PULIZIE E DIGITALE TERZA PAGINA
il settore delle pulizie e la sfida del digitale di Andrea Granelli*
Il mondo digitale sta oramai deflagrando: non solo cresce e si trasforma a ritmi inimmaginabili ma interagisce e plasma ogni aspetto della nostra vita – sia personale che professionale. Non esiste ambito che – oggi – non sia toccato (e progressivamente trasformato) dalle tecnologie digitali. E il settore delle pulizie non è certo esonerato da questa trasformazione. La vera questione non è quindi “quando ci dovremo occupare del digitale?” Quanto piuttosto su quale digitale puntare? Quali sono le priorità? Che competenze deve possedere un’impresa per scegliere e usare al meglio il digitale? Quali sono i rischi da evitare? Provando a schematizzare la questione, pur consapevoli del grandissimo e continuo mutamento di cui il digitale è
protagonista, e facendolo in funzione dell’urgenza delle decisioni che (anche) le aziende della filiera del pulire devono prendere per mantenere (o migliorare) la loro posizione competitiva, possiamo raggruppare le opzioni di digitalizzazione – o meglio di Digital Transformation – lungo 3 orizzonti temporali: • Il futuro: quello che l’impresa dovrà fare nel breve medio termine e che, comunque, richiede attività preliminari, preparazione e osservazione già oggi; • Il presente: quello che probabilmente le aziende stanno facendo o si sanno preparando a fare; • Il passato: quello che le aziende avrebbero dovuto fare già da molto tempo … e che molte purtroppo non hanno ancora fatto. Partiamo dal futuro, e dalle applicazioni digitali di cui si parla di più (soprattutto sui giornali). Spesso è un futuro ancora lontano ma talvolta, soprattutto quando i lea-
der di mercato ne iniziano l’utilizzo (pensiamo ad esempio a Kärcher), la diffusione può diventare rapidissima. Tre sono le are digitali più promettenti per la filiera delle pulizie: • Internet of Things • Big data • Stampa 3D. La rivoluzione dei sensori – battezzata IoT o Internet of Things ma che io preferisco chiamare Internet DENTRO le cose perché i sensori vengono inseriti negli oggetti e negli ambienti e, oltre a misurare, incominciano a “dare vita” alle cose, adattandole alle mutazioni del contesto e imparando delle modalità di utilizzo cui sono soggetti. Macchine per la pulizia che si adattano all’ambiente da pulire oppure che ricevono indicazioni dall’ambiente stesso (“pulisci lì perché è caduto il caffè” oppure “non pulire la sala riunioni perché oggi nessuno l’ha usata” …) oppure decidono in modo pre-
15 AGOSTO 2017