Le più importanti aziende sementiere globali continuano a investire in Italia grazie alla sua ricchezza in fatto di territori, climi, vocazioni. Ne è un esempio il Centro Ricerche di Bayer a Latina appena rinnovato con serre hi-tech
N.53 l NOVEMBRE 2025 l TRIMESTRALE
Editoriale
| Eugenio Felice
L’obesità ora è una malattia
Potremmo discutere all’infinito se l’obesità possa essere considerata una malattia piuttosto che un vizio. Certo è che l’obesità è un serio fattore di rischio per numerose patologie, a partire dalle prime tre cause di morte: cancro, infarto e ictus. Non si può quindi che vedere con favore il Ddl n. 1483 con cui il Senato, lo scorso 1 ottobre, ha introdotto disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità, toccando direttamente circa 6 milioni di italiani. In tal modo l’Italia è diventata il primo Paese al mondo a riconoscere l’obesità come una malattia “progressiva e recidivante”. La legge non inserisce per ora l’obesità nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ma richiama l’erogazione delle prestazioni già comprese nei Lea ai soggetti affetti. Viene inoltre istituito un Osservatorio presso il ministero della Salute e avviato un Programma nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità, che mira a promuovere iniziative lungo tutto l’arco della vita, dall’allattamento al seno all’educazione alimentare nelle scuole - su cui anche noi, nel
nostro piccolo, ci siamo battuti più volte, fino alla promozione dell’attività fisica Centrale anche la formazione: i fondi stanziati serviranno per aggiornare medici di medicina generale, pediatri, studenti universitari e personale del Servizio Sanitario Nazionale, affinché siano in grado di affrontare in maniera più completa la patologia
Le risorse previste? Per ora sono, purtroppo, una miseria: ammontano a 700 mila euro per il 2025, 800 mila per il 2026 e 1,2 milioni annui a regime dal 2027, con uno stan-
ziamento stabile di 400 mila euro l’anno per la formazione. Non si capisce bene che azioni si possano svolgere a livello nazionale con così poco budget, ma diciamo che è un inizio. L’Osservatorio per lo studio dell’obesità, istituito presso il ministero della Salute, avrà il compito di monitorare i dati, promuovere campagne informative e diffondere buone pratiche sugli stili di vita.
Il promotore della legge, Roberto Pella di Forza Italia, ha sottolineato come l’Italia possa assumere un ruolo di guida a livello europeo La legge rappresenta anche un ’occasione per combattere lo stigma che colpisce chi soffre di obesità, spesso oggetto di discriminazioni e bullismo, e per promuovere un approccio più maturo e rispettoso verso una delle principali sfide di salute globale
Il sindacato Coldiretti ha accolto positivamente il provvedimento, ma da accompagnare con misure concrete contro i cibi ultra-processati, soprattutto per bambini e ragazzi
L’organizzazione agricola richiama la necessità di una strategia nazionale condivisa tra istituzioni, scuole e famiglie, con particolare attenzione al rilancio delle mense scolastiche basate su prodotti a km zero, stagionali e di filiera corta Come reagiranno a questo punto le multinazionali del junk food come Ferrero?
controeditoriale
| Eugenio Felice
Giuliacci: “L’acqua risorsa sempre più preziosa”
Il primo Simposio del Melone Mantovano IGP si è svolto nel pomeriggio di mercoledì 23 luglio presso la suggestiva cornice del Palazzo Ducale di Mantova. Tra le pareti riccamente affrescate e il soffitto a cassettoni di legno finemente intarsiato della Sala di Manto, una platea numerosa ha ascoltato le quattro relazioni portanti che hanno fatto un quadro sulla situazione attuale e le prospettive future del melone in Italia ed Europa. Tra queste c’è stata quella di Andrea Giuliacci, noto m t logo e divulgatore scientifico, sul ca biamento climatico e gli effetti de riscaldamento globale sul modo di fare agricoltura. “Con che scenari dovremo fare i conti?”, ha chiesto al pubblico.
“Il global warming - ha esordito Giuliacci - è una certezza scientifica: dal 1880 le temperature medie sono rapidamente cresciute, con un aumento né costante né uniforme La cattiva notizia è che proprio gli ultimi 10 an sono stati i più caldi dell’era mod non ha mai fatto così caldo come negli ultimi 3 anni. Questo ha comportato la riduzione dei ghiacciai, del 30% negli ultimi 50 anni, un fatto estremamente preoccupante perché si stanno riducendo le riserve d’acqua per l’estate, anche perché in estate piove e pioverà sempre meno, con lunghi periodi siccitosi che si alterneranno a piogge torrenziali ed eventi estremi, che saranno sempre più frequenti”
E a confermare le parole di Giuliacci la stessa sera del 23 luglio, attorno alle 20, poco più a nord, a Verona, si è abbattuta una bomba d’acqua che non era nemmeno prevista, con vie e scantinati allagati, grandinate diffuse con
chicchi grandi come albicocche e tanti interventi dei vigili del fuoco fino a notte fonda Una curiosità sull’acqua “Negli ultimi 150 anni - ha sottolineato Giuliacci - la quantità di pioggia è stata circa la stessa, però, nello stesso periodo, il numero di giorni di pioggia è notevolmente diminuito. Il fenomeno delle piogge si sta in sostanza estremizzando e con questo dovremo convivere anche nei prossimi anni, non basterà inquinare meno per cambiare il trend”. Cosa dobbiamo attenderci quindi in futuro? Farà ancora più caldo, indipendentemente da quanto inquineremo, perché l’inquinamento che abbiamo già prodotto continua a lavorare (e quindi, su questo aspetto, Trump non h t tti i torti ) Si prevede che l’Italia pererà la soglia di 1,5°C di aumento della temperatura media rispetto ai livelli preindustriali già tra il 2035 e il 2040, e quella di 2°C tra il 2055 e il 2060. “Poi con minori piogge in estate, il progressivo ritirarsi dei ghiacciai e la maggiore evaporazione dovuta a temperature più alteha messo in guardia Giuliacciavremo un problema di disponibilità di acqua. Ma attenzione in Itane abbiamo tantissima, ma adesso ssiamo più permetterci di sprecarla, soprattutto in alcune regioni del Sud”. Il futuro, insomma, non promette miglioramenti: l’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni porteranno a un ’ulteriore contrazione delle risorse idriche. Come evidenziato da un documento elaborato dal Gruppo degli Enti meteo nazionali, la riduzione potrebbe essere del 10% nel 2030, anche con un approccio di mitigazione Senza interventi strutturali, il calo può raggiungere il 40% entro il 2100, con picchi del 90% nel Sud Italia.
EDITORIALE
L’OBESITÀ ORA È UNA MALATTIA
CONTROEDITORIALE
GIULIACCI: “L’ACQUA RISORSA
SEMPRE PIÙ PREZIOSA”
IMMAGINI
BUONE NOTIZIE
ITALIANI SEMPRE PIÙ “VEGETALIANI”
3 MILIONI I VEGETARIANI E VEGANI
MARKETING
IL SERVIZIO CHE CONVIENE, A CONSUMATORE E RETAILER
LOGISTICA
LA CINA APRE LA “ROTTA ARTICA” PER L’EUROPA, SALTANDO SUEZ ESTERI
UK: VERSO LA CHIUSURA DI TUTTI
GLI AMAZON FRESH SENZA CASSE AZIENDE
SPREAFICO, A FIANO ROMANO IL POLO PER CRESCERE AL CENTROSUD FIERE
MACFRUT, FINISCE L’ERA PIRACCINI
ALLA GUIDA FORNARI E BORGIO
PERCORSI BIO
MELE BIO, CON OLTRE 50 000 TONS
VIP SEMPRE PIÙ LEADER EUROPEO GREEN
ALL CITRUS ACCELERA SU AGRUMI MADE IN ITALY E SOSTENIBILITÀ
ECCELLENZE
LIFE, SI ALLARGA LA FILIERA DELLA FRUTTA A GUSCIO DEL PIEMONTE MERCATI
OPERA LA PERA, IL CONCORSO DIVENTA UNA LEVA PER LA GDO
LOCALISMI
CHIQUITA AVVIA LA PRODUZIONE
DI BANANE BIOLOGICHE IN SICILIA IL LIBRO
IL DIGIUNO È FONDAMENTALE PER DIMAGRIRE IN SALUTE NEURONEWS
TRE SECONDI PER DECIDERE: LA PRIMA IMPRESSIONE È DECISIVA INNOVAZIONE
CON MISSALAD LE VERDURE PRONTE DA CUOCERE SI FANNO HIGH PROTEIN INSIDER
GRUVENTA ITALIA IN LIQUIDAZIONE ERA TRA I BIG DI VERONAMERCATO FRUTTA SECCA
CRESCITA E VISIONE: NEW FACTOR RAFFORZA LA FILIERA DELLA NOCE
MENS SANA
I POMODORI: SALUTARI, VERSATILI IN CUCINA E PER TUTTI I GUSTI
PANORAMA
C O NTE N UTI
59 / HALAESA, IN SICILIA L’AVOCADO BIO CHE FARÀ PARLARE DI SÉ
72 / PLANET FARMS: IN 12 MESI TRIPLICA LA QUOTA A VALORE IN ITALIA
82 / LA LINEA VERDE: IL SOGNO AMERICANO DIVENTA REALTÀ
66 / ORSERO EMERGE TRA GLI SPECIALISTI DEI PICCOLI FRUTTI
78 / BAYER, A LATINA LE SERRE HIGH TECH PER LE ORTICOLE DI DOMANI
88 / BRIO: VISIONE, FILIERA E MARCA AL SERVIZIO DEL BIOLOGICO
Direttore responsabile
Eugenio Felice
Hanno collaborato: Carlotta Benini, Salvo Garipoli, Irene Forte, Alice Gelmetti, Massimiliano Lollis, Matteo Sambugaro, Matteo Sgaravato, Giancarlo Sbressa, Giovanni Turrino
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Esselunga a Forlì
Forlì, 1 ottobre 2025
Dopo Ravenna, apre anche Forlì: bis in Romagna per Esselunga. Al taglio del nastro presente anche la proprietà, tutta al femminile, nelle persone di Giuliana Albera e Marina Caprotti Il negozio, che si estende su una superficie di vendita di 1 500 mq per un assortimento di oltre 10 mila referenze, occupa 81 persone. i m m a g i n i
m m a g i n i
Primati
Val di Non (Tn), 28 agosto 2025
In Trentino al via la prima funivia per le mele al mondo Dal cuore delle Dolomiti al futuro della frutticoltura: l’impianto di Melinda unisce innovazione, sostenibilità e orgoglio made in Italy. Lungo 1,3 km, eviterà oltre 5.000 viaggi in camion Seppi (presidente): “Esempio virtuoso di risorse PNRR ben investite” i
“Obra maestra”
Madrid, 1 ottobre 2025
Cuna de Platero, tra le aziende spagnole leader in fragole e piccoli frutti, ha incantato i visitatori di Fruit Attraction con uno stand tutto incentrato sulla nuova campagna “La nostra frutta, un capolavoro”, con famose opere d’arte rivisitate dall’AI Lo stand ha vinto il premio come “mejor stand aclamado por el público”. i m m a g i n i
buone notizie |
Giancarlo Sbressa
Italiani sempre più “vegetaliani”
3
milioni i
vegetariani
I carrelli degli italiani sono sempre più verdi per la continua crescita dell’acquisto di prodotti plant-based, che nel 2024 ha coinvolto più di 15 milioni di famiglie, raggiungendo una penetrazione del 59,3%. Questi i dati raccolti da YouGov Shopper, leader nelle ricerche sul largo consumo, che ha rilevato come gli acquisti di alimenti plant-based confermino la solidità di una tendenza che non accenn a ad arrestarsi
Tutti gli indicatori monitorati durante il 2024 confermano i l c o n s o l i d a m e n t o del settore: la penetrazione assoluta accelera la sua crescita (+2,2 punti percentuali), mentre la frequenza di acquisto segna un signific a t i v o + 9 , 6 % c h e influenza l’acquisto medio (+1,8%) L’unico dato in controt e n d e n z a è q u e l l o relativo all’acquisto m e d i o p e r a t t o (7,1%), con un calo che conferma anche in q uesto settore le nuove abitudini delle famiglie italiane che fanno la spesa sempre più spesso ma in quantità sempre più ridotte. Qual è il profilo sociodemografico delle famiglie che scelgono prodotti plant-based? Analizzando ad esempio la gastronomia vegetale (fresca o surgelata), i dati evidenziano una prevalenza di acquirenti nel Nord Italia, appartenenti a classi socioeconomiche
e vegani
medio-alte, di età superiore ai 45 anni e senza figli
Oltre il 60% delle famiglie che scelgono il plantbased è infatti composto da nuclei monocomponente o con massimo due componenti.
Tra i fattori che spiegano la continua crescita dell’acquisto di prodotti plant-based emerge in modo particolare il progressivo affermarsi della dieta vegetariana e di quella vegana in Italia Sono complessivamente quasi 3 milioni, infatti, coloro che si dichiarano vegetariani (3,7% della popolazione, pari a 2,1 milioni di persone) o vegani (1,5% del totale, 855 mila persone).
Quali sono le motivazioni che spingono a scegliere questi regimi dietetici? Per la maggioranza di coloro che li adottano - in prevalenza donne (55%) e residenti nel settentrione (52%) - lo stimolo che porta a seguire queste diete è la vol o n t à d i a v e r e u n c e r t o s t i l e d i v i t a ( 3 2 % ) . P a r t i c o l a rmente rilevante risulta essere anche la salute personale che motiva il 31% degli acquirenti a scegliere prodotti vegani e vegetariani. L’etica si intreccia dunque alla cura personale, delineando un ’attenzione al benessere c o l l e t t i v o e i n d i v iduale, che guida le scelte alimentari di questi consumatori
“Il perseguimento di uno stile di vita sano e responsabile sta spingendo sempre più famiglie a modificare le proprie abitudini alimentari, incrementando il consumo di prodotti plant-based. Tale tendenza è in costante crescita e segna un ’espansione che coinvolge un numero sempre maggiore di italiani”, ha commentato Paola Corbellini di YouGov
marketing | Salvo Garipoli*
I l s e r v i z i o c h e c o n v i e n e ,
a c o n s u m a t o r e e r e t a i l e r
Il mercato che evolve ci spinge a ragionare in maniera puntuale su quali leve attivare per intercettare bisogni nuovi, dettati da stili di vita che fanno del tempo una variabile-guida nel processo di acquisto e consumo. Per questo i retailer si stanno facendo interpreti del contesto in atto predisponendo architetture assortimentali, format e soluzioni di vendita sempre più votate all’ingaggio e alla qualificazione dell’offerta
Siamo di fronte a un mercato che vede nella ricerca del ben-essere quotidiano un driver strutturale che ritrova nei dettami della dieta mediterranea il regime alimentare più in grado di interpretarne il valore. è infatti pari al 60% la quota di italiani che indicano l’alimentazione più sana e bilanciata quale principale accorgimento per la “ cura di sé” (fonte: rapporto Coop)
In tale contesto l’ortofrutta assume un ruolo di primaria rilevanza nel paniere d’acquisto: è pari al +5,6% l’incremento delle vendite di ortofrutta a prezzi costanti nel corso del primo semestre del 2025. In più, se è vero che tre italiani su dieci identificano il 2025 come l’anno del risparmio, è altrettanto confermato che esistono categorie votate al valore del servizio - penso alla prima gamma evoluta, alla quarta e alla quinta gamma di frutta e verdura - che continuano a registrare performance più che positive.
leggasi conv e nie nce , traducasi “fare scelte che convengono ” una caratteristica essenziale del nostro tempo Non è un caso che il retailer facendosi interprete del contesto in atto, predisponga architetture assortimentali, format e soluzioni di vendita sempre più votate all’ingaggio e alla qualificazione delle prestazioni offerte.
Tra quelle attivate, sul fronte del servizio a valore aggiunto, vi segnalo il caso di Eurospar in Sicilia che lancia all’interno del proprio reparto ortofrutta il concept dell’“Orteria”: un ’ area servita dedicata alla quarta gamma di frutta e di verdura posizionata all’ingresso del punto vendita Caratterizzata da una ampia varietà di prodotto, con oltre 25 referenze, oltre a mettere al centro la categoria ortofrutticola nella sua versione a valore aggiunto, riesce a farsi promotrice di due caratteristiche che guidano l’accesso al consumo consapevole: la libertà di scelta e il controllo della spesa Sul bancone spicca un cartello
Rileva in tal senso la dinamica degli acquisti di ortofrutta a “ peso fisso” che, fonte Cso, consolida una quota nel carrello pari al 41% Siamo dunque al cospetto di un mercato che fa del “ senso dell’acquisto”,
promozionale che nella logica del peso fisso-prezzo certo, comunicato con un’immagine fresca e contemporanea, ingaggia lo shopper all’insegna dello “scegli e porta via”: quello che non ti aspetti di trovare in uno classico supermercato e che inevitabilmente ti spinge a provare.
logistica |
Massimiliano Lollis
L a C i n a a p r e l a “ r o t t a a r t i c a ”
p e r l ’ E u r o p a , s a l t a n d o S u e z
Il 20 settembre in Cina è stato inaugurato il China-Europe Arctic Express: il primo servizio regolare di trasporto container tra Asia ed Europa attraverso la Northern Sea Route, la cosiddetta rotta marittima artica. Rispetto alla rotta che passa attraverso il Canale di Suez, il nuovo corridoio permetterà di ridurre notevolmente i tempi di percorrenza dagli attuali 35 a soli 18 giorni e dal 2030 sarà aperto tutto l’anno
Collegare l’Asia con l’Europa passando dall’Artico invece che da Suez, riducendo i tempi di percorrenza da 35 a 18 giorni, anche se questo comporta sfidare i ghiacci artici, per quanto meno temibili di un tempo a causa del cambiamento climatico. è questo l’obiettivo dell’iniziativa lanciata lo scorso 20 settembre dall’operatore cinese Haijie Shipping Company e che prende il nome evocativo di China-Europe Arctic Express Non è certo la prima volta che operatori orientali decidono di intraprendere la via dell’Artico per collegare località cinesi e russe all’E ropa: numerosi s infatti gli esperim ti lanciati negli u mi anni - 17 nel so 2024 - che hann p r e v i s t o i t i n e r a point-to-point, ov vero direttamente dal porto di partenza a quello di arrivo, senza tapp e i n t e r m e d i e . L ’ o p e r a z i o n e lanciata da Haij i e S h i p p i n g Company è pe-
rò un servizio di linea strutturato che collegherà il porto di Ningbo-Zhoushan - che gestisce quasi 40 milioni di TEU unità container annue - con uno tra i maggiori porti per trasporto containerizzato del Regno Unito, Felixstowe, con successive partenze per Rotterdam nei Paesi Bassi, Amburgo in Germania e Danzica in Polonia Il tutto bypassando completamente i porti russi
Il servizio - una vera novità nel suo genere, che stando a quanto annunciato dalla compagnia stessa sarebbe già sold-out in quanto a carico container - è partito da Qingdao il 22 settembre e ha previsto una sosta a Shanghai, dopodiché si prevede che saranno necessari circa 18 giorni per raggiungere Felixstowe, circa il 40% di tempo di percorrenza in meno rispetto alla navigazione tradizionale attraverso il Canale di Suez
Il traffico marittimo attraverso l’Artico potrebbe espandersi ulteriormente nel 2026. Da parte sua, la Corea del Sud ha annunciato l’intenzione di entrare nel settore con operazioni pilota, già a partire dalla prossima estate. Tra i vantaggi della durata ridotta c’è il fatto di consentire ai fornitori di consegnare i propri prodotti più rapidamente, riducendo i costi di magazzino e accelerando il volume di fatturato Per velocizzare ulteriormente l’intero viaggio, sarebbero l i l d inazioni portuali europee arico rapidi.
iò, al momento pare escluso che la rotta articaseppure in uno scenario di progressivo scioglimento dei ghiaccipossa diventare in tempi brevi la nuova rotta preferita per il trasporto Asia-Europa, arrivando perfino a minare il primato di Suez. Che la sua rilevanza possa crescere giorno dopo giorno è però na possibilità difficile da norare
esteri
| Massimiliano Lollis
Uk: verso la chiusura tutti gli
A m a z o n Fr e s h s e n z a c a s s e
N e l R e g n o U n i t o p a r e c h i u d e r s i n e l
p e g g i o r e d e i m o d i l ’ e s p e r i e n z a “ s e n z a c a s s e ” f i r m a t a A m a z o n . S t a n d o a l l a stampa inglese, Amazon sarebbe pronta a chiudere tutti i 19 negozi Fresh di Londra - riconvertendone cinque in punti vendita Whole Foods Market - a soli quattro anni dall’apertura del primo store senza casse. Una tecnologia, denominata Just Walk Out, che con il tempo ha mostrato numerosi limiti
Amazon dice addio alla tecnologia cashierless - o senza casse - nei suoi Amazon
F r e s h n e l R e g n o Unito, a soli quattro anni dall’introduzione della tecnologia nel Paese A scriverlo, tra gli altri, è il
G u a r d i a n , s e c o n d o i l q u a l e l ’ i n s e g n a i n t e n d e r e b b e c h i udere tutti i 19 negozi Amazon Fresh nel Paese, con l’intenzione di convertirne cinque in punti vendita Whole Foods Market, insegna acquistata dal colosso statunitense nel 2017 per la cifra record di 13,7 miliardi di dollari.
glio, grazie a un complesso sistema di sensori e telecamere che registrano ogni movimento del cliente Il carrello virtuale dell’utente viene aggiornato in tempo reale in base a quello che l’utente preleva dallo scaffale Solo quando il cliente esce dal negozio con la sua spesa, senza fermarsi nemmeno per un secondo all’uscita, il relativo prezzo viene addebitato sulla carta di credito collegata, in modo automatico, facile e indolore.
Sulla carta, un sistema che non poteva non piacere: al 100% contactless e con l’indubbia utilità di evitare ogni minima attesa alle casse Un’innovazione che, per buone ragioni, all’epoca venne da molti reputata rivoluzionaria per il settore, ma che con il tempo ha invece mostrato diversi limiti, anche in Usa dove la tecnologia venne introdotta per la prima volta nel 2018
Amazon aveva lanciato il suo primo negozio Amazon Fresh nel 2021 a Ealing, nella zona ovest di Londra. Prerogativa del punto vendita era proprio la tecnologia Just Walk Out, che grazie a una app permette di entrare nel punto vendita, servirsi e andarsene con la spesa senza nemmeno mettere mano al portafo-
Amazon già lo scorso anno aveva iniziato a rimuovere la tecnologia Just Walk Out dai supermercati Amazon Fresh negli Stati Uniti. A spingere Amazon a f a r e q u e s t a r e t r omarcia - anche se non nei punti vendita Amazon Go negli Usa, dove la tecnologia è ancora presente - è stata probabilmente la fine della pandemia di Covid-19, che ha ridotto di molto la domanda di acquisti contactless
Non solo Il sistema non è interamente automatizzato, nel senso che richiede comunque delle operazioni di controllo fatte da persone in carne e ossa. In proposito Amazon ha fatto sapere di essere al lavoro per ridurre il numero di “revisioni umane ” necessarie al funzionamento della tecnologia.
aziende
| Giancarlo Sbressa
Spreafico, a Fiano Romano il polo per crescere nel CentroSud
Il 19 settembre Spreafico Francesco & F.lli, leader nel settore ortofrutticolo da 70 anni, ha celebrato l’apertura della nuova piattaforma produttiva e distributiva a Fiano Romano (porte di Roma). Alla cerimonia hanno preso parte istituzioni, partner, clienti e collaboratori, per un traguardo che segna un passaggio fondamentale nel percorso di crescita del gruppo e nel piano di consolidamento nel Centro-Sud Italia
Grazie alla sua posizione strategica, il polo consentirà collegamenti più rapidi ed efficienti, garantendo consegne tempestive, una distribuzione capillare e soluzioni logistiche più flessibili. L’infrastruttura, infatti, è stata progettata per offrire i più alti standard di puntualità, tracciabilità e qualità del servizio, assicurando allo stesso tempo la possibilità di
sviluppare proposte personalizzate in base alle esigenze dei clienti.
Il nuovo polo Spreafico non è solo un centro distributivo, ma anche un hub pensato per la valorizzazione delle filiere Da Fiano Romano saranno gestite in maniera mirata le lavorazioni di prodotti di impor-
tazione come banane e avocado, con la garanzia di standard costanti di freschezza e qualità Parallelamente, la piattaforma supporterà la produzione nazionale, in particolare per piccoli frutti, kiwi e mandarini, contribuendo a valorizzare le eccellenze italiane e a rafforzare il legame con i territori di origine. L’apertura di questa sede testimonia l’approccio distintivo di Spreafico: un modello di gestione integrato delle filiere che coordina l’intero processodalla produzione alla lavorazione, fino alla logistica e alla distribuzione Un metodo che rende l’azienda più competitiva, capace di rispondere con prontezza alle esigenze dei partner e offrire ai consumatori prodotti riconoscibili per freschezza e qualità.
“L’inaugurazione di oggi rappresenta una tappa fondamentale per la nostra azienda - ha dichiarato l’amministratore delegato Raffaele Spreafico - Non presentiamo soltanto una nuova struttura, ma apriamo un nuovo capitolo della nostra storia, fatta di innovazione, responsabilità e nuove sfide che siamo pronti ad affrontare con la passione e la determinazione che da sempre ci contraddistinguono. Negli ultimi anni abbiamo intrapreso un percorso chiaro: rafforzare il nostro posizionamento, investire sul valore del brand e puntare sulla qualità. La scelta di Fiano Romano va esattamente in questa direzione: un polo moderno, pensato per sostenere la crescita, garantire la massima efficienza logistica e servire il mercato nazionale in modo ancora più rapido ed efficace”
fiere
| Irene Forte
Macfrut, finisce l’era Piraccini
Fornari e Borgio alla guida
A p o c h i g i o r n i d a l l a p r e s e n t a z i o n e d i Macfrut 2026, Renzo Piraccini ha rassegnato le dimissioni prendendo atto della volontà della proprietà, in particol a r e i l C o m u n e d i C e s e n a , d i n o n r i nnovargli l’incarico alla scadenza il prossimo maggio. La nuova squadra alla guida della più importante fiera italiana dell’ortofrutta vede Ernesto Fornari alla presidenza e il manager d’esperienza Paolo Borgio: “Sarà un grande Macfrut”
Più grande, più internazionale, più innovativa Così si presenta Macfrut, fiera della filiera internazionale dell’ortofrutta giunta alla 43 esima edizione Forte di un format unico, la prima grande novità riguarda la data, in programma nel mese di aprile, da martedì 21 a giovedì 23, sempre al Rimini Expo Centre. A questo si aggiunge l’ampliamento dell’area espositiva con due padiglioni in più e un nuovo layout con la suddivisione fieristica in tre macroaree: pre-Harvest; post-harvest; healthy food area E ancora, avocado e mango prodotti simbolo, focus inte zionale sui Paesi l’area caraibica, S lia regione partne tante altre novità
Tre gli asset del kermesse fieristic che ha fatto dell valorizzazione del l a f i l i e r a i l s u o tratto distintivo: bus ine s s , per favorire nuovi contatti commerciali con clienti e fornitori da tutt o i l m o n d o ;
ne t work ing, con un esclusivo servizio di B2b per organizzare incontri con buyer internazionali e altri espositori grazie a una piattaforma dedicata con il supporto del team di Macfrut; k nowle dge , (conoscenza), con una serie di momenti di approfondimento e di aree tematiche organizzati da esperti internazionali, che caratterizzano Macfrut quale evento unico per comprendere il futuro del settore.
La presentazione della 43.esima edizione è avvenuta mercoledì 17 settembre a Catania e dopo pochi giorni, il 26 settembre, il presidente Renzo Piraccini ha rassegnato le dimissioni dopo 11 anni di crescita straordinaria e internazionale, a causa di divergenze con la proprietà, in particolare il Comune di Cese na, h i d spresso l’intenzione di non in scadenza a maggio. è uindi rinnovato e potenziato il cda di Cesena Fiera, nominato presidente Patrizio Neri e affidata la guida di Macfrut a Paolo Borgio, figura di primo piano nel comparto fieristico, con una specifica competenza e grande esperienza nel food e importanti incarichi in Fiera Milano nel’ambito del management, elle relazioni commerciali degli eventi
bio
VI P sempre più leader europeo | Eugenio Felice
Mele bio, con oltre 50.000 tons
Con la nuova stagione di raccolta, VIP - Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta conferma la solidità e la vitalità del comparto biologico consolidando la propria posizione di leader europeo del settore. Il racc o l t o è p r e v i s t o i n a u m e n t o d e l 1 0 % superando per la prima volta le 50 mila tons di mele bio da tavola, con una qualità eccellente che rende distintiva l’offerta VIP sui mercati internazionali
Il raggiungimento di 50 mila tonnellate di mele da tavola è un traguardo importante che conferma la costante crescita del comparto Bio in Val Venosta e l’impegno dei produttori nel rispondere alla crescente domanda di mele biologiche di alta qualità sul mercato europeo. Un risultato reso possibile dalle migliorate rese per ettaro registrate dai 284 produttori
biologici della Val Venosta, che coltivano oltre 1.100 ettari di meleti bio. La qualità si conferma sempre eccellente: le condizioni pedoclimatiche della Val Venosta - con le sue giornate soleggiate, le notti fresche e le scarse precipitazioni - hanno favorito lo sviluppo di mele croccanti, con sapore intenso e bella colorazione Il calibro è mediamente più contenuto
La Val Venosta rappresenta un habitat ideale per la coltivazione delle mele biologiche: altitudini comprese tra i 500 e i 1.100 metri s.l.m., un clima secco con circa 500 mm di precipitazioni annue e una lunga tradizione agricola familiare, con un unico stabilimento tutto dedicato al bio, la Juval di Castelbello, dove l’intero processo - dalla selezione alla distribuzione - rispetta i più alti standard tecnici e qualitativi. Il risultato è un ampio assortimento di mele bio dalle eccellenti qualità, disponibili per 12 mesi all’anno, sia con varietà tradizionali come la Gala e la Golden, che con nuove protagoniste come Ambrosia, Bonita, Kanzi e Cosmic Crisp “VIP intende continuare ad affermarsi come leader del biologico nei principali mercati europei e contribuire in modo determinante allo sviluppo del comparto bio”, ha dichiarato Gerhard Eberhöfer, responsabile Bio di VIP. Negli ultimi dodici mesi i consumi di prodotti biologici sono in aumento in quasi tutti i mercati europei, con crescite fino all’8%. Germania, Scandinavia (in particolare Danimarca), e UK rappresentano per VIP i mercati più forti in termini di volumi e continuità L’Italia resta un mercato chiave, dove VIP punta ad accrescere la presenza bio e a favorire la diffusione di un consumo sempre più consapevole. Con la raccolta 2025, VIP conferma la propria visione di lungo periodo: offrire mele biologiche di qualità superiore, promuovendo la sostenibilità ambientale, la valorizzazione del territorio e la fiducia tra produttori e consumatori
green |
Eugenio Felice
A l l C i t r u s a c c e l e r a s u a g r u m i made in Italy
e sostenibilità
All Citrus ha presentato il suo quarto b i l a n c i o d i s o s t e n i b i l i t à . U n p e r c o r s o “vero”, che sta portando a dei benefici concreti. Tra gli obiettivi dello specialista degli agrumi c’è il rafforzamento dell’origine italiana, che è già cresciuta lo scorso anno del 77%. In arrivo nel 2026 la certificazione di genere
All Citrus, specialista degli agrumi per la grande distribuzione, sede legale a Catania e magazzino di lavorazione a Lusia (Ro), ha riunito il 15 luglio, nella suggestiva cornice di Corte Bariani (Ro), dipendenti, fornitori e altri stakeholder per presentare i dati salienti del suo quarto bilancio di sostenibilità, riferito al 2024 A fare gli onori di casa è stato il direttore generale Nicola Modica (in fot o, a de s t ra), che ha ricordato come, nonostante il cambio di atteggiamento da parte dell’UE in merito agli obiettivi che si era posta in materia di sostenibilità, secondo le ultime indagini Ipsos, oltre 5 italiani su 10 sono disposti a riconoscere un premium price per gli alimenti etici e sostenibili “Dalle nostre scelte di oggi ha origine il domani Noi abbiamo deciso di essere sostenibili”, ha dichiarato Nicola Modica, che ha definito, quello intrapreso da All Citrus cinque anni fa, come un percorso che sta dando riscontri concreti e misurabili in quattro ambiti: quello economico, quello ambientale, quello sociale e quello della governance Partendo dall’ultimo, Nicola Modica ha ricordato alcuni passaggi importanti, come il cambio della ragione sociale da Agricola Lusia a All Citrus per enfatizzare la specializzazione negli agrumi; la sede legale a Catania, territorio vocato per le arance rosse, uno dei simboli del made in Italy, e la costituzione di un ’unità locale in Puglia, per far crescere l’origine italiana
- nel 2024 è cresciuta del 77% - e il legame con la produzione italiana, presentandosi così sempre di più come fornitore in grado di controllare tutta la filiera; l’istituzione di un ufficio tecnico interno, che incorpora ufficio acquisti, qualità e sostenibilità
Dal punto di vista del business, Nicola Modica ha sottolineato la volontà di All Citrus di aumentare il lavoro con gli agrumi prodotti nel Sud Italia, con particolare attenzione alla Puglia, mentre lato vendite è stata rafforzata la squadra commerciale, per meglio presidiare i canali Gdo e Mercati all’ingrosso. Per la parte ambientale, sono rilevanti i risultati raggiunti, tra cui: i pannelli fotovoltaici installati sul magazzino di Lusia hanno consentito di dimezzare il consumo di energia proveniente dall’esterno; la tecnologia che verrà installata per il sistema di raffreddamento permetterà di ridurre in modo significativo le emissioni inquinanti; gli scarti alimentari di lavorazione vengono inviati a un impianto di biogas, diventando così una risorsa
C’è poi la sostenibilità sociale, cui tiene molto All Citrus, come ha sottolineato il suo amministratore Daniele Campagnaro (in fot o, a s inis t ra), con il sostegno alla onlus Porto Alegre e al Centro Antiviolenza del Polesine. Entro marzo 2026 dovrebbe anche arrivare per All Citrus la certificazione di parità di genere.
Giancarlo Sbressa
della spesa alimentare in Italia percorsi |
L’ H o r e c a c o r r e , v a l e u n t e r z o
Dopo anni di incertezza e passata la buriana del Covid-19, nonostante il lievitare dello scontrino dei pasti fuori casa, la filiera hotellerie, restaurant e café è tornata a correre: i consumi fuori casa valgono oggi un terzo della spesa alimentare, ben 107 miliardi di euro. Un settore strategico per l’Italia, dove occupa 1,5 milioni di addetti tra diretti e indiretti. Un’occasione da cogliere per il settore ortofrutticolo
A fronte di una domanda alimentare interna che resta stagnante, nel 2024, la filiera Horeca ha registrato 107,1 miliardi di euro di fatturato (+23% rispetto al 2019) e 53,8 miliardi di valore aggiunto, occupando 1,5 milioni di addetti in 382 mila imprese e svolgendo al contempo investimenti per 2,7 miliardi di euro. è quanto emerge dal Rapporto Strategico 2025 “Nutrire il Paese, connettere le persone L’Horeca come ecosistema”, presentato alla Camera dei Deputati da Italgrob (Federazione Italiana Distributori Horeca) e AFDB (Associazione per la forma i ne e lo sviluppo d Distribuzione Hore e curato da The E ropean House A brosetti “La Distr buzione Horeca h una funzione stra tegica chiave come anello di congiunzione tr a l’industria alimentare e il canale Horeca Una distribuzione moderna, sostenibile e inn o v a t i v a , s o -
stiene non solo il consumo di prodotti di qualità, ma anche l’intera filiera agroalimentare estesa, tra i pilastri del made in Italy. Investire nell’Horeca significa rispondere alle richieste dei consumatori: nel 2023, l’incidenza del canale Horeca sulla spesa media familiare per consumi ha raggiunto l’incidenza più alta degli ultimi 10 anni, superando il dato del 2019 pre-Covid”, ha dichiarato Benedetta Brioschi, partner e responsabile scenario food&retail e sustainability di The European House Ambrosetti Se ci concentriamo solo sulla ristorazione, i dati del Rapporto Ristorazione 2025 di Fipe-Confcommercio mostrano un comparto in crescita: nel 2024 il valore aggiunto (la ricchezza netta prodotta dal settore) ha raggiunto i 59,3 miliardi di euro, con un aumento reale dell’1,4% sul 2023 e del 6,3% rispetto ai livelli pre-Covid I consumi fuori casa hanno toccato i 96,4 miliardi, pari a un terzo della spesa alimentare complessiva, mentre l’occupazione ha superato 1,3 milioni di unità lavoro, di cui oltre 1,1 milioni dipendenti. La domanda si è rafforzata ma risulta anche più selettiva, con consumatori che scelgono in base a criteri nuovi rispetto al passato. Mangiare fuori non è più solo un gesto funzionale, ma un ’esperienza legata al piacere e alla gratificazione personale Secondo l’indagine internazionale d H fi ilanese dedicata al mondo ll’accoglienza - e condotta Research, a determinare la scelta del locale non è più soltanto il prezzo: il 27,7% degli italiani indica il menù come fattore decisivo, il 27,3% la qualità degli ingredienti, il 25,5% l’origine delle materie prime, mentre quasi il 33% apprezza la presenza di opzioni salutari. Insomma utte indicazioni positive er le aziende ortofrutticoche sapranno coglierle
eccellenze | Irene Forte
Li f e , s i a l l a rg a l a f i l i e ra de l l a
Fru t t a a G u s c i o de l P i e m on t e
Life Spa, azienda cuneese leader nella frutta secca e morbida dagli anni ’40, continua e rafforza la collaborazione col Consorzio di tutela e valorizzazione de lla Frutta a G usc io de l Pie mo nte , allargando il progetto dalle tradizionali nocciole alle noci e mandorle, grazie alla vocazione dell’areale ai piedi delle Alpi, alle sperimentazioni e alle innovazioni. Sono a dimora già 30 mila piante di mandorle e 12 mila di noci
Vocazione del territorio, sperimentazion e , i n n o v a z i o n e : è proprio partendo da questa visione che si sviluppa una vera e propria catena completa “from farm to Life” dal campo all’agroindustria e fino al consumatore finale, coinvolgendo tutti i livelli produttivi. Dalle prime fasi di studio dei terreni più idonei e delle comp o s i z i o n i , s i p a s s a alla selezione della varietà delle piante e si arriva fino al raccolto, alle verifiche organolettiche e al confezionamento. L’ultimo anello della catena è rappresentato dalla proposta al consumatore. Life Spa ha un ruolo centrale nel progetto, in collaborazione con il Consorzio di tutela e valorizzazione della Frutta a guscio del Piemonte e con Lagnasco Group per la fase contabile, con lo scopo di valorizzare al massimo i frutti piemontesi Nella fattispecie,
con l’autunno ci sono i nuovi raccolti e vengono proposte principalmente le noci e le mandorle piemontesi, vero fiore all’occhiello della collaborazione. Le terra fertile della pianura padana piemontese offre un microclima ideale per qualsiasi coltivazione. Riparata dalla catena delle Alpi e ricca di acqua, genera il luogo ideale per la coltivazione di queste piante Oltre logicamente a mele, kiwi, uva e molti altri frutti Ed è per questo che, dopo alcuni anni dalla piantumazione e rispettando i ritmi naturali delle varie coltivazioni, il progetto si allarga per offrire quantitativi sempre più importanti, senza rinunciare all’assoluta qualità.
La produzione prevista per la campagna 2025, con indicativamente 30 mila piante di mandorle e 12 mila piante di noci, è stimata in circa 500 quintali di noci delle varietà Chandler e Tulare e altrettant i 5 0 0 q u i n t a l i d i mandorle delle varietà Penta, Tuono e Makako
“Il consumatore finale dell’ortofrutta e della frutta secca è sempre più attento nel ricercare un prodotto locale controllato e certificatocommenta Umberto Sacchi, amministratore delegato di Life Spa. Da anni Life, con linee di prodotto come Valore al Territorio, persegue la selezione e proposta di eccellenze italiane e in particolare del Piemonte, la regione che ci ha visto nascere e dalla quale siamo partiti. Siamo molto soddisfatti di collaborare con i vari produttori in questo progetto strategico per rafforzare le produzioni tradizionali e creare innovazione nel nostro settore, condividendo il know how di decenni di esperienza”
mercati
| Irene Forte
O p e r a L a P e r a , i l c o n c o r s o
d i v e n t a u n a l e v a p e r l a G d o
Ecco la nuova iniziativa del Consorzio per stimolare le vendite nei reparti ortofrutta. Traffico, vendite e notorietà di marca al centro del progetto. Il concorso prevede una doppia meccanica, in-store e social, pensata per ampliare le occasioni di contatto con il consumatore e generare interesse costante
Opera La Pera torna protagonista nel reparto ortofrutta della distribuzione moderna con un progetto che unisce promozione, innovazione e strategia commerciale. Si tratta del concorso nazionale “Vinci ogni giorno con Opera La Pera” - partito il 24 ottobre e in corso fino al 7 dicembre 2025, pensato per rilanciare i consumi e offrire alle insegne della Gdo un ’ opportunità concreta per incrementare il traffico a scaffale Una leva promozionale strutturata e di immediata attivazione, aperta anche alle insegne che desiderano aderire a concorso già avviato.
L’iniziativa si inserisce nel piano di marketing del Consorzio, che riunisce circa mille produttori e 3 000 ettari di pereti in Emilia-Romagna, e mira a sostenere la prima parte della campagna di commercializzazione delle pere Opera e Opera-Igp.
“Opera La Pera vuole riportare al centro dei consumi le pere italiane con un concorso a premi e una
campagna di comunicazione dedicata - spiega il presidente Adriano Aldrovandi - Per noi significa dare un segnale di fiducia al mercato, sostenendo la domanda in un periodo cruciale per la categoria”. Il concorso prevede una doppia meccanica, in-store e social, pensata per ampliare le occasioni di contatto con il consumatore e generare interesse costante La partecipazione è semplice: acquistando una confezione di pere Opera nei punti vendita aderenti, i clienti possono accedere a un sistema di instant win con premi tecnologici di grande appeal: AirPods 4, Apple Watch Series 11 GPS 42 mm Space e iPhone 17 - 256 GB nero.
“Si tratta di uno strumento fattivo che mettiamo a disposizione dei nostri partner della Gdo - sottolineano Manuel Manfredi (fot o s opra), direttore di Opera La Pera e la responsabile marketing Claudia Iannarella. è un ’occasione imperdibile per portare attenzione e traffico attorno alla categoria delle pere con una leva immediata e ad alto valore percepito. Le insegne possono entrare in corsa anche a concorso iniziato, beneficiando della campagna di comunicazione nazionale già attiva”
La programmazione prevede un piano di comunicazione integrato con radio e social media, finalizzato ad aumentare la riconoscibilità del brand e a valorizzare il reparto ortofrutta come spazio di esperienza e coinvolgimento. Duplice l’obiettivo: sostenere il sell-out e offrire ai retailer un progetto chiavi in mano per dare visibilità e dinamismo alla categoria.
| Irene Forte localismi
Chiquita avvia la produzione di banane biologiche in Sicilia
Al via l’iniziativa che rafforza il legame tra il brand e i consumatori italiani e a p r e u n a n u o v a s t a g i o n e p e r l ’ a g r i c o lt u r a i n n o v a t i v a n e l M e d i t e r r a n e o . È d i fine settembre l’annuncio di Chiquita in merito all’avvio della produzione di banane biologiche in Sicilia. A ottobre messe a dimora 20 mila piante, in collaborazione con la cooperativa agricol a l o c a l e A l b a B i o c o n s e d e a R a g us a . Primi frutti già disponibili nel 2026
Le iconiche banane Chiquita verranno coltivate, per la prima volta, in Italia è stata la stessa multinazionale a comunicarlo alla fine di settembre Con le banane “prodotto italiano”, il brand avvia la produzione nel cuore della Sicilia insieme alla cooperativa agricola locale Alba Bio, dando vita a un incontro unico tra tradizione, innovazione e qualità.
Un’iniziativa pionieristica che nasce dalla passione di Chiquita per l’Italia: coltivare un frutto esotico come la banana in una terra simbolo di eccellenza agricola Un progetto che valorizza le co nità locali e che se una tappa storica
C h i q u i t a , a p r e n n u o v e p r o s p e t t i per il futuro dell’ gricoltura e per l’ voluzione del not brand
Un percorso che fonde la tradizion e a g r i c o l a i t aliana con l’es perienza di Chiquita, confermando la volontà dell’azienda di in-
novare in agricoltura Grazie al suo know-how consolidato, Chiquita dà vita a un progetto visionario che guarda al futuro.
La prima fase del progetto ha preso il via a ottobre 2025 con la messa a dimora di 20 mila piante biologiche, per dare i primi frutti che saranno disponibili nei migliori punti vendita già nel 2026
“Con “prodotto italiano” vogliamo consolidare il nostro legame con i consumatori italiani, portando per la prima volta la coltivazione delle banane nel cuore del Mediterraneo. Siamo particolarmente orgogliosi di avviare questa produzione in Sicilia, una terra simbolo di eccellenza agricola che grazie al suo clima ideale e all’esperienza delle comunità locali rappresenta il contesto perfetto per una sfida così ambiziosa ” , ha dichiarato Costabile Romano, direttore commerciale Chiquita in Italia “Questo progetto esprime la nostra vocazione a mettere l’agricoltura e gli agricoltori al centro, confermando il nostro ruolo di leader globale”.
Con questa iniziativa di produzione, distribuzione e marketing, Chiquita rafforza e riafferma la propria filosofia “ we are farme rs at he art ” : essere agricoltori nel profondo significa coltivare non solo la terra, ma anche un sogno Un sogno fatto di passione, dedizione e rispetto per la natura, che va oltre la semplice d i di b i traduce nella volontà di te i metodi di coltivazione o efficiente e sostenibile. Essere agricoltori nel cuore significa considerare la terra non solo come risorsa produttiva, ma come un patrim o n i o d a c u s t o d i r e e tramandare. Ogni scelta aziendale tiene conto del benessere delle comunità rurali e delle generazioni future, trasformando l’agricoltura in un motore di viluppo responsabile e conviso
Giancarlo Sbressa
Il digiuno è fondamentale per dimagrire in salute il libro |
Il digiuno è come un silenzio nelle vite d i s o r d i n a t e d e l l a n o s t r a e p o c a , u n o stop che mette pace nel caos e che rigenera. È un metodo potentissimo, in grado di influenzare non solo il peso, m a a n c h e l a s a l u t e g e n e r a l e , i l r i t m o del sonno, la fertilità, la capacità di affrontare lo stress e il tono dell’umore. Il digiuno è quindi prodigioso però non può essere uguale per tutti. Ecco la guida pratica di Annamaria Colao
Ma chi è Annamaria Colao? è un ’endocrinologa (malattie dell’ipofisi) tra gli scienziati italiani al top nel mondo per numero di citazioni e di pubblicazioni è anche professoressa e ha vinto, prima donna a riuscirci, il Geoffrey Harris Award come migliore neuroendocrinologa d’Europa. Non solo, è anche Cavaliere della Repubblica, vicepresidente del Consiglio superiore di Sanità e ha una Cattedra Unesco per l’educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile Parliamo quindi di una delle menti più brillanti dei nostri tempi per la scienza applicata all’alimentazione. In anni recenti, infatti, ha spostato il lavoro clinico e di ricerca soprattutto su metabolismo e obesità.
Nel volume appena pubblicato, che fa parte della collana Scienze per la vita, ideata e diretta da Eliana Liotta (di cui abbiamo scritto altre volte in questa rubrica), Annamaria Colao si focalizza sul digiuno e i suoi potenti effetti sulla salute Cosa che peraltro sembra ormai nota agli italiani, dato che la metà di loro pratica il digiuno, anche se in versione “fai da te”. Nella presentazione di “Il digiuno su misura”, la Colao ha messo in guardia: “Ognuno ha il suo digiuno e non ne esiste uno valido per tutti. Il digiuno è un codice potentissimo, non a caso tutte le religioni ne hanno favorito qualche forma, ma vanno seguiti protocolli validati scientificamente” E nelle 176 pagine del libro possiamo trovare quello giusto per noi
Ma cosa ha di così potente il digiuno? “Influenza non solo il peso, ma ritmo del sonno, fertilità, umore, stress. Il dig i u n o p r o t e g g e i l c u o r e p e r c h é a bbassa pressione, colesterolo cattivo e t r i g l i c e r i d i ; r i d u c e il grasso viscerale; previene il diabete; allontana i tumori e rafforza il sistema immunitario E per quanto riguarda il cervello, riduce l’infiammazione, migliora la lucidità, abbassa il rischio di m a l a t t i e n e u r o d egenerative. Inoltre - spiega Annamaria Colao - abbassa lo stress ossidativo e favorisce i processi di rigenerazione cellulare Va solo applicato in modo corretto e nel libro ci sono tutte le tabelle per farlo” L’autrice parla della regola delle tre Q: “Indica quando mangiare, quanto e quali cibi Sul quando, ci sono alimenti, come i carboidrati, che il corpo usa meglio al mattino o a pranzo e che la sera andrebbero evitati perché di notte li trasformiamo in grasso. Il “ quale” si riferisce alla tipologia: carboidrati, proteine, fibre, grassi, vitamine, da bilanciare in modo corretto Infine, la quantità, da calibrare caso per caso ” Quando fare il digiuno? “Quello intermittente - sottolinea Annamaria Colao - si pratica mangiando solo in una fascia oraria, per esempio fra le sette e le 17: vuol dire fare colazione, pranzare e saltare la cena. Dà i maggiori vantaggi, perché evita la digestione notturna e attiva i processi di rigenerazione. Ma attenzione: bambini e adolescenti, donne in gravidanza o che allattano, chi ha determinate patologie, non deve mai digiunare”
“Il digiuno su misura”, autore Annamaria Colao, Sonzogno, 17,00€, 176 pag., pubblicato il 30 settembre 2025
Sgaravato*
Tre secondi per decidere: la prima impressione è decisiva neuronews | Matteo
Il cervello impiega appena tre secondi per decidere se vale la pena fermarsi davanti un banco di ortofrutta. Istanti in cui luci, colori, ordine e materiali giocano la loro partita: o creano l’effetto “colpo di fulmine” o lasciano il cliente indifferente. Conoscere i meccanismi di questa scelta significa trasformare lo scaffale in uno strumento di vendita in grado di valorizzare i prodotti esposti e aumentare la conversione
Ogni visita comincia da lontano: mentre il consumatore si avvicina allo scaffale, il suo sguardo compie rapide fissazioni per riconoscere la categ o r i a m e r c e o l o g i c a in pochi secondi Un r e p a r t o o r t o f r u t t a dominato da colori chiari e naturali (come verde salvia o legno neutro) viene subito associato a “freschezza” e “natura” Lo stesso vale per un packaging in cartone personalizzato: analisi svolte con eyetracking mostrano che viene notato tre volte più spesso rispetto a un imballo standard e può generare incrementi di vendita a doppia cifra. Arrivato a due metri dal banco espositivo, entra in gioco il “golden shelf”: i prodotti posizionati fra 122 e 152 cm ricevono oltre l’80% delle preferenze perché ricadono nel cono visivo naturale dell’adulto Qui dovrebbero essere collocate le referenze premium, le no-
vità stagionali o le linee a margine più alto Posizionare espositori promozionali nella parte alta dello scaffale (oltre i 180 cm) porta il cliente ad alzare troppo lo sguardo, rompendo il percorso visivo naturale e rendendo più difficile individuare le offerte.
L’ordine conta quanto il posizionamento Studi neuroscientifici rivelano che il cervello costruisce una “ mappa mentale” dello scaffale in meno di un secondo Blocchi cromatici semplificano la lettura, accelerano la scelta e favoriscono la percezione di qualità. La luce completa la prima impressione: luci neutre e ben diffuse enfatizzano colori e brillantezza naturale, mentre un’illuminazione errata, troppo fredda o irregolare, può sottrarre fino al 20% di valore percepito al medesimo prodotto Infine, mai sottovalutare i l t e m p o d i s o s t a Ricerche sul visual merchandising indicano che reparti con display interattivi o elementi tattili possono aumentare la permanenza media del 20% Inserire qr code con ricette, consigli di conservazione o info sulla provenienza vicino alle referenze chiave spinge il cliente a rallentare: quel respiro in più consolida la prima impressione positiva e fa lo scontrino più ricco.
Tre secondi ben progettati valgono più di tante parole o promozioni. Interventi mirati, frutto di analisi neuroscientifiche e di know-how specifico, possono dare al reparto ortofrutta un’identità unica, comunicando qualità e cura Investire sulle scelte giuste, con il supporto di esperti, significa creare quel colpo d’occhio che parla di freschezza e orienta la decisione del cliente in modo naturale e consapevole
Irene Forte
Con MisSalad le verdure pronte da cuocere si fanno high protein innovazione |
Con MisSalad High Protein, L’Insalata dell’Orto introduce nel reparto ortofrutta tre referenze 100% vegetali ad alto contenuto proteico: spaghetti di verdure, cubetti di zucca e minestrone. Prodotti pronti da cuocere che uniscono gusto, benessere e innovazione, aprendo l a s t r a d a a u n a n u o v a s e g m e n t a z i o n e di c a te g o ria . Sara Menin: “ Po rtia mo nel reparto ortofrutta una proposta che non c’era”. Lancio a Fruit Attraction
La nuova linea MisSalad High Protein presentata a Fruit Attraction 2025 è composta di tre referenze 100% vegetali ad alto contenuto proteico che aprono la strada a una nuova segmentazione nei prodotti pronti da cuocere. Gli Spaghetti di Verdure, i Cubetti di Zucca e il Minestrone - già best seller della gamma MisSalad Pronti da Cuoceresono stati rivisitati in chiave proteica grazie all’arricchimento con un estruso vegetale a base di prot e i n e d i p i s e l l o , u n i n g r e d i e n t e clean label e aromatizzabile, in grado di conferire gusto e funzionalità. Nascono così gli Spaghetti di V e r d u r e H i g h P r o t e i n a l g u s t o pomodoro, i Cubetti di Zucca High Protein al gusto amaretto e il Minestrone High Protein al gusto rosmarino
Le tre proposte offrono un apporto proteico significativo rispetto ai prodotti classici della stessa linea: il valore proteico del Minestrone è raddoppiato, raggiungendo i 25,5 grammi di proteine a confezione, anche grazie alla presenza dei legumi; per i Cubetti di Zucca è triplicato, con 15,5 grammi a confezione; mentre per gli Spaghetti di Verdure è addirittura quintuplicato, con
12,6 grammi a confezione. “Con la gamma MisSalad High Protein portiamo nel reparto ortofrutta una proposta che non c ’ era: prodotti freschi, pronti da cuocere, con un apporto proteico paragonabile a quello di categorie ben più consolidate come i latticini è un passo avanti importante per intercettare consumatori attenti al benessere e all’innovazione alimentare - ha spiegato Sara Menin, direttrice marketing e comunicazione de L’Insalata dell’Orto. Abbiamo semplicemente ricettato prodotti vegetali inserendo una grande quantità di proteine vegetali, mantenendo una lista ingredienti cortissima, completamente veg, e senza nessun prodotto processato: nel realizzare la nuova gamma funzionale abbiamo anche reso più gustose queste soluzioni ad alto contenuto di servizio”.
Oltre alla componente nutrizionale, i prodotti offrono praticità e versatilità: spaghetti e cubetti di zucca sono adatti anche alla cottura in friggitrice ad aria,
rispondendo a un trend di consumo sempre più diffuso. Il target è ampio: dagli sportivi che cercano un’integrazione proteica vegetale alle famiglie interessate a soluzioni salutari e pratiche, fino alla popolazione senior che necessita di un maggiore apporto proteico nella dieta quotidiana.
strategie | Giancarlo
Sbressa
D e l M o n t e , p a r t n e r s h i p c o n
S p r e a f i c o e “ u l t r a p r e m i u m ”
Autunno di grandi novità in casa Del Monte. La più importante è la partnership strategica con Spreafico, cui viene affidato lo sviluppo commerciale dei prodotti a marchio Del Monte, in tutti i canali distributivi del Centro-Nord Italia e della Sardegna. Un sodalizio che m e t t e a f a t t o r c o m u n e i p u n t i d i f o r z a di ciascuno. Sul fronte dell’offerta, invece, la novità è il debutto sul mercato italiano della banana Honeyglow
Grazie all’intesa annunciata a fine settembre Spreafico e Del Monte danno vita a una collaborazione che combina i rispettivi punti di forza: competenze verticali di settore, rete distributiva e capacità commerciali da un lato, forza di un brand consolidato e leadership nella produzione di frutta tropicale di qualità superiore dall’altro. In virtù di questa partnership, Spreafico diventa il partner esclusivo nella commercializzazione dei prodotti Del Monte, uno dei leader globali nella produzione e marketing di ananas fresco e di banane, in tutti i canali di i butivi del Centro N Italia e della Sar gna. Grazie alle pi taforme del grup e a l p r o p r i o n e w o r k c o m m e r c i a ampio e consolida to, valorizzerà uno dei brand più riconosciuti nel mondo ortofrutticolo.
Del Monte invece garantirà l’alta qualità delle linee di prodotto, tropicali e
non, contraddistinte dal proprio marchio e provenienti da filiere globali integrate. “Del Monte è uno dei brand di frutta preferita dai consumatori italiani e Spreafico vanta una delle migliori strutture commerciali e distributive del Paese. La partnership rappresenta un tassello strategico nel percorso di crescita dell’azienda, volto a rafforzare la presenza in tutti i canali distributivi e a promuovere una maggiore diversificazione dell’offerta”, ha commentato Stefano Polidori, deo Del Monte Italia
“Questa collaborazione ci consente di ampliare ulteriormente la nostra offerta - ha dichiarato Raffaele Spreafico, ceo di Spreafico -: integrando nel mondo del tropicale, e non solo, un brand di grande valore quale Del Monte, consolidiamo la nostra strategia sempre più orientata alla ricerca dell’alta qualità e all’integrazione di filiera Riteniamo inoltre che la sinergia tra eccellenza produttiva e capacità commerciale e distributiva rappresenti un driver di crescita per entrambe le realtà”.
Intanto l’autunno segna il debutto sul mercato italiano di un’interessante novità: la banana Honeyglow di Del Monte, che è stata grande protagonista della fiera Fruit Attraction 2025, avendo “vestito” la fermata della metropolitana della fiera con un codice visivo molto elegante ed efficace, con l’abbinal b il miele (fot o de lla pagina) è mium, selezionata per daccezionale esperienza gustativa, esattamente come l’ananas Honeyglow, lanciato da Del Monte con successo nel 2020 Coltivate esclusivamente nei ricchi terreni vulcanici dell’Ecuador, le banane Del Monte Honeyglow, con un bollino esclusivo, sono selezionate a mano per garanire dolcezza e sapore ottimali al momento del loro onsumo in Europa
| Eugenio Felice
r u v e n t a I t a l i a i n l i q u i d a z i o n e
E r a t r a i b i g d i Ve r o n a m e r c a t o
Fondata nel 2015, in liquidazione volontaria nel 2025: il percorso di Gruventa Italia Srl è stato veloce, con una crescita vertiginosa che in 10 anni la ha portata a fatturare, con l’attività commerciale svolta all’interno di Veronamercato, poco meno di 33 milioni di euro (da bilancio 2023, con un utile di 290 mila euro). Dei tre posteggi, uno è stato volturato alla Elfo Verde, per gli altri due c’è l’iter del bando
Gruventa Italia Srl, che con quasi 33 milioni di euro di fatturato nel 2023 rappresentava una delle maggiori aziende operanti all’interno d i V e r o n a m e r c a t o , con cliente principale la grande distribuzione organizzata, è entrata in liquidazione volontaria l’8 agosto 2025. Il curatore della liquidazione è lo stesso amministratore dell’azienda, Daniele Bagnar a , un a p o s s i b i l i t à che è prevista dal nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, entrato in vigore il 15 luglio 2022 in sostituzione della Legge Fallimentare del 1942.
Le serrande dei posteggi numero 4, 77 e 78 sono rimaste abbassate a partire dal 10 luglio, con sorpresa dei numerosi operatori di quello che è il maggiore Mercato all’ingrosso di ortofrutta del Veneto, ubicato all’intersezione tra le autostrade A22 del Bren-
nero e A4 Torino - Trieste e lungo la direttrice che dal Meridione porta ai ricchi mercati del Centro Europa. Si mormorava da un po ’ di tempo di difficoltà finanziarie e di una crescita del fatturato che in pochi anni era stata quantomeno sorprendete. Il posteggio numero 4, che era destinato alla selezione e al confezionamento del prodotto proveniente dalle zone più vocate d’Europa, uno dei servizi che offriva Gruventa Italia Srl ai clienti della grande distribuzione locale e regionale, è stato volturato, non senza un certo disappunto da parte degli altri operatori di Veronamercato, alla Elfo Verde Srls di Isola della Scala (Vr), non una semplice commerciale ma anche un produttore di orticole, dove lavorano pure persone che gravitavano nell’orbita di Gruventa Italia Per i posteggi numero 77 e 78 Veronamercato ha indetto, il 14 agosto, con i protocolli 1193/25 e 1194/25, i bandi per la loro assegnazione: le domande di interesse sono pervenute entro il 5 settembre, ma alla data in cui scriviamo - prima metà di ottobrei p o s t e g g i i n q u estione non erano ancora stati assegnati in via definitiva Gruventa Italia Srl, codice Ateco 46 31 10 - commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi - fondata nell’anno 2015 e basata a Verona, con numerose certificazioni, ha registrato nel 2023 un fatturato di 32,9 milioni di euro (+46% rispetto al 2022) e un utile netto di 290 mila euro, con 12 dipendenti (fonte: Cerved) All’interno di Veronamercato, oltre alla fase di commercio vero e proprio, veniva svolta anche l’attività di selezione e confezionamento
frutta secca | Carlotta
Benini
C r e s c i t a e v i s i o n e : N e w Fa c t o r
r a f f o r z a l a f i l i e r a d e l l a n o c e
Alla 21 Giornata della Noce, New Factor ha celebrato la crescita della filiera romagnola, modello di sostenibilità e qualità made in Italy. L’evento ha prem i a t o i v i n c i t o r i d e l c o n t e s t “ Ti A f f i d o un Noce”, che avvicina i consumatori al mondo produttivo. “Per guidare una impresa serve anche visione e capacità di comunicare e creare un legame con chi sceglie i nostri prodotti”, afferma il ceo Alessandro Annibali (foto a lato)
Diventare il principale polo della nocicoltura italiana è l’obiettivo di New Factor, che da oltre 25 anni promuove una filiera sostenibile, certificata e interamente italiana. L’azienda romagnola, specializzata in frutta secca, ha avviato nel 1997 il progetto delle Noci di Romagna, oggi riconosciuto come modello di integrazione produttiva e valorizzazione territoriale.
Il cuore pulsante è l’Azienda Agricola San Martino, nelle campagne di Forlì, dove il 3 ottobre si è tenuta la 21.esima Giornata della Noce, evento che segna l’inizio della raccolta e riunisce ogni anno produttori, tecnici e partner della filiera
“Per guidare un ’azienda non basta conoscere la produzione - spiega Alessandro Annibali, ceo di New
Factor - bisogna saper comunicare e creare un legame con chi sceglie i nostri prodotti”. Da questa visione nasce “Ti Affido un Noce”, contest che fino alla scorsa primavera ha coinvolto migliaia di consumatori: acquistando una confezione da 500 grammi di prodotto con guscio, i partecipanti hanno potuto candidarsi a un ’esperienza immersiva al Borgo Condé Wine Resort e all’adozione simbolica di un albero per un anno. I vincitori, premiati alla Giornata della Noce, possono seguire tramite app la crescita della pianta e ricevere a fine stagione i frutti raccolti.
Il progetto delle Noci di Romagna coinvolge oggi 25 aziende agricole emiliano-romagnole per 500 ettari coltivati e una produzione di circa 1 000 tonnellate annue Con il programma “In-Noce” e la nascita di un consorzio che includerà anche produttori veneti, l’obiettivo è raggiungere 2.500 tonnellate, facendo della Romagna il baricentro della nocicoltura italiana.
Sul piano industriale, New Factor dispone di impianti capaci di lavorare fino a cinque tonnellate di noci all’ora, con essiccazione lenta e controllata che assicura una maggiore freschezza e qualità rispetto ai prodotti d’importazione Sono disponibili sia in guscio che sgusciate, in diversi formati, e vengono distribuite attraverso i principali canali della Gdo italiana. L’azienda promuove inoltre snack innovativi e salutari a base di noci, ampliando le occasioni di consumo e rispondendo alla crescente domanda di prodotti buoni, pratici e sostenibili
mens sana | Alice
Gelmetti (die t is t a)
I p o m o d o r i : s a l u t a r i , v e r s a t i l i
i n c u c i n a e p e r t u t t i i g u s t i
Dobbiamo ringraziare Cristoforo Colombo se il pomodoro è venuto a far parte delle nostre tavole: essendo una pianta originaria dell’America centrale infatti era a noi sconosciuta fino alla sua importazione nel XVI secolo. Inizialmente tra l’altro veniva considerato velenoso, fungendo così solo da ornamento nelle tavole delle famiglie benestanti per via d e i s u o i c o l o r i s g a r g i a n t i . I n r e a l t à è ricco di proprietà benefiche e...
Una delle caratteristiche di questa pianta della famiglia delle Solanacee è sicuramente la varietà che produce Ci sono quelli adatti alle insalate, come i tondi, i peretti o i cuore di bue; quelli adatti per le cotture e le conserve, come i famosi San Marzano; quelli piccoli e dolci come i ciliegini e i datterini - molto usati a dieta anche per gli snack - e quelli colorati, come le varietà gialle - meno acide, adatte anche a chi ha problemi di stomaco - o quelli neri, autentici super food Per ognuno di questi, noi italiani ci siamo p r o p r i o s b i z z a r r i t i a creare piatti ad h ! Ma sono anche di tici? Facciamo sub u n a p r e m e s s a : p quanto nella bota ca i pomodori sian considerati un fru to, nei piani nutr zionali sono sem p r e c o n s i d e r a t i verdure. Perché? Beh, il loro quant i t a t i v o d i z u ccheri è irrisorio! Parliamo di meno di 3 grammi di zuccheri per
100 grammi di prodotto, a differenza di un frutto comune che di zuccheri ne contiene almeno 15-20 grammi. Le calorie poi sono molto basse: solo 17-20 kcal per 100 grammi, con oltre il 94% di contenuto di acqua.
Ma la vera fama dei pomodori è data da un antiossidante potentissimo: il licopene Il licopene, responsabile del tipico colore rosso dei pomodori, è un antiossidante molto potente, noto per ridurre notevolmente lo stress ossidativo e quindi l’invecchiamento cellulare. Molti studi hanno dimostrato che il suo consumo abituale ridurrebbe il rischio di malattie cardiovascolari, il rischio di tumori alla prostata e l’infiammazione corporea generale. Attenzione però: per assorbirlo al meglio e quindi godere dei suoi benefici va sempre associato a una fonte di grassi Cosa c’è di meglio allora di una bella caprese con un filo di olio e del basilico fresco?
Oltre al licopene, i pomodori sono anche ricchissimi di vitamina C, vitamina A e vitamina K. A livello minerale, il pomodoro è anche una discreta fonte di calcio, potassio e sodio. Ultimo ma non meno importante è l’apporto di fibre: i circa 2 grammi di fibre per 100 grammi migliorano il transito intestinale e ne garantiscono la regolarità
Essendo delle verdure, i pomodori possono essere i i i i principali, ma anche come porto di zuccheri e calorie ella dieta. Alcune persone però dovrebbero controllarne il consumo: i pomodori infatti possono contenere nichelma ci sono in commerc i o p o m o d o r i p r o d o t t i fuori suolo e nichel freeistamina e facendo parte della famiglia delle solan a c e e p o s s o n o i n d u r r e reazione allergica a chi ne affetto Infine, attenzioe ad alcune interferenze rmacologiche
Halaesa: in Sicilia l ’a voc a do bi o c h e farà parlare di sé
Il primo raccolto inizia a novembre e potrà durare fino a marzo Eugenio Felice
Da anni si pianta frutta esotica nel Sud Italia, ma la produzione è ancora frammentata, spesso non compatibile c o n le e sig e nze de lla mo de rna distribuzio ne . Le cose però stanno cambiando, rapidamente. L’iniziativa forse più ambiziosa in corso è quella di Halaesa in Sicilia, che punta a raggiungere almeno 500 ettari ad a v o c a d o 1 0 0 % b i o l o g i c o e n t r o i l 2 0 3 0 , c o n g r a n d e attenzione ai temi della sostenibilità. 100 ettari sono già piantati e a novembre inizierà il primo raccolto
Partire dall’avocado per trasformare il cambiamento climatico in una opportunità imprenditoriale. è la sfida di Halaesa, nata nel 2022 con un obiettivo: realizzare in Sicilia la più grande coltura di “ oro verde” nazionale e una delle prime in Europa, per rispondere a una crescita dei consumi pro capite in Italia che, nella stagione 2023/24, è stata del 5,2% secondo la World Avocado Organisation Halaesa ha messo a punto la form u l a d e l l ’ a g r i b u s i n e s s p e r f e t t o : mix di tecnologia di precisione, un team altamente managerializzato, sostenibilità sociale e ambientale, alto tasso di scalabilità della coltivazione e link diretto con le aziende leader della distribuzione. Dopo tre anni di preparazione, l’azienda
è pronta a sbarcare sul mercato quest’inverno con il suo primo raccolto: un avocado biologico, al 100% prodotto in Sicilia, che conserva altissime proprietà nutritive perché colto nel momento ottimale della sua maturazione e a basso impatto, perché coltivato vicinissimo al mercato di riferimento
Un frutto che riduce l’impatto ambientale del 90% rispetto ai prodotti peruviani o messicani, i più diffusi sul mercato, raccolti con molto anticipo e poi spediti via nave (quando non addirittura via aereo) L’avocado di Halaesa è coltivato su 100 ettari di terreno distribuiti strategicamente tra le province di Palermo, Messina e Siracusa, con un mix ben calibrato di tecnologie di precisione e pratiche agricole che mirano a ripristinare la salute del suolo e l’equilibrio con l’ambiente.
“La produzione di avocado nel Sud
Veduta aerea di piantagioni di avocado di Halaesa Il nome deriva dall’antica città di Halaesa Arconidea, situata nel territorio di Tusa (Messina) Il raccolto dell’avocado siciliano inizia a novembre e può durare fino a marzo in base all’andamento climatico e al grado di maturazione dei frutti, che possono restare maturi sulla pianta anche per due-tre mesi con qualità inalterata
Italia non è una novità, ma nessuno finora lo aveva mai fatto su scala industriale”, spiega Francesco Mastrandrea, ceo di Halaesa. “Non avevamo terreni di famiglia da cui partire, e questo ci ha dato un vantaggio: i nostri agronomi hanno potuto selezionare i suoli con le caratteristiche migliori per questa specifica coltivazione e prepararli al meglio. Uno dei nostri prossimi appezzamenti sarà nella zona di
Siracusa e andrà a rivitalizzare l’area di una storica azienda vinicola, che ha dovuto abbandonare la p r o d u z i o n e p e r l e t e m p e r a t u r e troppo elevate. Rinverdiremo un suolo abbandonato e creeremo nuovi posti di lavoro”. Aggiunge Vitaliano Fiorillo, socio
fondatore dell’azienda: “Tutti i terreni dell’azienda hanno accesso diretto all’acqua, anche grazie ai bacini di raccolta realizzati in tutte le proprietà Il suolo viene nutrito e coltivato seguendo pratiche agronomiche che aiutano a ripristinare la biodiversità del suolo, riducendo al minimo pratiche invasive come l’aratura. L’80% dei consumi energetici sarà coperto dall’autoproduzione dei nostri impianti di energie rinnovabili e la produzione è monitorata con tecnologie di precisione, che rendono il processo efficiente ed evitano l’utilizzo di prodotti chimici e pesticidi”.
Halaesa ha completato due round di aumento di capitale per circa 8 milioni di euro, che consentiranno l’esp ansione d ella p rod uzione a 300 ettari entro il 2026 L’obiettivo è arrivare almeno a 500 nel 2030, rendendola così una delle più grandi in Europa. L’esempio concreto di azienda agricola del futuro, che sa essere allo stesso tempo redditizia, innovativa e profondamente responsabile Con un mix di investitori che va da imprenditori agricoli a family office, da accademici a istituti finanziari. Un’impresa capace di valorizzare le risorse umane e ambientali del territorio e offrire un prodotto di eccellenza, in un mercato globale in continua evoluzione
L’avocado, considerato uno dei più ricchi superfood al mondo, si contraddistingue per la sua elevata concentrazione di grassi sani, omega 3, vitamine, antiossidanti, potassio e fibre. Queste proprietà nu-
Halaesa ha completato due round di aumento di capitale per circa 8 milioni di euro che consentiranno l’espansione della produzione a 300 ettari entro il 2 026. L’obiettivo è arriv are almeno a 500 nel 2 030. Sarà così una delle farm più grandi in Europa nella p r o d u z i o n e d i a v o c a d o , b i o l o g i c o e m a d e i n S i c i l y.
tritive sono alla base dell’impennata dei consumi in Italia, con previsioni di crescita annua del 30%. Alla crescita della domanda interna, il mercato risponde con un aumento delle importazioni da Paesi extraeuropei Eppure, la catena di f o r n i t u r a d e l l ’ a v o c a d o è s p e s s o caratterizza ta da processi opachi e comporta un alto impatto ambientale, idrico e sociale. Ecco perché l’approccio di Halaesa è considerato rivoluzionario: la produzione locale, su scala industriale ma nel pieno rispetto dei principi dell’agricoltura biologica, offre ai consumatori italiani un ’alternativa di acquisto a basso impatto per tutti i mesi invernali. Il risultato è un
prodotto fresco e biologico che rispetto ai concorrenti extraeuropei può avere un’impronta ecologica ridotta a un decimo e che minimizza gli sprechi lungo tutta la filiera. La strategia di Halaesa si fonda su una rigorosa pianificazione finanziaria e operativa Il collegamento diretto con il mercato e i grandi operatori evita la frammentazione e le inefficienze della filiera tradizionale. Inoltre, acquistando i terreni, l’azienda ha rafforzato la stab i l i t à p a t r i m o n i a l e , g a r a n t e n d o una costante rivalutazione immo-
biliare Nell’inverno 2025/26, Halaesa porterà sul mercato il suo primo raccolto arrivato a maturazione, circa il 15% della coltivazione totale. A un pieno regime, stimato tra il quinto e il settimo anno, si prevede una plv tra 40 e 50 mila euro per ettaro, cifra che evidenzia l’elevato potenziale economico rispetto ad altre coltivazioni tradizionali, come limoni e olivi Nel lungo termine, con l’espansione, Halaesa stima di poter coprire il 10% del consumo italiano di avocado.
L’impegno ambientale e sociale di Halaesa viaggia di pari passo con gli obiettivi di produttività La coltivazione avviene attraverso i prin-
“ La produzione di avocado nel Sud Italia non è una n o v i t à , m a n e s s u n o l o h a m a i f a t t o s u s c a l a i n d ustriale. Il nostro avocado ha un’impronta ecologica
ridotta di un decimo rispetto al
frutto extraeuropeo.
Puntiamo a soddisfare il 10% del consumo italiano ” Francesco Mastrandrea (ceo di Halaesa)
cipi dell’agricoltura rigenerativa che evitano tecniche come l’aratura e l’uso intensivo di fitofarmaci, privilegiando metodi naturali capaci di migliorare la water footprint e arricchire il suolo. “Il suolo è il nostro asset principale, rigenerarlo e preservarlo è ciò che garantisce la nostra redditività e un prodotto sano e sostenibile”, aggiunge Mastrandrea. La coltivazione di colture azotanti a supporto dell’at-
tività agricola, come il favino e la sulla, tra una fila e l’altra di avocado, contribuisce a mantenere una elevata percentuale di sostanza organica nel terreno.
L’azienda arriverà a coprire l’80% del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, grazie a sistemi agri-
solari e pannelli fotovoltaici flottanti installati sui bacini di raccolta dell’acqua L’utilizzo di tecnologie di precisione, sensori e sistemi avanzati per l’irrigazione, tra cui raffrescamento sopra pianta e impianti di desalinizzazione per un utilizzo ottimale delle acque, permettono di minimizzare gli sprechi e monitorare costantemente la produzione I dipendenti (con un ’età media di 35 anni) hanno tutti un contratto a tempo indeterminato e stanno acquisendo competenze preziose, anche legate all’uso della tecnologia in campo. Ma l’azienda sta anche lavorando per costruire una filiera di raccoglitori stagionali esperti, sempre provenienti dal territorio, a cui fare riferimento anno dopo anno Laddove possibile, vengono anche create sinergie virtuose con le aziende confinanti alle coltivazioni, come accordi di reciprocità tra servizi che Halaesa può svolgere per il territorio e prodotti che possono essere reimpiegati per la coltivazione degli avocado
Non manca, infine, una grande attenzione agli sprechi di prodotto, possibile grazie alla filiera così controllata: tramite un progetto di ricerca cofinanziato dal ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Halaesa sta collaborando con il laboratorio ATEN dell’Università di Palermo per trovare applicazioni innovative per gli scarti nel campo della nutraceutica e del medicale.
Nella Piana di Sibari, in Calabria, è partita nella prima metà di ottobre la campagna delle melagrane di Op Agricor di Corigliano Rossano (Cosenza), punto di riferimento per la frutta e gli agrumi di qualità, con particolare attenzione alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente, con produzioni biologiche e a residuo zero che si affiancano a quelle convenzionali Coltivate dai soci dell’Op calabrese su un centinaio di ettari, le melagrane sono commercializzate in Italia e all’estero con il marchio Gallo o a marchio del distributore (private label). I riscontri in campo dopo i primi stacchi delle varietà Ako e Shani sono positivi: i frutti si presentano con una colorazione intensa e uniforme, sia interna che esterna, con tonalità di rosso vivo che ne esaltano l’appeal commerciale.
“L’avvio è eccezionale dal punto di vista qualitativo - ha spiegato Natalino Gallo, presidente di Op Agricor -: le nostre melagrane sono davvero rosso fuoco e si distinguono per sapore e caratteristiche organolettiche Siamo solo all’inizio della campagna, ma possiamo dire di essere partiti col piede giusto”.
Nell’avvio di campagna l’attività di raccolta e confezionamento ha interessato le varietà medio-precoci, mentre per la varietà Wonderful, la regina delle melagrane e la più importante in termini di volumi, la campagna è iniziata nella la seconda metà di ottobre.
Unico elemento critico riguarda il calibro dei frutti, influenzato dalle
Op Agricor: «Melagrane calabresi con qualità eccellente, ma calibri condizionati dalla siccità»
Irene Forte
Con l’arrivo dell’autunno torna uno dei frutti più ricchi di proprietà benefiche per la nostra salute: le melagrane. Diciamolo, anche uno dei frutti più belli, nonché simbolo di fertilità, abbondanza e prosperità. Negli ultimi 10 anni sono stati consistenti in Italia gli investimenti per aumentarne la produzione, con varietà apprezzate a livello internazionale come la Wonderful Cosa dobbiamo aspettarci dalla campagna 2025-26? Ce lo spiega Natalino Gallo, presidente dell’OP calabra Agricor
condizioni di siccità che hanno caratterizzato la stagione in Calabria. “Stiamo raccogliendo pezzature medie e al momento il mercat o è r i c e t t i v o : l a m e l a g r a n a è ormai considerata un superfood dal consumatore e l’arrivo del primo prodotto italiano è sempre molto atteso Siamo soddisfatti di poter servire il mercato con una qualità organolettica altissima - conclude Gallo - e al momento non registria-
mo altre problematiche in campagna: con l’ingresso della Wonderful la stagione entrerà nel vivo e se il clima non ci sarà ostile possiamo valorizzare nel modo migliore il lavoro dei nostri produttori”, ha concluso Natalino Gallo
Il Sud Italia - Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Lazio - si conferma, grazie al clima mediterraneo, zona particolarmente vocata per la coltivazione di melagrane
Orsero emerge t r a g l i s p e c i a l i s t i dei piccoli frutti
Da gennaio 2025 in piena funzione l’hub dedicato a Verona
Eugenio
Felice
Procede a passo spedito I Frutti di Gil, la joint venture tra Gruppo Orsero e Cerchia Holding per sviluppare un progetto di filiera dedicato ai piccoli frutti: i mirtilli, le more, i lamponi e i ribes. L’hub dedicato si trova a Verona, è tutto nuovo e dotato di tecnologie all’avanguardia per la lavorazione, il confezionamento e la conserva zio ne de i be rrie s. G ra nde impe g no sulla pro duzio ne , non solo in Italia ma anche in aree vocate all’estero. L a n o s t r a i n t e r v i s t a a i d u e c e o M a t t e o e L u c a M o l a r i
Il nuovo hub di Verona “Il nostro hub dedicato ai berries nasce nella nuova area costruita per allargare lo storico magazzino Fruttital di Verona. Fin dalle prime fasi del progetto I Frutti di Gil abbiamo individuato come altamente strategico lo sviluppo di uno spazio interamente dedicato alla lavorazione dei berries e, a partire da gennaio 2025, il nuovo impianto è entrato in piena funzione. Il magazzino si estende su una superficie di circa 1.300 mq, è suddiviso in due piani e dotato di macchinari all’avanguardia per la lavorazione dei piccoli frutti Abbiamo, infatti, investito in una delle tecnologie più moderne e complete sul mercato per la lavorazione, selezione e calibratura del mirtillo e, parallelamente, abbiamo lavorato per rendere progressivamente sempre più efficienti le linee dedicate a lamponi e more La struttura ospita anche la strumentazione per la termosaldatura dei packaging, che ha reso possibile il lancio del formato apri-chiudi, sempre più apprezzato dal mercato. Inoltre, al piano superiore sono operative, sin dalla
prima campagna cilena del 2025, le celle di conservazione dedicate al ribes. Lavoriamo costantemente al perfezionamento dei flussi operativi, all’ottimizzazione nell’utilizzo dei macchinari e al rafforzamento degli standard qualitativi: siamo convinti che la vera differenza risieda nei dettagli. Dal magazzino di Verona serviamo i clienti finali del Nord e Centro Italia, ma soprattutto riforniamo gli altri magazzini della rete Fruttital, a Firenze, Cagliari, Roma, Molfetta e Ispica È proprio questa dimensione di servizio capillare - sottolineano Matteo e Luca Molari - a costituire uno dei principali punti di forza de I Frutti di Gil: siamo gli unici in Italia a poter contare su una rete così solida ed estesa come quella del nostro Gruppo, in grado di garantire un ’assistenza costante e puntuale al cliente”
Una categoria strategica. “I frutti di bosco rappresentano per il nostro
I Frutti di Gil Srl è una joint venture nata nella primavera 2024 tra Orsero Spa e Cerchia Holding, rappresentata da Matteo e Luca Molari, specialisti nella selezione varietale e vivaismo di piccoli frutti Il sodalizio ha lo scopo di sviluppare un importante progetto di filiera dedicato ai frutti di bosco e permette di coniugare i punti di forza di entrambe le realtà L’hub è a Verona
Gruppo una categoria strategica e in forte espansione, con un peso crescente tra i prodotti che commercializziamo Distribuiamo, attraverso i due marchi F lli Orsero e I Frutti di Gil, le quattro referenze principali del mondo berries: mirtillo, lampone, mora e ribes. Copriamo interamente le 52 settimane dell’anno, valorizzando al meglio le diverse origini disponibili Il progetto I Frutti di Gil - spiegano Matteo e Luca Molari - pone una particolare attenzione alla produzione nazionale: stiamo infatti avviando progetti produttivi di rilievo che partiranno nei prossimi me-
si Operiamo nell’areale del Nord Italia con iniziative di filiera, ma siamo attivi anche al Sud, in Calabria e Puglia con lampone e mora e in Sicilia con un focus specifico sul mirtillo. Proprio dalla Sicilia arriveranno, tra qualche mese, i p r i m i m i r t i l l i n a z i o n a l i d e l l a nuova stagione”
“Accanto all’Italia, le altre origini fondamentali per il progetto sono Portogallo, Marocco, Polonia, Perù e Messico. In ciascuno di questi Pa-
esi collaboriamo con partner storici e sviluppiamo programmi continuativi per l’intera stagione Inoltre, grazie alle competenze varietali, lavoriamo per uniformare l’offerta proponendo le stesse varietà, indipendentemente dal Paese di provenienza, che si tratti dell’Italia o, ad esempio, del Marocco. Dal punto di vista dell’andamento del business ci riteniamo soddisfatti Il 2024 ha rappresentato il primo vero anno di attività per I Frutti di Gil: siamo un nuovo attore sul mercato, con grandi ambizioni e ancora tanta strada da percorrere. Le proiezioni per l’anno in corso in-
I Frutti di Gil è un omaggio al grande lavoro di Gilberto, padre dei ceo Matteo e Luca Molari, i quali hanno recentemente dichiarato: “La costante ricerca della qualità è sicuramente ciò che più accomuna Molari e Orsero ed è anche uno degli obiettivi cardine di questo progetto Qualità dei prodotti, ma anche dei servizi offerti a clienti e consumatori Siamo certi che con tanto impegno e passione, unite ad una scelta varietale ed una capacità distributiva uniche in Italia, saremo in grado di raggiungere l’obiettivo, grazie anche a una rete di ottimi produttori nazionali ed internazionali”
dicano un raddoppio del fatturato, a dimostrazione del rafforzamento della nostra posizione sul mercato. L’obiettivo, ora, è continuare a crescere e costruire il futuro”.
I trend in offerta “Partiamo da un punto fondamentale: in Italia, grazie agli areali del Nord e del Sud, è possibile estendere la finestra produttiva, ma l’offerta nazionale non è in grado di soddisfare appie-
no la domanda Per questo motivo l’importazione e la gestione ottimale delle diverse origini rappresentano un elemento essenziale per sviluppare progetti efficienti dedicati ai berries. Il nostro obiettivodichiarano Matteo e Luca Molaricomunque, è quello di lavorare per
incrementare quanto più possibile i volumi di prodotto italiano, che permette di rispondere a due esigenze: da un lato intercettare un trend di consumo che, in alcune circostanze, privilegia l’origine italiana; dall’altro, soprattutto per lampone e mora, caratterizzati da una shelf-life più ridotta, garantire una qualità superiore e una migliore conservabilità del prodotto Non necessariamente il prodotto locale “è migliore”, ma quasi sempre risulta “più fresco” Inoltre, lato clienti, accanto a chi si mostra più flessibile rispetto alle origini, ci sono realtà che quando disponibile, richiedono espressamente il prodotto italiano. Anno dopo anno riscontriamo un ’attenzione crescente anche al localismo, che rappresenta un ulteriore stimolo a proseguire su questa strada La percorriamo fin dall’inizio del nostro progetto, nato proprio con una distribuzione locale in Romagna, che prosegue tuttora”.
Come sta evolvendo la domanda? “I consumi di berries sono in costante crescita, trainati in particolare dal mirtillo che, anno dopo anno, continua a registrare un trend positivo, in Italia e a livello globale. Si riscontrano ancora alcuni momenti dell’anno in cui la disponibilità sul mercato è ridotta: questo determina inevitabilmente un repentino aumento dei prezzi di vendita, con conseguenti ripercussioni negative sui consumi. Analizzando più nel dettaglio il mirtillo, si osserva una crescente preferenza del
“ L’hub dedicato ai berries nasce nella nuova area costruita per allargare lo storico magazzino Fruttital di Verona. Fin dalle prime fasi del progetto I Frutti di Gil abbiamo individuato come altamente strategico lo sviluppo di uno spazio tutto dedicato ai berries ”
Matteo e Luca Molari (co-ceo I Frutti
di Gil)
consumatore per formati con grammature superiori rispetto al classico pack da 125g. Confezioni da 300g o 500g risultano infatti sempre più diffuse Un aspetto peculiare del mercato italiano, rispetto al resto d’Europa e del mondo, riguarda proprio la tipologia di packaging: i retailer del nostro Paese tendono a privilegiare il formato “bucket” o secchiello, mentre all’estero prevalgono i grandi formati “stesi” Intercettando e valorizzando alcuni trend, tra cui il crescente consumo del mirtillo come snack, abbiamo introdotto l’innovativo formato apri-chiudi. Siamo stati i primi in Italia a proporlo e la sua diffusione sul mercato è in costante aumento. Un risultato di cui siamo particolarmente soddisfatti e che conferma la bontà della nostra visione progettuale”
“Abbiamo anche le limited edition - aggiungono Matteo e Luca Molari - che rappresentano uno strumento utile per valorizzare il prodotto, comunicare in modo mirato i plus
dell’offerta e mantenere alta l’attenzione a scaffale. Queste iniziative contribuiscono a rafforzare la centralità del prodotto all’interno della gamma e a sostenerne la presenza commerciale con esposizioni dedicate o attività ad hoc, in Gdo ma anche nel canale tradizionale”
Packaging. “Per la categoria dei berries utilizziamo principalmente il packaging in r-PET, cioè vaschette realizzate con una percent u a l e d i m a t e r i a l e d e r i v a t o d a fonti riciclate Ad oggi, questa rappresenta la soluzione più efficace in termini di facilità di gestione a punto vendita, salvaguardia della shelf life del prodotto e valorizzazione del frutto. Accanto alle vaschette classiche, abbiamo introdotto inoltre un packaging unico sul mercato italiano, molto apprezzato dal canale tradizionale: un
cestino aperto da 125g, che permette di lasciare in vista il prodotto, valorizzandone la freschezza, le tinte e i profumi. Il pack è realizzato in carta 100% riciclabile, in linea con l’obiettivo del piano strategico di sostenibilità del Gruppo, mirato a ridurre l’impatto sul pianeta anche attraverso la scelta di soluzioni di packaging circolari”. “Un aspetto su cui lavoriamo giornalmente, al fine di trovare sempre la miglior soluzione di packaging, in grado di garantire qualità del prodotto, sicurezza alimentare e attenzione della shelf life Come Gruppo, infatti, ci impegniamo a utilizzare e favorire, in linea con le normative locali e le richieste dei nostri clienti, imballaggi più circolari che promuovano modelli di confezionamento efficienti, minimizzando gli sprechi di prodotto e di risorse, e garantendo al contempo la corretta conservazione di frutta e verdura”.
La corsa di Planet Farms: in dodici mesi triplica la quota a valore in Italia
Da Cirimido le insalate da vertical farming arrivano anche in Svizzera, Olanda e UK
Giancarlo Sbressa
Dal disastroso incendio della vertical farm di Cavenago alla ripartenza a Cirimido sono passati circa nove mesi. Nell’ultimo anno le insalate “più croccanti, più gustose, più sostenibili, più sicure e fresche più a lungo” hanno conquistato sempre più consumatori, non solo in Italia m a a n c h e i n a l c u n i m e r c a t i e s t e r i . A b b i a m o c hi e s t o al co-fondatore e CTO, Luca Travaglini, di fare il punto della situazione attuale e il quadro sui progetti in cantiere per l’espansione sui mercati internazionali
La vertical farm di Cirimido “È il nostro plant di ultima generazione che può produrre oltre 75 mi-la buste di insalata al giorno e a og-gi, nonostante uno sviluppo esponenziale dei volumi di vendita, riusciamo a soddisfare la domanda crescente anche grazie a continui miglioramenti nella capacità di crescita per mq Il nostro assortimento attuale - spiega Travaglinisi concentra sulle insalate, proposte in diverse varietà e mix innovativi e distintivi, ma produciamo anche basilico che poi rilavoriamo aggiungendo solo gli ingredienti che servono per produrre il nostro profumatissimo pesto fresco Una ricetta semplice e autentica, senza conservanti”.
“L’evoluzione dal rilancio, avvenuto a settembre 2024 è stata incredibile, tant’è che oggi abbiamo più che triplicato la nostra quota a valore in Italia toccando l’1,4% (tot Italia ISS - iper, super, superette) In aggiunta, abbiamo aperto nuovi e p o t e n z i a l i m e r c a t i c o m e U K , Olanda e Svizzera con retailer leader a livello nazionale. Cirimido è solo l’inizio: i nostri piani di espan-
sione prevedono lo sviluppo di altre unità produttive già dal 2027”
Innovazione che si fa strada. “Dal nostro ritorno sul mercato a settembre 2024 abbiamo dato grande importanza a ricostruire l’awareness di marca e soprattutto ad accelerare la crescita in penetrazione Lo abbiamo fatto mettendo in campo un piano di comunicazione a 360 gradi, studiato per coprire diversi touch point tra cui stampa,
out of home advertising, digital e social Per noi è importante instaurare un rapporto continuo con i nostri consumatori - dichiara Travaglini - e per questo abbiamo un piano costante di comunicazione sui nostri canali social, che registrano un engagement rate superiore alla media del mercato Inoltre, da marzo 2025 per 6 settimane abbiamo investito in una importante campagna TV che ci ha permesso di lavorare sulla conoscenza del brand. Il piano di comunicazione è solo una delle leve che ci ha permesso di continuare a crescere.
Altrettanto rilevante è stato l’ampliamento distributivo: sempre più clienti del canale Gdo e del fuori casa ci hanno scelto, riuscendo così a distinguersi e a far crescere il valore della loro offerta verso quella fascia di consumatori attenti al mangiar bene e che ricercano prodotti sani e di qualità”.
“Ampliando la riflessione alla categoria nella quale operiamo, oggi il mercato della IV gamma è estremamente competitivo e indifferenziato in termini di qualità e tipologie di prodotto. Da un lato cresce
la domanda di prodotti sani, freschi e sostenibili, dall’altro l’offerta tradizionale è schiacciata verso una competitività pressante e una q u a l i t à s e m p r e p i ù d i f f i c i l e d a mantenere Il mercato richiede creazione di valore attraverso un ’offerta realmente innovativa, non solo in termini di qualità di prodotto, ma anche di efficacia produttiva e sostenibilità Noi di Planet Farms affrontiamo questa sfida puntando su tecnologia e innovazione: il nostro sistema di vertical farming ci permette di garantire una qualità superiore e standard di sicurezza alimentare difficilmente paragonabili al resto dell’offerta. Inoltre, la nostra capacità di produrre in modo sostenibile, con ridotto consumo di acqua e suolo, azzerando l’uso di pesticidi, rappresenta un valore aggiunto sempre più riconosciuto dal mercato”.
La reazione del mercato. “Il segmento del vertical farming sta cre-
scendo a tripla cifra arrivando a pesare l’1,6% del valore del totale mercato della IV gamma (fonte Circana 09 2025) E questo anche grazie al nostro ritorno sul mercato. Il consumatore è sempre più consapevole ma soprattutto cerca sempre di più un prodotto di qualità e servizio Noi di Planet Farms abbiamo scelto di concentrarci sulla comunicazione dei vantaggi derivanti dalla nostra capacità di coltivare un prodotto più croccante, più gustoso e fresco più a lungo. Questo posizionamento ci sta dando molte soddisfazioni, con rotazioni in continua crescita su tutto il nostro portafoglio, a dimostrazione del fatto che c’è un ’esigenza non soddisfatta sul mercato che riusciamo a intercettare grazie alla nostra offerta unica”.
“Abbiamo obiettivi di crescita ambiziosi - sottolinea Travagliniperché siamo fermamente convinti della potenzialità del nostro modello Il sistema di vertical farming che abbiamo sviluppato contribuisce a dare una risposta concreta ad alcune delle grandi sfide che il mondo è tenuto ad affrontare.
Nella foto a lato l’assortimento di Planet Farms, composto da sei referenze di insalate, proposte in diverse varietà e mix innovativi e distintivi, e due referenze di basilico fresco e molto profumato, con e senza aglio, una ricetta semplice e autentica, senza conservanti Luca Travaglini: “Il nostro sistema di vertical farming ci permette di garantire una qualità superiore e standard di sicurezza ali mentare difficilmente paragonabili al resto dell'offerta Inoltre, la capacità di produrre in modo sostenibile, con ridotto consumo di acqua e suolo, azzerando l’uso di pesticidi, rappresenta un valore aggiunto sempre più riconosciuto dal mercato”
Il nostro modello di coltivazione prevede un controllo costante di tutti i parametri colturali tramite un software proprietario e il sistema di intelligenza artificiale Gaia VF. Questo sistema non solo monitora la crescita e lo stato di salute delle piante, ma identifica anche il momento ottimale per il loro raccolto, generando un flusso continuo di dati che, una volta analizzati, creano un ambiente ideale per le
colture, migliorando la produzione in ogni ciclo. Un approccio che permette di ottimizzare le condizioni di crescita delle piante, riducendo al minimo l’impatto ambientale e l’utilizzo di risorse naturali, a dimostrazione dell’impegno di Planet Farms a favore di un ’agricoltura più responsabile e sostenibile”
Il futuro di Planet Farms. “Abbiamo obiettivi ambiziosi di sviluppo
sia in Italia puntando ad entrare in nuovi clienti, sia all’estero. Stiamo già distribuendo in Svizzera e in UK da aprile e stiamo pianificando un possibile lancio in Scand i n a v i a L ’ i n v e s t i m e n t o i n u n a nuova farm nel Regno Unito è un passo fondamentale per la nostra espansione internazionale. L’impianto, operativo dal 2027, farà da apripista per l’ulteriore sviluppo d el n o st r o mo d e l l o ne i merc ati esteri La nuova joint venture con Swiss Life Asset Managers ci consentirà di accelerare la crescita fuori dall’Italia, mantenendo al contempo salda la nostra identità di azienda innovativa e sostenibile. L’obiettivo - indica Travaglini - è creare una rete internazionale di vertical farm capaci di garantire prodotti freschi e locali in ogni Paese, riducendo drasticamente la dipendenza dalle importazioni e le emissioni legate al trasporto”. “Parallelamente, stiamo sperimentando nuove colture nei nostri centri di ricerca che vanno ben oltre le varietà di insalate e basilico, con una particolare attenzione alle coltivazioni che hanno generalmente un importante impatto ambientale. Alcuni test - come su caffè e cotone - hanno dato risultati estremamente promettenti in termini di qualità e sostenibilità. La nostra filosofia rimane sempre la stessa: portare la rivoluzione del vertical farming dove può generare il massimo impatto positivo, sia in termini ambientali sia economici”.
Il finocchio è uno degli ortaggi più tipici dell’Italia, ormai disponibile tutto l’anno, apprezzato per il gusto ma anche per la sua versatilità in cucina, potendo essere gustato sia cotto che crudo In autunno la produzione del Fucino lascia spazio a quella della Puglia e la campagna entra nel vivo, come ci hanno riferito Gennaro e Ciro Paolillo, che con la sorella Mariapia sono i soci fondatori dell’azienda campana Paolillo, altamente specializzata proprio nel finocchio
“La siccità prima e il maltempo nella coda dell’estate poi - commentano - ha portato con sé rese scarse e una qualità non sempre omogenea. Giocoforza a settembre è arrivato meno prodotto sul mercato e le quotazioni, per le partite di qualità, sono state sostenute, con una domanda forte da tutti i canali. Ottobre è stato invece più interlocutorio, anche per un progressivo calo qualitativo: alla fine è sempre il clima ad avere l’ultima parola, trattandosi di produzioni in pieno campo ”
“In generale - dichiarano i Paolillo - si nota negli ultimi anni in Italia un calo dell’ortofrutta nel carrello della spesa. Si compra meno e si fanno acquisti più frequenti. Anche le promozioni sono diventate meno efficaci. Molto meno efficaci. Prima del Covid andavi a volantino e i volumi raddoppiavano o triplicavano, ora si va a un +10+20% Del resto le persone quelle quantità consumano. L’unica strada è quella di lavorare sulla qualità a 360 gradi, dal seme allo scaffale”.
Paolillo, con l’autunno entra nel vivo la campagna dei finocchi
Irene Forte
I l f i n o c c h i o è u n o d e g l i o r t a g g i p i ù v e r s a t i l i e s a l u t a r i , prodotto principalmente in Italia e ormai disponibile t u t t o l ’ a n n o g r a z i e a l l e p r o d u z i o n i n e l F u c i n o . N o n g l i manca nulla: idratazione, fibre, minerali e vitamine, c o n s a p o r e l e g g e r m e n t e d o l c e e a r o m a t i c o e p r o f u m o che ricorda l’anice. Paolillo: “Negli ultimi anni il carrello dell’ortofrutta degli italiani si è alleggerito, anche le promozioni sono meno efficaci, bisogna lavorare sul la qualità a 360 gradi, è l’unica strada. Sull’estero...”
“Novembre - aggiungono i Paolillo - è un mese complicato, perché la domanda dall’estero si spegne, essendoci produzioni in diversi Paesi come la Germania e l’Austria che con il cambiamento climatico hanno temperature più miti e favorevoli alla coltura del finocchio Quest’anno comunque non possiamo lamentarci, in estate abbiamo fatto un buon lavoro con l’UK, dove piacciono i calibri medio-piccoli”.
Paolillo Srl è un ’azienda fondata nel 1960 da Giuseppe Paolillo, padre di Ciro, Gennaro e Mariapia. Negli anni è diventata sinonimo di finocchi di alta qualità, coltivato nelle regioni più vocate del Centro e Sud Italia: la selezione accurata dei semi, la programmazione meticolosa dalle coltivazioni e l’attenzione scrupolosa dedicata a ogni fase della lavorazione sono sempre al centro dell’attività aziendale
Bayer, a Latina le serre hi-tech per le orticole di domani
“Semi di innovazione”: un centro all’avanguardia per le sementi Eugenio Felice
Bayer ha inaugurato le nuove serre a tecnologia avanzata presso il Centro Ricerche di Borgo Sabotino in provincia di Latina. Un investimento da 5,9 milioni di euro per raddoppiare le superfici dedicate alla produzione di seme, a conferma dell’impegno di Bayer verso l’innovazione e la crescita sostenibile del settore. Così Patrick
“
avanti nell’eccellenza del made in Italy”
Bayer ha inaugurato il 15 ottobre le nuove serre a tecnologia avanzata presso il Centro Ricerche di Borgo Sabotino in provincia di Latina, in quello che è uno dei distretti produttivi di frutta e ortaggi più importanti a livello nazionale. Arrivando da Roma lo si percepisce subito: distese a perdita d’occhio di filari di actinidia che si alternano a serre per gli ortaggi e campi arati, in quelle che una volta erano le Paludi Pontine e che oggi, dopo la “monumentale” bonifica del secolo scorso, è diventata una fertile e rigogliosa pianura, l’Agro Pontino, noto anche per il suo bel litorale e per il Parco nazionale del Circeo
Per Bayer non si tratta di un centro tutto nuovo in senso stretto, qui si fa ricerca e sviluppo sulle sementi per orticole da oltre 40 anni L’occasione però è importante perché con le nuove serre a tecnologia avanzata l’azienda vuole sottolineare il suo impegno per l’agricoltu-
ra italiana e per la ricerca a livello globale, per trovare soluzioni più efficienti, più soddisfacenti e più sostenibili per i coltivatori, i consumatori finali e per il pianeta. Un esempio concreto? Il finocchio, un simbolo del made in Italy, prodotto per l’85% nel nostro Paese, che fino alla metà degli anni ’80 si produceva per libera impollinazione ma che oggi, grazie alla ricerca scientifica si produce al 100% con varietà ibride che hanno determinato, rispetto al passato, un incremento delle rese del 30% e una grande omogeneità nei parametri qualitativi e nei tempi di raccolta Durante l’evento del 15 ottobre, cui ha partecipato anche Massimiliano Giansanti, presidente del Copa e di Confagricoltura, sono state presentate le potenzialità delle nuove strutture hi-tech, progettate per accelerare l’innovazione varietale delle sementi orticole - in particolare per peperoni (fot o a lat o) e pomodori - selezionate attraverso tecnologie all’avanguardia e pratiche sostenibili.
Patrick Gerlich, amministratore delegato Bayer Crop Science Italia
Una veduta aerea del Centro Ricerche di Bayer a Latina, che nel 2022 ha festeggiato i 40 anni di attività Situato su una superficie complessiva di 23 ettari, di cui 7,8 ettari dedicati alle serre e 15 ettari ai campi, il Centro Ricerche è impegnato nel miglioramento varietale di colture orticole come anguria, cavolfiore, finocchio, melanzana, melone, peperone e pomodoro Le nuove serre, ad altissima tecnologia, si estendono su tre ettari (una parte sarà operativa da dicembre) Quello di Latina è definito un “delivery hub”: è responsabile dello sviluppo di nuove varietà e della produzione di sementi per il mercato globale
(fot o qui s opra), ha affermato: “Siamo orgogliosi di questo traguardo, che rappresenta un ulteriore passo avanti nell’eccellenza del made in Italy Per noi l’Italia è un Paese molto importante, nel 2024 abbiamo festeggiato i 125 anni di presenza nel Paese. Le nuove serre sono un investimento strategico per rafforzare la competitività del settore agricolo, a ffrontando con determinazione le sfide globali legate alla sicurezza alimentare, al cambiamento climatico e a una popolazione che cresce ed è più longeva. Un investimento che è in linea con la missione di Bayer: He alt h for all, Hunge r for none - Salute per tutti, Fame per nessuno ” .
Bayer Crop Science, attraverso la s u a d i v i s i o n e V e g e t a b l e s c o n i marchi Seminis e De Ruiter, fornisce ad agricoltori e vivaisti sementi selezionate per portare sullo scaffale prodotti orticoli di alta qualità, contribuendo a una filiera alimentare più efficiente e sostenibile Il progetto delle nuove serre, che raggiungono nuovi standard sul piano della tecnologia e della sostenibilità e si estendono su tre ettari - uno dei due nuovi blocchi sarà concluso a dicembre - ha comportato un investimento comples-
sivo di 5,9 milioni di euro, accompagnato dal raddoppio delle superfici dedicate alla produzione di seme, a conferma dell’impegno di Bayer verso l’innovazione e la crescita sostenibile del settore. Con il suo impegno costante e la vocazione all’eccellenza, il Centro Ricerche Bayer di Latina si conferma un polo strategico per l’orticoltura a livello nazionale e internazionale “Le necessità e i bisogni della catena del valore dell’orticoltura sono sostenuti dalla ricerca, che contribuisce al continuo miglioramento varietale, e alla produzione di sementi di eccellente qualità a sua volta affiancata da una rete tecnico - commerciale al servizio
“ Le nuove serre sono un investimento strategico per rafforzare la competitività del settore agricolo e a f f r o n t a r e c o n d e t e r m i n a z i o n e l e s f i d e g l o b a l i , dalla sicurezza alimentare al cambiamento climatico fino alla popolazione che cresce ed è più longeva ” Pa
r i c k G e r l i c h ( c e o d i B a y e r C r o p S c i e n c e I t a l i a )
della filiera. Con questo ampliamento potremo fare un ulteriore passo in avanti per creare varietà innovative che soddisfino produttori e consumatori”, ha dichiarato Mauro Ferrari, unit lead di Vegetables by Bayer. Il Centro Ricerche di Latina, fiore all’occhiello dell’innovazione agronomica, ha celebrato nel 2022 i 40 anni di attività. Situato su una superficie totale di 23 ettari, di cui 7,8 ettari dedicati alle serre e 15 ettari ai campi, il Centro Ricerche è impegnato nel miglioramento varietale di colture orticole come anguria, cavolfiore, finocchio, melanzana, melone, peperone e pomodoro, con strumenti all’avanguardia come la macchina ScaleCam che con un software proprietario di Bayer genera una grande mole di dati Lo scopo è sviluppare varietà sempre più performanti, sostenibili e in linea con le esigenze dell’agricoltura moderna e del mercato globale. Lo stabilimento di Latina è stato infine il primo in Europa nel 2017 a istituire un gruppo dedicato alle tematiche di sostenibilità, confermando il ruolo pionieristico di Bayer nella ricerca agricola responsabile. L’inaugurazione ha rappresentato un’importante occasione di confronto, offrendo ai partecipanti la possibilità di dialogare con i ricercatori e approfondire le più recenti innovazioni nel settore orticolo Un momento che ha rafforzato il legame tra ricerca scientifica, territorio e filiera agroalimentare.
Qui sopra Elen Jones Evans, melon breeder, in una serra dedicata ai meloni, mentre spiega come il miglioramento genetico parta sempre dalle esigenze del mercato. Nella foto sotto il taglio del nastro con, da sinistra, Mauro Ferrari, unit lead di Vegetables by Bayer, Patrick Gerlich, ceo di Bayer Crop Science Italia, e Francesco Della Rocca, head of operations del Centro Ricerche di Latina
La Linea Verde, il sogno americano diventa realtà
Le zuppe DimmidiSì prodotte oltreoceano, in Canada e Usa
Eugenio Felice
La Linea Verde, primo gruppo della IV gamma in Europa con un fatturato di 378 milioni di euro nel 2024 e 8 siti produttivi tra Italia, Spagna, Francia e Serbia, inizia la produzione delle zuppe fresche DimmidiSì in Nord America, grazie agli stabilimenti in Quebec per il mercato canadese, operativo da novembre 2025, e in Ohio per il mercato statunitense, in via di costruzione e operativo da fine 2026. Intanto a settembre sono arrivate in Italia le zuppe fresche con una completa rivisitazione
A novembre le zuppe fresche di La Linea Verde raggiungono i consumatori del Canada, inizialmente solo con il marchio DimmidiSì, poi quando si raggiungeranno degli accordi con gruppi distributivi locali anche a private label. E non sarà una tutt'altro che semplice esportazione di prodotti freschi a temperatura controllata, ma una produzione in loco, nel sito produttivo predisposto ad hoc in Quebec, nella parte orientale del Canada. Che avrebbe dovuto servire anche la ricca e popolosa costa est degli Stati Uniti se The Donald non avesse deciso nel frattempo dazi a pioggia per tutti, soprattutto per i vicini del Canada Poco male, La Linea Verde non si è fatta scoraggiare e ha avviato la costruzione di un sito produttivo tutto nuovo in Ohio, che sfornerà le prime zuppe fresche, se tutto procederà come da programmi, a novembre 2026, appositamente per il mercato Usa A rivelare questi dettagli è stato il ceo di La Linea Verde Domenico Battagliola nel corso del press tour organizzato presso la sede centrale di Manerbio (Bs). La Linea Verde
è il più grande gruppo europeo della IV gamma - insalate in busta e piatti pronti freschi, tra cui le zuppe - con un fatturato 2024 di 378 milioni di euro e otto siti produttivi tra Italia, Spagna, Francia e Serbia Dieci se consideriamo le new entry, il Canada e gli Usa. Un gruppo a elevato grado di innovazione, basti pensare che negli ultimi tre anni sono stati investiti 30 milioni di euro per elevare l’automazione e migliorare le tecnologie, che sono già all’avanguardia, come hanno potuto constatare i giornalisti nel giro dello stabilimento di Manerbio, che nulla ha da invidiare alle industrie dell’hi-tech. Il gruppo lavora ogni giorno 250 tonnellate di materie prime provenienti dalle più vocate zone di produzione, in Italia e all’estero “Con oltre 1 500 referenze i nostri prodotti sono pensati per accompagnare i consumatori durante tutta la giornata, compiendo la missione di offrire tempo libero. Lo fanno con
La Linea Verde Spa è leader nei prodotti freschi pronti al consumo e punto di riferimento nel mercato delle zuppe fresche È presente in 25 Paesi, serviti da otto siti produttivi, con un fatturato che nel 2024 ha raggiunto i 378 milioni di euro (nel 2014 erano 195 milioni). Dalle sue linee escono 2 milioni di unità al giorno
autenticità, portando in tavola gusto e benessere senza compromessi”, ha spiegato nel corso del press tour Matteo Laconi, direttore marketing di La Linea Verde. Lo stesso approccio riservato al mercato del Nord America, dove l’offerta di zuppe DimmidiSì - un brand che in Italia ha una awareness dell’86% e che recentemente ha subito un deciso restyling con un nuovo look e nuove ricette - sarà declinata sui desiderata e sui gusti degli ameri-
cani. Ad esempio sarà modificato il packaging e la densità delle zuppe Lo spazio c’è, i consumatori di oltreoceano stanno riscoprendo i sapori autentici e sono sempre più attenti al cibo salutare, così anche i grandi retailer, da Walmart in giù, stanno riformulando i propri assortimenti.
Il rilancio delle zuppe fresche Con la fine dell’estate La Linea Verde ha scaricato a terra un progetto ambizioso che unisce restyling, ricette nuove e forti investimenti in comunicazione in collaborazione con l’agenzia Armando Testa per
“ Per le nostre zuppe non è solo un cambiamento d’immagine, ma il risultato di un percorso di ascolto, ricerca e innovazione continuo . Abbiamo tradotto
i n o s t r i v a l o r i i n p r o d o t t i c a p a c i d i r i s p o n d e r e a l l e
aspettative di un consumatore sempre più attento ”
D o m e n i c o B a t t a g l i o l a ( c e o L a L i n e a Ve r d e )
rafforzare la presenza del brand Un’evoluzione che unisce tradizione e innovazione, con l’obiettivo di offrire un prodotto ancora più vicino alle esigenze di chi cerca gusto, benessere e praticità quotidiana. “Non si tratta solo di un cambiamento di immagine, ma del risultato di un percorso di ascolto, ricerca e innovazione continua - ha spiegato Domenico Battagliola, ceo de La Linea Verde durante il press tour. Abbiamo tradotto i nostri valori in prodotti capaci di rispondere alle aspettative di un consumatore sempre più attento, senza rinunciare a freschezza, qualità e naturalità Questo progetto rafforzerà ulteriormente la nostra leadership e consoliderà il rapporto di fiducia con i nostri consumatori”. Le confezioni si presentano con un packaging ripensato, più moderno e funzionale. Logo più grande e al
centro, caratteri chiari e leggibili, elementi grafici distintivi rendono i prodotti immediatamente riconoscibili a scaffale. Prima di selezionare la veste definitiva tra le diverse proposte grafiche elaborate, La Linea Verde ha scelto di investire in un percorso di ricerca per comprendere quale fosse la soluzione più apprezzata dai consumatori. Con il supporto del partner Demoskopea, è stata realizzata un’indagine quantitativa su 1.200 panelisti (50% user e 50% non user), che ha confermato l’impatto positivo del nuovo design, percepito come naturale, gustoso, armonioso e in grado di trasmettere fiducia. La validazione è stata ulteriormente rafforzata grazie a una analisi
condotta da Thimus, azienda italiana leader globale nella sensory neuroscience, che integra dati neurofisiologici, analisi sensoriali ed elementi culturali per comprendere come emozioni, salute e comportamento influenzino l’esperienza gastronomica. Grazie a questo approccio unico sono state misurate le reazioni di oltre 100 consumatori di fronte alle diverse soluzioni grafiche proposte Il rinnovamento riguarda anche la proposta culinaria Nella linea da 620g debutta la Vellutata di Zucca e Bacon, che unisce la dolcezza della zucca alla sapidità del bacon, un ingrediente sempre più apprezzato (+3% dal 2020). Una ricetta che strizza l’occhio a un pubblico potenzialmente più giovane, in ottica di alimentare il target prospettico Nel formato monoporzione da 350g la gamma viene rafforzata con tre nuove ricette: Zuppa con Scarola, Fagioli e Carciofi, arricchita da peperoncino e salvia; Zuppa alla Milanese con Zafferano, reinterpretazione creativa di un piatto simbolo della tradizione italiana, realizzata con riso Ribe integrale; Minestrone con Broccoli e Asparagi, dove la cremosità dei broccoli incontra la freschezza vivace degli asparagi. Il lancio è stato accompagnato nei mesi di ottobre e novembre da una campagna di comunicazione multicanale ideata dall’agenzia Armando Testa che prevede spot TV e radio, attività digital e social con il coinvolgimento di content creators, con lo scopo di dare grande visibilità al brand.
In riferimento alla IV gamma sulla base di una ricerca consumer condotta alla fine 2024 di cui ha dato nota Unione Italiana Food , è emerso un aumento del 2% delle famiglie acquirenti (sfiorano quasi i 22 milioni), con una penetrazione cresciuta di 1 punto in un mercato che vale circa 1 miliardo Più in generale i prodotti di IV gamma sono molto apprezzati e consumati dalle famiglie italiane: circa 8 famiglie su 10 li acquistano, portando così la categoria a una penetrazione dell’84% L’interesse e il consumo verso la IV gamma è quindi in aumento, è necessario però intercettare i nuovi bisogni e trend
Con questo progetto, La Linea Verde conferma la propria missione: offrire al consumatore prodotti buoni, autentici e innovativi, capaci di unire gusto, benessere e tradizione italiana. Una curiosità? Nel corso dell’evento è stato confermato l’ottimo andamento di referenze dai gusti “regionali” come la Zuppa alla Trentina con Funghi e Speck
Taylor Farms: shopping in Italia? Il 24 ottobre, giorno in cui è stato organizzato il press tour a La Linea Verde, è stato in visita, la mattina presto, anche il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida, cui è stato chiesto espressamente di proteggere le filiere produttive italiane da possibili campagne acquisti da parte di player stranieri. Il settore della IV gamma, si sa, è vulnerabile: nonostante il miliardo di
euro di fatturato annuale in Italia, da anni vive un problema di redditività, soprattutto sulle insalate in busta, tanto che alcuni dei suoi attori, come Cultiva e Il Melograno, hanno chiuso i battenti Sono filiere che danno lavoro in Italia a decine di migliaia di addetti
A preoccupare maggiormente l’industria italiana della IV gamma è Taylor Farms, gigante americano che fattura oltre 7 miliardi di dollari con utili per centinaia di milioni, che sta facendo shopping in Europa Da poco ha infatti acquisito Bonduelle Germania e solo l’intervento dello Stato Francese ha impedito l’acquisto di Bonduelle France, ceduta poi a Les Cruidettes. In Italia le trattative sarebbe-
ro avanzate con almeno due operatori storici della IV gamma e un passaggio di mano pare essere imminente “Sicuro stanno entrando in Italia”, ci ha riferito un operatore ben informato su quanto sta accadendo. Il timore è che poi il colosso americano, forte degli utili realizzati oltreoceano, possa attuare politiche commerciali molto aggressive e sottocosto per conquistare il mercato italiano, assestando un colpo decisivo ai già fragili bilanci degli operatori italiani
Con lo scopo di ridare ossigeno al comparto, da alcuni mesi è stato aperto un tavolo di lavoro tra i player italiani della IV gamma che dovrebbe portare nel 2026 alla nascita di una AOP che riunirà alcune delle maggiori OP italiane della IV gamma Tra i capofila c'è La Linea Verde con il suo ceo Domenico Battagliola, che come lui stesso ha riferito nel corso del press tour del 24 ottobre a Manerbio (Bs) è il decano europeo dei “quartagammisti” L’OP di riferimento di La Linea Verde è Sole e Rugiada Tra i primi lavori dell’AOP ci potrebbe essere la collaborazione con Ismea per definire i costi lungo la filiera delle insalate di quarta gamma così da avere un’indicazione sui prezzi minimi, sotto il quale non si dovrebbe andare per non violare il D Lgs 198/2021 contro le Pratiche Sleali Inoltre, cosa non trascurabile, i prezzi minimi potrebbero impedire al Taylor Farms di turno di fare politiche di vendita sottocosto.
Brio fa meglio del mercato: visione, filiera e marca al servizio del biologico
Tra gli elementi chiave della crescita di Brio c’è la partnership con Alce Nero
Irene
Forte
Secondo i dati CSO Italy relativi al 2024, i consumi di ortofrutta biologica hanno registrato una ripresa netta sul 2023: certo, i valori non sono ancora tornati quelli del 2020 ma nel settore, dopo anni difficili, si respira un’aria senza dubbio migliore. In questo contesto di mercato Brio, società del Gruppo Alegra specializzata in ortofrutta bio, si è confermata ancora una volta come realtà di punta, capace di un dinamismo che le ha permesso di performare meglio della media nazionale
Brio ha chiuso, infatti, il bilancio 2024/2025 con un fatturato di 67,3 milioni di euro, segnando un +21% rispetto all’anno precedente. Una crescita significativa, che secondo il presidente Gianni Amidei è frutto di un percorso strategico, fondato su riorganizzazione, efficienza e affidabilità
“Dopo l’ottima performance dell’esercizio chiuso al 30 aprile, il 2025 da un punto di vista dei volumi, ci vede mantenere risultati stabilispiega Amidei. Il fatturato è cresciuto di poco, grazie a un aumento medio dei prezzi Dopo un ’ annata record come quella del +21%, l’obiettivo era consolidare, e in un contesto di mercato sfidante, possiamo dire di esserci riusciti”. Il dato più rilevante è però quello che riguarda il posizionamento. “Brio cresce ben più del resto del mercato nazionale - osserva Amidei - perché oggi siamo sinonimo di servizio, solidità, affidabilità In un momento in cui molte insegne stanno dismettendo o ridimensionando le linee Mdd biologiche, la Gdo torna a cercare interlocutori strutturati, con una filiera solida e una propo-
sta chiara. Ed è lì che Brio, anche grazie alla partnership con Alce Nero, fa davvero la differenza”.
Efficienza e filiera corta “La nostra crescita è frutto di una trasformazione profonda - spiega il presidente. Negli ultimi anni abbiamo lavorato per rendere l’azienda più efficiente sotto tutti i punti di vista: abbiamo accentrato attività, interrotto percorsi poco redditizi, ottimizzato la logistica, integrato meglio le competenze Tutto questo, però, mantenendo un controllo di filiera rigoroso, rafforzando ancora di più il legame con la base produttiva e rendendo l’organizzazione più leggera e performante. Oggi Brio è ancora più efficiente, lavora bene e garantisce qualità” Un modello che trova riscontro anche nella percezione del consumatore e dei partner commerciali. “Siamo rimasti coerenti rispetto alla nostra missione originaria - aggiunge - e questo nel tem-
Brio è il pilastro del biologico del Gruppo Alegra, con oltre 400 aziende agricole socie in 14 regioni italiane, una superficie coltivata pari a 1 690 ettari e una produzione annua di circa 45.000 tonnellate. Brio è partner di Alce Nero per la prima gamma bio, presidia i mercati italiani ed esteri con un ’offerta certificata e orientata all’innovazione varietale, alla sostenibilità e ai prodotti dalle caratteristiche organolettiche distintive
“ Sull’avocado abbiamo stretto una par tnership con
p r o d u t t o r i s i c i l i a n i p e r s v i l u p p a r e u n p r o g e t t o d i v a l o r e . L’ o b i e t t i v o è a s s i c u r a r e q u a l i t à e c o n t i n u i t à , presupposti
fondamentali per far crescere il consumo del bio anche in queste nuove filiere italiane ”
M a u r o L a g h i ( r e s p o n s a b i l e c o m m e r c i a l e B r i o )
po ha pagato”. Tra gli elementi chiave della crescita di Brio, Amidei sottolinea anche la partnership con Alce Nero, brand storico del biologico italiano “La collaborazione con Alce Nero, per il quale siamo produttori e distributori dell’ortofrutta di prima gamma, è un asset che continueremo a coltivare - sottolinea. Come marca per la gamma di ortofrutta bio per la Gdo, o anche in affiancamento alla Mdd, il valore forte, riconosciuto e credibile di Alce Nero si evidenzia: è un brand che viene scelto più facilmente a scaffale”.
Campagna autunnale. Come si pone Brio sul mercato dei prossimi mesi? “La campagna in corso si sta sviluppando secondo le aspettative, sia dal punto di vista della produzione che della risposta da parte della clientela - spiega Mauro Laghi, responsabile commerciale. Le mele bio hanno aperto la stagione con un andamento regolare e costante, in linea con la media storica, mentre il kaki - prodotto identitario per il gruppo - entra ora nel vivo: siamo partiti verso fine ottobre con il Rojo Brillante, varietà molto richiesta e in crescita costante, disponibile fino a Natale. Un prodotto che rispecchia perfettamente la nostra filosofia: tradizione, territorio e innovazione” Nel comparto kiwi, Brio conferma la propria forza su entrambe le tipologie, gialla e verde, con una campagna che garantisce prodotto per dodici mesi all’anno: “Abbiamo avviato la commercializzazione dei
frutti provenienti dai nostri socispiega Laghi -: registriamo volumi leggermente superiori rispetto al 2024, ottima qualità e grado Brix elevato La carenza di prodotto sul mercato lascia prevedere un ’ottima stagione, sapendo che Brio potrà garantire forniture fino a giugno prima dell’arrivo sul mercato del prodotto proveniente dall’emisfero sud del mondo” Riflettori anche sugli agrumi: la campagna è centrata sulle clementine calabresi - anche Igp - che rappresentano la punta di diamante di una gamma che include anche arance e limoni. Un’offerta che rimarca il solido radicamento di Brio
con i territori storici della frutticoltura meridionale. Un legame, quello con i produttori del sud che si evidenzia anche con l’importante lavoro che Brio sviluppa sul fronte delle orticole: “Operiamo in stretta sinergia con una rete consolidata di produttori in Sicilia e Pugliaspiega Laghi -: abbiamo rapporti di lunga data e alcuni nuovi ingressi con realtà che apprezzano la nostra filosofia dal campo al mercato Con questa squadra gestiamo le campagne delle orticole, valorizzando produzioni stagionali che rappresentano un tassello importante della nostra offerta bio nazionale”.
Infine, lo sguardo si allarga verso la frutta tropicale biologica, dove Brio sta investendo in nuove filiere italiane, a partire dall’avocado:
“
espandere la presenza nelle mense scolastiche e introducendolo in mense aziendali, ospedali e Rsa ”
“Abbiamo avviato una partnership con produttori siciliani per sviluppare un progetto di valore, con raccolta da metà novembre a fine marzo L’obiettivo è assicurare qualità e continuità, che sono presupposti fondamentali per far crescere il consumo del bio anche in questo segmento”. Il percorso sta offrendo riscontri interessanti e segna la direzione per le strategie future: “Stiamo testando anche mango e frutto della passione - conclude il responsabile commerciale Brio - I volumi sono ancora contenuti, ma il lavoro in corso segue lo stile del Gruppo Alegra: visione di lungo periodo, attenzione a tutta la filiera e approccio commerciale solido per garantire qualità e programmazione ai clienti e ritorno economico per i produttori”
Strategie per crescere. Dall’osservatorio privilegiato di Brio, però, un punto resta chiaro: c’è ancora spazio per crescere E quello spazio va presidiato Secondo Amidei, per fare sviluppare davvero il biologico in Italia servono due mosse chiare: una comunicazione più efficace e l’impegno delle strutture pubbliche. “Serve più divulgazione, ma fatta bene - avverte il presidenteÈ difficile spiegare i benefici del bio, eppure bisogna riuscirci Dobbiamo aiutare il consumatore ad andare oltre all’idea che biologico sia soltanto un prodotto: dobbiamo ricordare e valorizzare come biologico sia una scelta produttiva più
sostenibile e rispettosa dell’ambiente in cui viviamo: in questo senso possiamo dire senza alcun dubbio che quella del biologico è una scelta di benessere e salute per tutti” E qui entra in gioco il ruolo delle istituzioni. “Bisogna rilanciare il consumo di bio espandendone la presenza nelle mense scolastiche e introducendolo in quelle aziendali, negli ospedali, nelle Rsa. Qualche anno fa questa direzione era stata imboccata, poi il contenimento della spesa pubblica ha frenato tutto Eppure è lì che si può dare un segnale forte, strutturale. Il biologico può e deve diventare la scelta naturale per l’alimentazione pubblica”.
Quindi in che direzione va Brio, con Amidei riconfermato alla guida dell’azienda per un nuovo mandato? “Vogliamo rafforzare ancora di più l’integrazione con la base produttiva di Agrintesa, che è il nostro cuore pulsante. E al tempo stesso contribuire alla crescita del biologico italiano, che oggi ha bisogno di visione, stabilità, continuità” Accanto a lui, in questa nuova fase, ci sarà Aristide Castellari, presidente di Agrintesa e nuovo vicepresidente di Brio. “È un grande valore aggiunto - afferma. Insieme continueremo il percorso di valorizzazione del prodotto dei nostri soci” Le priorità? “Servizio, qualità, filiera E soprattutto le persone giuste: le competenze e la squadra fanno la differenza in un mercato sempre più selettivo”.
M
e l e , p r o s p e t t i v e
p o s i t i v e p e r
la nuova stagione
Si confermano la ricchezza varietale e i volumi regolari
Eugenio Felice
Avvio vivace in tutti i mercati per la campagna 202526 delle mele prodotte in Italia, che si distinguono sui mercati internazionali per l’elevato profilo qualitativo e un assortimento senza eguali. A livello varietale da segnalare il record negativo per Red Delicious, con 156 mila tons previste, e quello di segno opposto di Pink Lady con 133 mila tons Le altre varietà club hanno p i ù c h e r a d d o p p i a t o i v o l u m i i n 4 a n n i . R i m a n e f o r t e l’export, che vale il 50% dei volumi prodotti in Italia
I dati presentati al Prognosfruit di inizio agosto ci indicano che questa stagione ha buone potenzialità per risultare positiva per i produttori di mele, nonostante le diverse problematiche che sono state sottolineate anche durante il convegno svoltosi in Francia: la disponibilità sempre in calo di prodotti fitosanitari, il cambiamento climatico e le maggiori restrizioni a livello produttivo, la situazione europea che spesso manca di uniformità, e le continue tensioni globali che minacciano la stabilità del mercato.
Ciò nonostante, le previsioni di produzione lasciano il comparto melicolo ottimista per la stagione in corso, dove ci si aspetta condizioni in linea con l’anno concluso,
per quanto riguarda il mercato fresco e quello del trasformato, nel quale influirà la mancanza di prodotto di diversi paesi extra UE, come la Turchia. La produzione stimata, che si allinea a quella dell’anno precedente, lascia aperta una suggestione: che questi numeri rappresentino ora il nuovo potenziale produttivo europeo Le stime di produzione per il 2025 indicano un raccolto di mele in Europa che anche quest’anno sarà inferiore al potenziale storico di produzione, e che è stimato ad un totale di 10 455 000 tonnellate, un dato che quindi risulta sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno e inferiore del 7% rispetto alla media produttiva degli ultimi tre anni. A livello nazionale, la Polonia registra una ripresa dopo la scarsa produzione del 2024, con una stima di 3.300.000 tonnellate (+3%) Incrementi significativi an-
Ne hanno parlato tutti: Melinda ha inaugurato ad agosto la Funivia delle mele, primo impianto al mondo a fune dedicato al trasporto di frutta L’impianto in Val di Non unisce innovazione, sostenibilità e orgoglio made in Italy Lungo 1,3 km, eviterà oltre 5 000 viaggi in camion, rifornendo le celle ipogee Seppi: “La Funivia un esempio virtuoso di risorse PNRR ben investite”
Marlene, il brand del Consorzio VOG per le mele tradizionali, nel 2025 ha compiuto 30 anni e per l’occasione ha lanciato un concorso per il consumatore. “Il trentesimo anniversario è un traguardo significativo, che abbiamo scelto di celebrare mettendo ancora una volta al centro il consumatore Con questo concorso, vogliamo dare spazio alla creatività del pubblico, invitandolo a diventare protagonista di un viaggio oltre il gusto, per esplorare la ricchezza del mondo che si cela dietro una mela In palio, esperienze speciali in Alto Adige, là dove nascono le mele Marlene”, ha dichiarato il resp marketing Hannes Tauber
Produzione di mele per varietà in Italia
TOTALE mele da industria
TOT. Mele da tavola
che in Germania (+15%) e in Francia (+4%), così come in Repubblica Ceca e in Austria dove si tornerà a livelli normali, dopo l’ultimo anno di considerevole calo. Al contrario, a causa delle forti piogge primaverili, si prevedono cali produttivi in Spagna (-8%), Portogallo (-3%) e Grecia (-27%) In Scandinavia, la Danimarca mostra segnali di ripresa con un aumento del 14%, mentre in Svezia la produzione si mantiene stabile.
Per l’Italia, la produzione totale è stimata in 2,25 milioni di tonnellate, con un calo del 3% rispetto allo scorso anno. A livello regionale, si registra un aumento della produzione in Trentino (+5%), mentre è previsto un leggero calo in Alto Adige (-3%) e nella maggior parte delle altre regioni Particolarmente significativa la flessione attesa in Piemonte (-15%), che segue una annata 2024 caratterizzata da rese elevate. La produzione bio in Italia è in calo, con una diminuzione del 12% rispetto al 2024. Con 164.099 tonnellate, rappresenta circa il 7% dell’offerta complessiva
Per quanto riguarda le dinamiche varietali in Italia (t abe lla s opra), si segnala una crescita della Golden Delicious del 3%, che raggiunge una produzione di 688 326 tonnellate, recuperando dopo i livelli p a r t i c o l a r m e n t e b a s s i r e g i s t r
i nel 2024, ma ancora al di sotto del potenziale storico. In aumento anche le varietà club, mentre le varietà tradizionali mostrano un calo generalizzato In particolare, la Red Delicious registra una flessione del 21%, attestandosi a 156 366 tonnellate: si tratta del livello più basso mai registrato per questa varietà. Sono previste riduzioni signi-
Fonte: ASSOMELA
Anche nella nuova campagna Mela Val Venosta è in viaggio per l’Italia: sono previste tappe in Veneto, Toscana, Piemonte, Campania e Sicilia, con l’obiettivo di creare nuovi apple pairing con le specialità gastronomiche regionali, in collaborazione con Chiara Manzi, ricercatrice ed esperta della nutrizione culinaria antiaging “Un progetto che mette in dialogo culture culinarie diverse, unendo gusto e benessere secondo i principi della medicina culinaria”, ha spiegato Benjamin Laimer, responsabile marketing di VIP In foto la tappa in Veneto con l’incontro tra Mela Golden Bio Val Venosta e Formaggio Piave DOP
Italia, esportazioni per Paese per campagna commerciale (luglio
- giugno)
Aree di destinazione
UE27
Medio Oriente
Europa Extra UE27
Africa
Sudamerica
Estremo Oriente
Nord America
TOTALE
Destinazioni specifiche
Germania
Spagna
Paesi Bassi
Arabia Saudita
Israele
Egitto
Brasile
Regno Unito
ficative anche per la Gala (-7%) e per la Granny Smith (-16%). La Cripps Pink registra un aumento del 3% sul 2024, superando le 130 mila tonnellate e segnando un nuovo record produttivo Anche le altre varietà club confermano la loro crescita, con una produzione complessiva superiore alle 300 mila tonnellate. Si stima che le mele per il mercato del fresco prodotte in
Italia siano in linea con la media degli ultimi quattro anni, poco sotto i 2 milioni di tonnellate Qui sopra infine una panoramica delle esportazioni italiane per macroarea e per destinazioni specifiche. Da segnalare il superamento del milione di tonnellate nella campagna 2024-25, che equivale a circa il 50% della produzione nazionale, con un 63% che rimane nell’UE (+25% rispetto alla campagna precedente). La Germania resta la prima destinazione con 292 mila tonnellate esportate, vale il 28% dei
volumi complessivi esportati, in crescita del 22%. La seconda è la Spagna con 110 mila tonnellate e un +9%, quarta è l’Arabia Saudita con 63 mila tonnellate (+9%). La guerra sembra poi aver agevolato i flussi verso Israele, che ha assorbito oltre 41 000 tonnellate (+38% rispetto al periodo 2023/24 il maggiore delle ultime cinque campagne). L’Egitto è tornato su volumi più normali con volumi più che raddoppiati mentre il Brasile fa-17%.
Fonte: CSO ITALY
Il primo settembre è iniziata la campagna 2025-26 di Sambóa, accompagnata da un ’ambiziosa campagna di comunicazione e marketing sia b2b che b2c per rafforzarne la visibilità in Europa Tra le tante attività, Sambóa è stato partner ufficiale di Ironman ItalyEmilia-Romagna, confermando il proprio impegno a sostegno dello sport: più di 6 000 atleti provenienti da circa 80 Paesi hanno preso parte alla competizione (fot o a lat o)
“Nel weekend a Cervia - ha spiegato Giulia Montanaro, general manager di Sambóa - abbiamo incontrato persone straordinarie: atleti che sanno ispirare, che superano i propri limiti e che ogni giorno si allenano con un unico obiettivo, andare sempre oltre Noi di Sambóa siamo orgogliosi di sostenere quello spirito con un frutto autentico, ricco di energia, proprio come chi ha affrontato questa sfida incredibile”. Durante la manifestazione, Sambóa ha animato l’Ironman Village con uno spazio dedicato, dove sono state distribuite gratuitamente oltre 4 000 mele
Intanto cresce la rete globale: alla fiera Fruit Attraction di Madrid è stato annunciato l’ingresso di Blue Whale e Fruitcraft, numeri uno nelle mele in Francia e Nuova Zelanda, con 800 nuovi ettari dedicati a Sambóa Una partnership che conferma la visione globale del brand, che conta di raggiungere i 4.000 ettari coltivati a livello mondiale con una disponibilità costante per 12 mesi l’anno.
C r e s c e l a r e t e g l o b a l e di Sambóa. Il raccolto
d i 7. 5 0 0 t o n s s u p e r richiesto dal mercato
Irene Forte
Il primo settembre ha preso il via la campagna della mela Sambóa, progetto che fa capo al Gruppo Rivoira di Verzuolo (Cn). Grazie alle sue eccellenti qualità - il frutto è dolce, croccante, succoso, con il colore brillate - e una campagna marketing aggressiva, il mercato ha da subito assorbito copiosi volumi. Intanto a Fruit Attraction è stato annunciato l’ingresso nella rete globale di Blue Whale (Francia) e Fruitcraft (Nuova Zelanda) per 800 nuovi ettari. Raccolto 2025 previsto a 7.500 tons
Il network - che in Italia coinvolge il Gruppo Rivoira e i F.lli Clementi - stima per questa campagna una produzione di 7.500 tonnellate, con una progressione che dovrebbe portare a 15 mila tonnellate nel 2027 Entro quella data gli ettari a dimora in Italia saranno 500, con uno sviluppo futuro legato all’evoluzione del mercato. Mercato che, come scrivevamo, sta dimostrando di apprezzare molto questa mela.
La priorità, hanno fatto sapere i vertici a Madrid, è garantire la presenza sullo scaffale tutto l’anno fidelizzando il consumatore e crescendo gradualmente Sambóa, lo ricordiamo, è una selezione di tre varietà brasiliane - Luiza, Venice e Isadora - dalle caratteristiche organolettiche ed estetiche molto simili e con una grande resilienza al cambiamento climatico ed eccellenti doti di conservabilità
K i w i , a u m e n t a n o
i volumi raccolti trainati dal giallo
Il kiwi rosso, delicato e poco conservabile, resta una super nicchia
Eugenio Felice
Per la stagione da poco iniziata sono previsti raccolti superiori a quelli dello scorso anno, favoriti dalle maggiori superfici produttive e da un andamento climatico più favorevole allo sviluppo delle rese unitarie. La Grecia, dove operano anche molti italiani, rimane leader europeo con 367 mila tonnellate previste (+7%), segue l’Italia con 341 mila tonnellate e un notevole +17%, con quasi 130 mila tonnellate di kiwi giallo, che continua a essere piantato data l’elevata richiesta globale
A inizio autunno, come ogni anno, si è tenuta la conferenza dell’IKO - International Kiwifruit Organization a Vigo, in Spagna. L’organizzazione riunisce i principali Paesi produttori di kiwi a livello mondiale: Italia, Grecia, Francia, Nuova Zelanda, Cile, Spagna, Portogallo e Stati Uniti che ogni anno condividono informazioni e si confrontano sull’evoluzione del kiwi Erano inoltre presenti come invitati all'evento anche i rappresentanti del Sudafrica, Turchia e Cina, che di fatto è il primo produttore mondiale di kiwi, anche se in buona parte destinato al mercato interno asiatico Da quasi 30 anni CSO Italy fa parte di questo tavolo in rappresentanza dell’Italia e in questa o c c a s i o n e h a n n o p a r t e c i p a t o i n qualità di delegati i rappresentanti di Naturitalia, Jingold, Apo Conerpo e di OP Kiwi Sole/Spreafico. Per la stagione entrante sono previste raccolte superiori a quelle dello scorso anno, favorite dalle maggiori superfici produttive e da un andamento climatico più favorevole allo sviluppo delle rese unitarie.
La Grecia, con un volume previsto per il 2025/26 di oltre 367.000 tonnellate di kiwi, dovrebbe disporre di un raccolto superiore del 7% rispetto a quello della scorsa stagione, nonostante una pezzatura più piccola nel confronto con il 2024 L’espansione del raccolto è favorita dalle maggiori superfici a kiwi, arrivate quest’anno a 15.000 ettari, ma sembra che il rit mo d i impianto sia rallentato rispetto a qualche anno fa Sebbene in Grecia l'offerta sia in espansione da diversi anni, si osserva un progressivo calo dei rendimenti unitari nelle ultime stagioni legato all’influenza del cambiamento climatico che potrebbe limitare le proiezioni future in termini di offerta potenziale
E per l’Italia cosa possiamo aspettarci? Il nostro Paese dovrebbe disporre, per questa stagione di un volume di kiwi ancora in risalita rispetto allo scorso anno; sono attese circa 341.000 tonnellate a li-
L’Italia fino a 10 anni fa era leader indiscusso nel mondo nella produzione ed esportazione di kiwi dell’Emisfero Nord Poi sono arrivati problemi in produzione, come la batteriosi e la moria, e nuovi player si sono affacciati sui mercati Tra questi la Grecia, che anno dopo anno, gra-zie a territori vocati e prezzi più competi-tivi, è riuscita a soffiare il primato al nostro Paese, che nel frattempo si è sempre più spostato sui kiwi gialli, che valgono oggi quasi il 40% della produzione La regione più produttiva si conferma il Lazio con il distretto di Latina.
vello generale, quindi meno della Grecia, ma +17% sul 2024/25. Il raccolto di kiwi verde, con circa 208 mila tonnellate, dovrebbe salire dell’11% sul 2024; valutate 128 mila tonnellate di prodotto a polpa gialla, pari al +27% sul 2024 e poco più di 4 mila tonnellate di kiwi rosso (+10% sul 2024) Sul prodotto verde pesa la continua perdita delle superfici produttive, soprattutto nel Centro-Nord. Non si arresta, al contrario, l'ascesa dell’et-
taraggio delle varietà a polpa gialla, grazie anche all’entrata progressiva di nuovi club di prodotto; con numeri inferiori, segnano una crescita anche le superfici del rosso, con ulteriori investimenti già programmati per i prossimi anni. Attese rese migliori per il verde, in particolare nelle regioni del Nord, e una situazione più promettente per il giallo, sempre in merito alle rese medie Prevista una pezzatura media, con una distribuzione dei calibri normale, favorita da un andamento climatico meno problematico rispetto alla stagione 202425 ormai archiviata.
L’Italia è tra i Paesi scelti da Zespri per comunicare il lancio del primo bollino compostabile a livello domestico per la frutta, confermando il ruolo strategico del Paese per il brand e per il suo costante orientamento alla qualità e all’innovazione responsabile Come? Con una campagna outdoor a Milano a inizio estate, con due maxi affissioni di grande impatto visivo in due punti nevralgici della c ittà, in zona Brera e in zona Arco della Pace Il nuovo bollino T55, sviluppato da Sinclair in collaborazione con Zespri, rappresenta la soluzione più performante oggi disponibile sul mercato tra le etichette compostabili
Fonte: elaborazioni Fruitimprese su dati ISTAT
Prevista un ’offerta in netta espansione quest’anno, dopo una stagione precedente molto deludente in termini di volumi, soprattutto in Portogallo con 47 mila tonnellate (+50% sul 2024) e Spagna con oltre 33 mila tonnellate (+42%). In Francia il raccolto complessivo del 2025 tra kiwi a polpa verde e kiwi a polpa gialla potrebbe posizionarsi sulle 55 000 tonnellate (+10% sul 2024) A livello europeo, i volumi commercializzabili complessivi di tutte le varietà per quest’anno d o v r e b b e r o a m m o n t a r e a c i r c a 844.500 tonnellate, +14% rispetto
al raccolto 2024, un quantitativo leggermente superiore alle ultime stagioni, caratterizzate da un volume raccolto inferiore al potenziale produttivo disponibile Infine uno sguardo alle esportazioni di kiwi italiano nell’ultimo qui nquennio, dove si rileva un andamento piuttosto interessante: a fronte di volumi stabili tra 2020 e 2023 attorno alle 270-290 mila tonnellate, nel 2024 c’è stata una flessione marcata a 217 mila tonnellate (-25% 2024 vs 2023) Quello che p e r ò è c r e s c i u t o c o s t a n t e m e n t e anno dopo anno è il prezzo medio a kg di kiwi esportato, che è salito in 5 anni da 1,69 euro/kg a 2,59 euro/kg, segnando un +53%. Su questo risultato incidono le dinamiche
inflattive del periodo ma anche un miglioramento della qualità offerta dal kiwi italiano che ha permesso di posizionarlo in una fascia premium nello scacchiere mondiale: gli investimenti in campagna per migliorare le tecniche di produzione stanno dando i loro benefici così come quelli sull’innovazione varietale con un peso crescente dei frutti a polpa gi alla e rossa dalle elevate qualità organolettiche Le cinque principali destinazioni del kiwi italiano sono la Germania, che nel 2024 ha assorbito il 25% del nostro export, segue la Spagna con l’11%, mentre Belgio, Usa e Francia sono tutte e tre all’8% ciascuna.
Italia, export italiano di kiwi
“La scelta di affiancare i kiwi Jingold a uno dei personaggi più iconici e amati del mondo dell’animazione risponde alla volontà di unire la freschezza e la qualità dei kiwi premium a un racconto di energia, ottimismo e condivisione - ha dichiarato Federico Milanese, marketing manager di Jingold. L’ultimo capitolo della saga di SpongeBob, con la sua vitalità e la capacità di parlare a pubblici diversi, diventa così ambasciatore di un progetto che valorizza il consumo di frutta in chiave positiva e coinvolgente”.
Un legame rafforzato anche dal colore giallo, cifra distintiva sia del personaggio SpongeBob sia di Jingold, che nasce nel 2001 proprio come specialista del kiwi a polpa gialla e su questo ha costruito la p r o p r i a i d e n t i t à i n t e r n a z i o n a l e Oggi l’innovativa azienda italiana - presente in tutto il mondo con una gamma completa di kiwi gialli, rossi, verdi e biologici - è pronta ad affrontare la nuova stagione produttiva e commerciale con ottimismo: si stima infatti un aumento di volumi nell’ordine del 20% per il kiwi a polpa gialla e una crescita del 10% anche per l’Exotic Red a polpa rossa.
Il co-branding con “SpongeBobUn’avventura da Pirati”, in uscita a Natale in Germania e il primo gennaio 2026 in Italia riguarda il mercato italiano e quello tedesco e coinvolge le confezioni di kiwi a polpa gialla e di kiwi a polpa rossa Jingold nei formati da 500 grammi e 3 frutti. Ogni pack sarà persona-
Jingold e SpongeBob:
u n c o - b r a n d i n g p e r
r a c c o n t a r e l ’ e n e r g i a d e i k i w i p r e m i u m
Irene Forte
Jingold, lo specialista globale dei kiwi, ha inaugurato la nuova campagna commerciale con un progetto di comunicazione ad alto impatto, nato dalla collaborazione con Paramount Pictures per l’uscita al cinema di “SpongeBob - Un’avventura da pirati”. L’iniziativa, presentata in anteprima a Fruit Attraction, consiste in un co-branding che vede i kiwi premium Jingold protagonisti di un concorso a premi. Intanto per la campagna 2025-26 crescono i volumi di kiwi giallo e rosso
lizzato con un ’etichetta a tema, che rimanda al concorso instant win attivo dal 1° dicembre 2025 al 31 gennaio 2026. Tutte le confezioni sono eco-friendly, in linea con la strategia di Jingold che punta a una gestione sostenibile della filiera, dalla scelta dei materiali di imballaggio alla tracciabilità dei prodotti.
Attraverso il qr code stampato sull’etichetta, i consumatori potranno
registrarsi e partecipare all’estrazione giornaliera di biglietti per il cinema, con la possibilità di vivere l’avventura sul grande schermo insieme a SpongeBob e ai suoi amici La campagna non si limita al concorso, ma sarà sostenuta da un articolato piano di comunicazione integrata che prevede azioni sui social media, contenuti digitali dedicati e attività di engagement nei punti vendita
P e
re , i l f u t u ro s i c h i a m a
E de n G ol d. N u ova
s t a g i on e a l ra ddoppi o
Con la produzione nell’Emisfero Sud la disponibilità sarà di 12 mesi l’anno
Carlotta Benini
Eden Gold è la nuova pera rustica e resiliente che promette di rilanciare la pericoltura italiana. Frutto dell’incrocio tra pero europeo e asiatico, si distingue per produttività, resistenza alle principali patologie e lunga shelf life. Con 130 ettari già impiantati in Italia, volumi raddoppiati nella nuova stagione e una prossima produzione in Sudamerica, Greenyard Fresh Italy punta a f a r n e l a p e r a d e l f u t u r o , p e r c h é p r o m e t t e g u s t o s u p e r al consumatore e ritorni economici al produttore
È una pera rustica e resiliente, che ben si adatta alle nuove sfide dettate dal cambiamento climatico, caratterizzata da una produttività elevata e da una lunga shelf life. Succosa, croccante, dolce e aromatica: è un frutto eccellente dal punto di vista organolettico e gustativo, ma soprattutto garantisce un r i t o r n o e c o n o m i c o a l l e a z i e n d e agricole, riportando fiducia in un comparto - quello pericolo - che vede nell’Emilia Romagna la sua culla di eccellenza, ma che oggi affronta patologie e difficoltà economiche Eden Gold è una scommessa firmata Greenyard Fresh Italy, che ha la licenza esclusiva p er la commercializzazione in Italia e in Europa di questo innovativo frutto, nato da un incrocio interspecifico fra pero europeo e pero asiatico. La varietà è del breeder Ben Dor, mentre Uzi Cairo dell’azienda Cairo & Doutcher è distributore esclusivo per l’Italia delle piante
Le caratteristiche e i piani di sviluppo della pera “celestiale” sono stati illustrati il 12 agosto nel Ferrarese, presso l’azienda Contin di Sabbioncello San Vittore, che ha
ospitato l’Open Day Eden Gold ha un portamento rigoglioso e vigoroso. “Questa innovativa pera snack, che ha diverse somiglianze con una mela, mostra una capacità produttiva che non vedevamo da tempohanno raccontato all’open day Matteo Ferrari e Lauro Simeoni (fot o s ot t o) di Fruit Net System, società che segue il progetto per la parte tecnica e agronomica - La pianta ha un ’elevata fertilità, ritorno a fiore abbondante e un fabbisogno li-
Eden Gold è una scommessa di Greenyard Fresh Italy, che ha la licenza esclusiva per la sua commercializzazione in Italia e in Europa Questo innovativo frutto, nato da un incrocio interspecifico fra pero europeo e pero asiatico, è una varietà del breeder Ben Dor, mentre Uzi Cairo, dell’azienda Cairo & Doutcher, è distributore esclusivo per l’Italia delle piante Ad oggi sono 130 gli ettari piantati in Italia.
“ Nel 2024-25, con circa 300 tons, abbiamo avviato le prime vendite coinvolgendo cinque gruppi della Gdo tra Italia, Germania e Austria, con riscontri molto positivi. Oggi, con la nuova campagna entrata nel
v i v o , i v o l u m i s o n o r a d d o p p i a t i a 6 0 0 t o n n e l l a t e ”
Roldano
Calzolari (vicepres. Greenyard Fresh Italy)
mitato di ore di freddo (minimo 150). È inoltre una varietà resiliente, adattabile a tutti i climi” Ad oggi sono 130 gli ettari impiantati in Italia, il 60% al Sud e il 40% al Nord L’obiettivo è raggiungere i 400-500 ettari entro il 2030. L’elevata produttività si combina alla resistenza ai patogeni, caratteristica che la rende la pera del futuro. Non è sensibile a Alternaria spp e Stemphylium vesicarium (maculatura bruna) né a Venturia purina (ticchiolatura) ed è poco sensibile a Erwinia amylovora (fuoco batterico).
Pera crunch e a spreco zero. Eden Gold ha un elevato contenuto di sostanza secca e un tenore zuccherino superiore ai 16 gradi brix, caratteristiche che, unite alla freschezza, la rendono adatta anche ai gusti delle fasce più giovani, che prediligono frutti dolci e aromatici. Per il suo concept di pera snack non richiede calibri grossi, risultando ideale anche per la merenda dei più piccoli Determinante la shelf life, molto elevata Si conserva ottimamente in cella in atmosfera controllata e l’utilizzo dello Smart Fresh non compromette le sue caratteristiche organolettiche: questo permetterà di arrivare fino ad aprile/maggio con un prodotto ancora vivace A casa, poi, si conserva nella fruttiera per 10-15 giorni, in frigorifero fino a un mese: è una pera zero sprechi
Prospettive. Dello sviluppo commerciale ha parlato all’Open Day
Roldano Calzolari, vicepresidente e membro del board di Greenyard Fresh Italy. Nella scorsa stagione, con circa 3 mila quintali, l’azienda ha avviato le prime vendite coinvolgendo cinque catene della Gdo tra Italia, Germania e Austria, con riscontri molto positivi Oggi, con la nuova campagna nel vivo, i volumi sono raddoppiati a 600 tonnellate. “La commercializzazione, iniziata a fine settembre, ci sta dando grandi soddisfazioni - rivela Calzolari, con cui abbiamo rifatto il punto a fine ottobre - Abbiamo aperto un nuovo canale in Francia e rafforzato la presenza in Germania e Austria: in entrambi i Paesi catene di primo livello hanno inse-
rito Eden Gold nella propria linea premium in co-branding”. In Italia il prodotto è disponibile nei punti vendita di due principali catene nazionali. La commercializzazione, con i quantitativi disponibili, proseguirà presumibilmente fino a febbraio/marzo “Ma dal prossimo futuro, con il progressivo aumento delle superfici, contiamo di arrivare fino a maggio/giugno”, aggiunge.
Infine un’importante novità che riguarda l’avvio della produzione anche nell’Emisfero Sud “Quest’anno avvieremo i primi impianti in Sudamerica - conclude Calzolari, che saranno produttivi nei prossimi 2/ 3 anni: l’obiettivo è quello di portare Eden Gold sui banchi dei supermercati per 12 mesi l’anno”.
Si è tenuto a Castrocaro (FC) il convegno “Mele, la salute passa dalle nostre sane abitudini alimentari”, promosso da Melinda e Maria Cecilia Hospital da cui è emerso tra alimentazione e medicina un legame sempre più stretto, ma purtroppo norme complesse sulla comunicazione al consumatore finale limitano gli sforzi di sensibilizzazione
La questione interessa in primo luogo l’indicazione delle proprietà salutari degli alimenti. Un aspetto normato a livello continentale. “La stretta relazione tra alimentazione e salute ha indotto il legislatore europeo a regolamentare la comunicazione ai consumatori delle proprietà salutistiche degli alimenti attraverso l’emanazione di un Regolamento, il numero 1924 del 2006, che prevede che un health claim debba essere dimostrato, oltre che da studi preclinici, anche da ricerche sull’uomo”, ha spiegato Maria Teresa Daglia, ordinaria di Chimica degli Alimenti presso l’Università Federico II di Napoli. “Un tempo appannaggio esclusivo dei farmaci, questi studi devono dimostrare la relazione causa-effetto tra il consumo di un alimento e le sue proprietà per la salute”.
D O L E F O O D C O M P A N Y C O N M I N E C R A F T
Dole Food Company ha annunciato una nuova partnership rivoluzionaria con Minecraft, il videogioco più popolare al mondo, per ispirare stili di vita più sani attraverso il gioco interattivo, l’educazione e il divertimento alimentato dalla frutta fresca. Dole dà il via a una campagna di comunicazione globale articolata in più fasi, lanciata simultaneamente in Nord America e in Europa e incentrata sulla visione condivi-
Per superare questo ostacolo, si è detto al convegno, è necessario creare un nuovo ponte tra imprese, istituzioni e distributori per sviluppare nuove soluzioni e strategie innovative a sostegno di una comunicazione più consapevole e trasparente. Un appello condiviso dai rappresentanti della Gdo, che hanno sottolineato l’importanza di un dialogo efficace per promuovere le richieste che interessano l’intera filiera.
sa di consentire a tutte le generazioni di scegliere sane abitudini. L’iniziativa, denominata “Make the World a Healthier Place”, si svolge da ottobre 2025 a marzo 2026, coinvolgendo Stati Uniti, Canada, Germania, Italia, Grecia e Paesi Bassi. La campagna mostra come alimenti nutrienti possano dare l’energia giusta per le attività quotidiane e il gioco, promuovendo un corretto stile di vita e fornendo consigli semplici e pratici su idratazione e alimentazione Tutte le risorse sono disponibili su Dole.com e su una landing page dedicata. Per portare l’esperienza di gioco anche fuori dallo schermo, Dole ha lanciato due serie di sticker in edizione limitata per le banane e uno speciale collarino per l’ananas.
“La partnership con Minecraft rappresenta per Dole un nuovo appassionante capitolo nella sua missione di ispirare le famiglie a rendere il mondo un posto più sano ” , ha affermato William Goldfield, director of corporate communications di Dole Food Company “Unendo divertimento, creatività ed educazione entriamo in contatto con una nuova generazione di consumatori in modo naturale ed entusiasmante, per mostrare non solo da dove proviene il cibo e come viene coltivato, ma anche come gli alimenti giusti possano essere parte delle loro avventure, nel gioco e nella vita reale”.
È una campagna commerciale decisamente promettente e caratterizzata da un ’elevata qualità quella che è partita nella seconda metà di settembre per Candine, il marchio della mela club (varietà RegalYou) che Apofruit produce in esclusiva sul territorio italiano
“La produzione di Candine, che per le sue caratteristiche organolettiche si pone come alternativa a Fuji, anticipando peraltro questa cultivar di una decina di giorni, sta continuando a crescere ” , ha spiegato Enrico Zignani, category manager Apofruit per le mele. “Quest’anno, in quattro areali di altrettante regioni - Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Trentino, avremo in produzione 130 ettari, contro i 120 del 2024. Prevediamo quindi una campagna da circa 40 mila quintali, di cui il 20% biologici, rispetto ai 35 mila quintali complessivi dello scorso anno ”
La qualità dei frutti si presenta come un elemento chiave. “L’andamento stagionale è stato positivo - prosegue Zignani - per cui le mele hanno acquisito un ’ottima colorazione e un calibro ottimale, rispondente alle attese. Un fattore, questo,
che auspichiamo trovi il giusto riscontro anche sui mercati. Del resto, le premesse per fare bene ci sono tutte: Candine è dolce, croccante, succosa ed estremamente aromatica; anno dopo anno sta aumentando il proprio indice di gradimento e la sua riconoscibilità agli occhi del consumatore finale”
La campagna 2025/26 è definita anche nelle sue destinazioni: il 60% della produzione sarà commercializzato in Italia, mentre il 40% sarà suddiviso tra Europa e oltremare”.
Con l’avvio dell’anno scolastico 2025/26 è ripreso il “Frutta Party”, il progetto di educazione alimentare promosso da Battaglio, l’azienda nata a Torino nel 1972 e oggi tra i principali player nella distribuzione di frutta esotica. Giunto alla 20ª edizione, si conferma un’iniziativa di responsabilità sociale
capace di diffondere la cultura del cibo e le buone abitudini alimentari in maniera divertente e coinvolgente, conquistando bambini, insegnanti e famiglie. Una proposta di forte attualità: secondo il Rapporto “Cibo e Bambini” della Fondazione Aletheia solo una quota minima di bambini e ragazzi tra i 3 e i 19 anni segue quotidianamente una dieta sana basata sul consumo di almeno quattro porzioni di frutta o verdura Il progetto prevede un ’ ora di attività integrata nella programmazione scolastica: un viaggio nel mondo della frutta guidato da animatori esperti che ne raccontano curiosità e benefici con storie e aneddoti divertenti.
In vent’anni, “Frutta Party” ha coinvolto oltre 2.300 classi, 73 mila bambini in più di 20 comuni del Piemonte. È un’iniziativa senza scopo di lucro che testimonia l’impegno di Battaglio per la comunità locale, con l’intenzione di arrivare presto anche in altre regioni “Non è solo un progetto di educazione alimentare, ma è un viaggio alla scoperta della bontà dei prodotti della natura. È il nostro impegno concreto con per generare un impatto positivo e duraturo facendo conoscere ai piccoli l’importanza di valori fondamentali come la sana alimentazione, la sostenibilità e il rispetto per il cibo”, ha commentato Luca Battaglio, ceo di Battaglio Spa.
C o r t i l i a r a g g i u n g e n u o v e c i t t
à grazie al sodalizio con Amazon iFresh | Irene Forte
Cortilia, “una storia di freschezza, gusto e artigianalità”, come si definisce, ma anche “”lo slow food nell’era dell’on demand economy”, e il colosso Amazon rafforzano la loro collaborazione: dopo Milano e Monza, il servizio di consegna della spesa si espande alle città di Torino, Bologna, Genova, Reggio Emilia, Modena e aree limitrofe. Oltre 4.000 prodotti, consegna rapida e offerte dedicate ai clienti Prime
Ne avevamo già parlato a febbraio ed ora eccoci qui: un nuovo step, un nuovo capitolo della combo che vede come protagonisti Cortilia e Amazon Si era partiti con la consegna dei prodotti Cortilia da parte di Amazon su Milano e Monza. Ora il servizio di consegna a domicilio si allarga ad altre città. Da settembre, infatti, i clienti Amazon di Torino, Bologna, Genova, Reggio Emilia, Modena e aree limitrofe possono scoprire e acquistare tutto il necessario per la propria spesa quotidiana all’interno del nuovo store Cortilia su amaz on it /cort ilia “Siamo felici di poter espandere il servizio Cortilia in nuove città italiane, tra le quali alcune già coperte dal servizio Amazon Fresh, e offrire questa esperienza d’acquisto a un numero sempre maggiore di clienti Amazon in Italia”, ha dichiarato Christophe Benoist, head of grocery partnership di Amazon Italia e Francia “La possibilità di ricevere la spesa comodamente a casa, con rapidità, attenzione alla qualità e prezzi competitivi è ciò che i nostri clienti cercano ogni giorno. La collaborazione con Cortilia, partner riconosciuto per l’eccellenza dell’offerta e la cura verso ogni dettaglio, ci consente di arricchire ulteriormente il nostro servizio e rispondere con efficacia alle esigenze di chi sceglie Amazon per la propria spesa quotidiana”
L’assortimento di Cortilia disponibile su Amazon conta oltre 4 000 prodotti, che spaziano dai freschi di
alta qualità agli articoli da dispensa, dai vini pregiati ai prodotti per la casa, fino alla cura della persona e degli animali
I clienti residenti nelle nuove città coperte possono ricevere la propria spesa in un giorno, per ordini effettuati entro le 23:00 del giorno precedente Il servizio è attivo sette giorni su sette a Torino, Bologna, Reggio Emilia, Modena e aree limitrofe, mentre a Genova le consegne sono garantite dal lunedì al sabato. L’ordine minimo è di 39 euro e le consegne possono essere effettuate in finestre di 2 ore o di 6 ore, con costi che variano in base all’importo e alla modalità scelta
Per i clienti Amazon Prime è prevista un ’offerta di lancio che consente di ricevere la spesa in finestre di 2 ore senza costi aggiuntivi per ordini superiori a 90 euro. È inoltre possibile programmare ordini settimanali ricorrenti a partire da un carrello precompilato, o pianificare le consegne fino a tre giorni in anticipo Il nuovo store Cortilia su Amazon è disponibile per tutti i clienti delle aree interessate, anche per chi non è iscritto a Prime
Parallelamente continua a crescere anche Amazon Fresh, già attivo su Roma, Milano, Monza, Torino, Bologna e aree limitrofe, che offre un ’ampia selezione di prodotti alimentari e di uso quotidiano, dai freschi ai non deperibili, dagli articoli per la casa ai prodotti di bellezza, con la possibilità di riceverli in giornata a prezzi sempre competitivi