la vita mi può insegnare.

Di lavoro scavo gallerie, soprattutto di notte. Di giorno dormo, ma non sempre. Il sabato e la domenica vado a spasso con la famiglia nei tunnel che ho scavato.

Quando tutto cominciò eravamo io, Bombo, Brazil e Lenta. Eravamo giovani, eravamo amici, e ancora lo siamo, perlomeno quelli di noi che sono rimasti.

Bombo è un bombo, uno di quegli insetti grassottelli e con le ali piccole, che somigliano a delle biglie volanti. Sembrano delle grosse api, ma non pungono e quando volano fanno un rumore di elicottero che si sente a isolati di distanza. Brazil è una libellula brasiliana, appunto, arrivata qui dentro un sacco di sementi. Lenta invece lo dice il nome: è una lumaca.

Questa storia iniziò il giorno in cui morì la lucciola. Anzi, per essere precisi il giorno dopo, all’arrivo di Mafialda nel capanno.

Mimmo la lucciola aveva appena avuto un incidente.

Si trattava di un incidente sul lavoro. Mimmo stava facendo il suo mestiere di lucciola quando, dal sacco pieno di tappi da spumante che gli umani conservavano sul ballatoio del granaio, uno era rotolato fuori precipitando sul pavimento da un’altezza di circa sei metri e aveva schiacciato il poveretto, che in quel momento passava di sotto con la sua lucina accesa.

Il giorno dopo, durante il funerale, arrivò la ragna.

Noi del capanno eravamo in processione e non ci accorgemmo che da un buco del fienile era entrato un ragno, nero e gigantesco. Mafialda.

Il ragno si mise in disparte osservando la sfilata e facendo un cenno di saluto a chiunque gli rivolgesse un’occhiata.

Essendo tutta nera, Mafialda era perfetta per l’occasione: lo sguardo rivolto a terra e due delle otto zampe incrociate sul seno, in segno di rispetto.

Finita la cerimonia, si mescolò agli invitati e dopo aver ascoltato gli insetti raccontare i par-

ticolari della disgrazia, si presentò, chiedendo ospitalità per la notte. Le sarebbe bastato un angoletto, disse, dove tessere una piccola ragnatela su cui coricarsi.

«Puoi metterti lì» le disse la mantide religiosa, indicando al ragno un vecchio cassetto semisepolto sotto alcuni sacchi di concime.

«È un ottimo posto» rispose il ragno.

«Se non ti dà fastidio l’odore…» aggiunse la mantide. Una velata allusione ai sacchetti pieni di letame.

«Andrà benissimo» rispose il ragno, e tirò fuori da qualche tasca nascosta il filo con cui costruirsi una amaca.

«Papà? Ma i ragni producono da soli le loro ragnatele, non le tirano fuori da una tasca»

«Era un modo per colorire la storia, ok?»

Il piccolo tarlo alzò gli occhi al cielo.

Il giorno dopo le esequie del povero Mimmo, Mafialda fece un giro del capanno.

La accompagnavano la mantide religiosa e un paio di pidocchi da cavallo sfaccendati, che

le fecero visitare dapprima il trattore, poi quello che noi del capanno consideriamo il giardino più bello del mondo e infine il fienile, dove viviamo tutti noi insetti da cortile.

Infine, su richiesta di Mafialda, i pidocchi la condussero a vedere il luogo della disgrazia.

Il tappo che aveva schiacciato il povero Mimmo era caduto dal ballatoio, un soppalco grande quasi quanto il fienile e dal soffitto altissimo, raggiungibile da una scala a pioli.

Lassù sul ballatoio si può assistere a uno spettacolo meraviglioso, di cui noi tarli figli della notte non possiamo godere spesso: la luce del sole, infatti, entrando dai lucernari, fa luccicare milioni di granelli di polvere sospesi per aria facendoli brillare come stelle. Basta un filo di vento e i granelli luminosi volteggiano in alto e in basso, a sinistra e a destra come schiere di storni.

«Papà! Una volta ci porti lassù?»

«Certo»

«Sai quante volte ce lo hai promesso?»

«Migliaia, come i granelli di polvere»

«Milioni, papà. Milioni»

«L’hai detto milioni di volte»

«Facciamo che la storia finisce qui?»

«Ok, stiamo zitti».

Dicevo: su nel tramezzo sono conservate le cose che gli umani adoperano poco: una vecchia bicicletta, quattro gomme di ricambio per l’automobile, qualche arnia, un armadio pieno di libri, una slitta di legno, vecchie bottiglie e, appunto, questo grosso sacco pieno di tappi di sughero, che poi che ci faranno con tutti quei tappi lo sanno solo loro.

Bene: Mafialda insieme alla mantide e ai due pidocchi volle salire fino in cima al tramezzo per ispezionare il sacco maledetto.

Dentro ce n’erano centinaia. Purtroppo uno degli angoli del contenitore era rosicchiato e da quel buco, alla minima vibrazione, magari dovuta a un trattore di passaggio, i tappi rotolavano fuori, portando morte e disgrazia.

E anche se un paio di scarabei di buona volontà avevano messo un cartello con la scritta “Attenzione caduta tappi”, di notte nessuno la vedeva o se ne ricordava.

CARBON NEUTRAL

Stampato e fabbricato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Grafica Veneta spa (Trebaseleghe, PD) nel mese di febbraio 2022 con un processo di stampa e rilegatura certificato

100% carbon neutral in accordo con PAS 2060 BSI

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This book is manufactured by Grafica Veneta S.p.A. with a printing and binding process certified 100% carbon neutral based on PAS 2060 BSI

Stampato e fabbricato per conto di Carlo Gallucci editore srl

presso Grafica Veneta spa (Trebaseleghe, PD) nel mese di febbraio 2022 con un processo di stampa e rilegatura certificato

Stampato e fabbricato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Grafica Veneta spa (Trebaseleghe, PD) nel mese di ottobre 2025 con un processo di stampa e rilegatura certificato

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Beppe Tosco è da sempre l’autore di fiducia di Luciana Littizzetto. Ha firmato diversi libri e scrive testi per la televisione (tra gli altri, per gli attori comici Enrico Bertolino, Ale e Franz, Luca e Paolo, Geppi Cucciari, Sabrina Impacciatore). Con Gallucci editore, ha già pubblicato La notte delle spazzature viventi, scritto insieme al figlio Francesco, e Fiabe per addormentare i nonni. Questo libro è illustrato dagli inconfondibili disegni di Valerio Chiola, il talentuoso fumettista romano chiamato tra l’altro da DC Comics a disegnare Scooby-Doo.

Nel fienile in cui vive un’allegra comunità di insetti, tra cui il tarlo Scheggia, un giorno arriva una ragna. Mafialda, così si chiama la nuova venuta, si presenta come loro grande benefattrice, ma ben presto rivela la sua natura di prepotente tiranna e prende il sopravvento, spadroneggiando e vessando tutti gli altri abitanti. Scheggia e i suoi amici, Stecco, Bombo, Lenta e Brazil, si rendono conto che bisogna cacciarla, ma per cercare di sconfiggerla sono costretti a mettere a rischio la loro stessa vita…

La storia di una banda di insetti un po’ strampalata per spiegare ai più piccoli in maniera semplice, divertente e ironica i meccanismi delle mafie. Per comprendere e imparare a combattere ogni forma di prevaricazione e bullismo, a ogni età.

“Incrociando lo sguardo acuminato della ragna, il bruco ebbe un brivido, una coccinella sbatté gli occhi, la cimice si girò da un’altra parte. Poi ognuno se ne andò per i fatti suoi”.

Consigliato dagli 8 ai 99 anni

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