LâETĂ DELLA TARDA REPUBBLICA
10. La poesia neoterica e Catullo
LETTURA e INTERPRETAZIONE Una rielaborazione originale e personalissima
PERCORSOâANTOLOGICO
Catullo rielabora lo spunto offerto dalla tradizione in un piccolo capolavoro di dotta e raffinatissima âarte allusivaâ, certo non senza screziature di garbata ironia; nello stesso tempo lo innesta originalmente nel vissuto personale della propria vicenda amorosa e vi infonde una grazia spontanea, unâintensitĂ di sentimento nuova, tutta e soltanto sua, quando ricorda con vividi, delicatissimi tocchi descrittivi il passerotto vivo e saltellante (vv. 6-10) o quando contempla con tenerezza il pianto nei begli occhi della sua donna (vv. 17-18). Il poeta romano tocca di colpo profonditĂ impensabili nei modelli: lâumanizzazione del passerotto prepara lâaccostamento della sua vicenda alla sorte umana, allâinesorabile destino di morte che tutti ci attende (vv. 11-15; cfr. 5, 3-5 [ T7]).
Strutture del componimento: il lamento funebre
Il componimento ricalca fedelmente la struttura e gli stilemi rituali del lamento funebre: il solenne invito al pianto corale (vv. 1-2); lâannuncio del ferale evento (v. 3) seguito dal tradizionale elogio del defunto (vv. 4-10) con le iterazioni (anafore ed epifore) dalle do-
lenti cadenze di nenia (Passer... meae puellae, vv. 3-4); il contrasto fra le rievocate immagini di vita e lâineluttabile esilio nellâoltretomba (vv. 11-12); lâimprecatio contro le tenebre infernali (vv. 13-15); le esclamazioni/ invocazioni intensamente patetiche (v. 16) pronunciate secondo il rito dai dolenti durante il compianto. Nella chiusa (vv. 17-18) il poeta si concentra invece sullâimmagine di Lesbia addolorata e piangente.
Esemplare compendio dello stile catulliano
Il carme 3 rappresenta un perfetto esempio, quasi un compendio, dello stile catulliano delle nugae. Accanto alle formule solenni e patetiche del lamento rituale, retoricamente elaborate (vv. 1; 3; 13-14), ecco le movenze vivacemente espressive del linguaggio familiare e colloquiale: diminutivi affettuosi (miselle, v. 16; turgiduli... ocelli, v. 18), vivaci onomatopee (pipiabat, v. 10), forme lessicali (bella e bellum, vv. 14-15) e costrutti sintattici caratteristici del latino parlato. Anche le invocazioni fortemente esclamative (v. 16) e le numerose forme iterative quali anafora ed epifora (Passer... meae puellae, vv. 3-4), paronomasia e allitterazione (male... malae, v. 13) esprimono, con una parvenza di semplicitĂ quasi infantile, unâintensa carica affettiva.
Analizzare il testo
1. Effettua una schedatura del lessico impiegato da Catullo nel carme 3, utilizzando la tabella qui sotto riportata. Suddividi le voci in gruppi omogenei: a) vocaboli del sermo familiaris; b) termini afferenti alla sfera del sacro e del rito; c) termini codificati, per cosĂŹ dire tecnici, del linguaggio neoterico. Sermo familiaris
Sfera del sacro e del rito
2. Ricerca nel testo le figure retoriche, stendendone un elenco il piĂč possibile completo. Considera in particolare le figure di iterazione e le figure di suono, commentandone brevemente la funzione espressiva. 3. Sono presenti nel testo i caratteristici diminutivi catulliani? In vista di quali effetti vengono impiegati?
290
Termini del linguaggio neoterico
4. Allâinizio e alla fine del carme 3 compaiono verbi che significano «piangere». Analizzali dal punto di vista grammaticale; ricercane il paradigma; infine, mediante unâaccurata consultazione del dizionario, rilevane le eventuali diverse sfumature di significato. Vi sono nella lingua latina altri verbi che appartengono al medesimo campo semantico? 5. PerchĂ© al v. 12 troviamo quemquam anzichĂ© neminem?
@ Casa Editrice G.Principato
























