EXL - Magazine sulle eccellenze toscane della Tecnologia, Innovazione, Ricerca e Impresa. n°4/2021

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l’intervento di ...

Turismo e infrastrutture Serve una revisione sostenibile Sustainable tourism

NICOLA BELLINI

Istituto di Management, Scuola Superiore Sant’Anna

n questa fase di incerta ripresa del mercato turistico, continua, seppure in modo confuso e sottotraccia, la riflessione sul turismo del futuro. Di questa riflessione dovrebbe far parte anche una revisione di come sinora abbiamo guardato al rapporto tra turismo e infrastrutture. Il grande sviluppo del turismo prima del 2020 era stato caratterizzato so-

I

prattutto dall’espansione del turismo internazionale che era stato tutt’uno con la crescita del traffico aereo. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, nel 2019 il 59% del turismo internazionale privilegiava questo tipo di trasporto contro il 35% che utilizzava quello su strada, il 5% quello sull’acqua e solo l’1% quello ferroviario. Era però già evidente l’insostenibilità di un’ulteriore crescita indiscriminata, con sempre nuove rotte, nuovi aeroporti e nuove piste. In una campagna di poco precedente lo scoppio della pandemia, KLM (Air France) già chiedeva ai propri clienti di “volare responsabilmente”, preferendo – dove possibile – mezzi di trasporto meno impattanti o rinunciando al viaggio d’affari a favore di

diverse modalità di comunicazione (teleconferenze). Al tempo stesso dominava, specie per il trasporto su ferro, il tema della velocità. Grandi progressi sono stati realizzati e molti sono ancora da compiere, in particolare nel Mezzogiorno. Il turismo però oggi deve interrogarsi in modo altrettanto impegnativo sul tema dell’accessibilità dei territori, il cui impatto economico potrebbe rivelarsi maggiore di qualche occasionale sforbiciata sui tempi di percorrenza delle linee regionali. La questione riguarda non solo le ferrovie, ma più in generale il trasporto pubblico. Oggi si parla tanto di mete alternative, di turismo rurale e delle aree interne, di maggiore diffusione dei flussi turistici sul territorio e ingenti risorse vengono promesse per lo sviluppo dei “borghi”. Eppure, nella situazione attuale, ciò sarà possibile solo con la mobilità privata (ossia l’automobile), con evidenti conseguenze ed esigenze (strade, parcheggi etc.). È questo il turismo sostenibile? La questione delle infrastrutture va poi allargata ben oltre il tema della mobilità. Molti dei “nuovi turismi” di cui si discute in questi mesi esprimono esigenze di infrastrutturazione tutt’altro che banali. La domanda non è quella di uno sviluppo generico delle infrastrutture, ma di coerenza con una visione complessiva dello sviluppo territoriale. Nei borghi si vorrebbe rilanciare una residenzialità, anche solo di breve termine, che può riguardare diverse categorie di persone in fuga da contesti metropolitani congestionati: dai pensionati alla ricerca di un clima più salubre e di uno stile di vita più adeguato ai lavoratori, in primis quel-


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