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LA LUNA E OLTRE UN PO’ DI ITALIA INTORNO ALLA LUNA

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RECENSIONI

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LA LUNA E OLTRE

DI ANTONIO LO CAMPO

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UN PO’ DI ITALIA INTORNO ALLA LUNA

A COLLOQIO CON VERONICA PELLEGRINI, PROGETTISTA DELLA STAZIONE SPAZIALE LUNARE

La missione Artemis-1 è sulla rampa di lancio. E dalla piattaforma 39-B del Kennedy Space Center tutto è pronto per dare il via, entro la fine dell’estate, alla prima missione del programma che reca il nome della sorella di Apollo. E che cinquant’anni dopo l’ultima missione del celebre programma che porta il nome della divinità greca, riporterà degli astronauti sulla Luna. Però, a differenza del programma tutto made in Usa degli anni 60 e 70 del secolo scorso, questa volta è protagonista la cooperazione internazionale, dove Europa e Italia giocano un ruolo di primo piano. Da quando è partita la nuova corsa alla Luna, che comprende la realizzazione della stazione spaziale Gateway Lunar Platform in orbita lunare, si sono mobilitati per l’impresa un grande numero di ingegneri, scienziati e tecnici italiani. Alcuni dei quali sono negli States, dove lavorano per aziende selezionate dalla Nasa per il grande ritorno alla Luna.

UN’ITALIANA PER IL

MODULO PROPULSIVO DELLA STAZIONE LUNARE

Veronica Pellegrini, 38 anni, di Roma, è un ingegnere aerospaziale. Una carriera che l’ha già portata a lavorare sui moduli che formeranno la prima stazione spaziale che orbiterà attorno a un corpo celeste diverso dalla Terra: “Non vediamo l’ora che Artemis parta con la prima missione” – ci dice Veronica, che abbiamo contattato dal suo ufficio in California – “Finalmente l’umanità potrà tornare a esplorare lo spazio al di là dell’orbita terrestre. È il primo passo per tornare sulla Luna e porvi una base in orbita, e poi successivamente sulla superficie. E poi puntare verso Marte”. Pellegrini è esperta di dinamica spaziale per la Maxar Technologies, la società scelta dalla Nasa per costruire il modulo propulsivo che verrà inviato in orbita lunare nel 2024 o 2025: “Mi occupo del design della missione del primo modulo che costituirà il Gateway” – ci dice Pellegrini - “È il Ppe (Power and Propulsion Element), il modulo più importante perché è quello propulsivo, che permetterà alla stazione lunare di correggere il suo assetto e cambiare orbita, dando anche potenza energetica alla stazione. Insieme al mio team di Maxar e in collaborazione con la Nasa” – aggiunge – lavoro per lo sviluppo di tutto il design della missione. Che comprende il progetto delle capacità propulsive per il transfer e dei vari sub-sistemi del modulo e di tutti i suoi componenti. In attesa dei

nostri astronauti, porto subito un

po’ di Italia intorno alla Luna”.

IL SOGNO DELLO SPAZIO, SIN DA BAMBINA

Veronica Pellegrini vive da due anni a Orange County con il marito conosciuto all’Università La Sapienza

» Dall’alto in senso orario: una visione separata del Power and

Propulsion Element, il modulo propulsivo del Gateway al cui progetto lavora Veronica Pellegrini.

Veronica Pellegrini al lavoro insieme ai suoi bimbi.

Un rendering del Gateway Lunar Platform, la stazione spaziale che orbiterà intorno alla Luna.

di Roma e oggi collega nella stessa azienda e con due figli: Aurora, di 8 anni, ed Elon di 4. Sin da bambina era rimasta affascinata dallo spazio e dall’astronautica: “è sempre stata la mia grande passione” – ci conferma – “Quando ero piccola, per il mio primo tema su Cosa vuoi fare da grande avevo già le idee chiare: volevo fare l’astronauta. Ho acquisito questa passione da mio padre che ancora oggi conserva i ritagli di giornale riguardanti la missione Apollo 11, del 1969. Mi comprava tutti i libri e le enciclopedie che trattavano di astronomia: cercavo di sapere tutto sull’Universo. Poi ho imparato a definire meglio la mia passione; ho abbandonato il sogno di fare l’astronauta, oppure l’astronoma, ma volevo realizzare il design e le strutture delle missioni spaziali. Per questo mi sono iscritta a ingegneria aerospaziale e ho coltivato questa passione fino a farla diventare il mio magnifico lavoro”. Un lavoro che impegna l’ingegnere romana a tempo pieno. Artemis-1 sta per partire per la missione senza equipaggio di 24 giorni fino alla Luna; alla fine del 2023 il primo equipaggio di quattro astronauti orbiterà attorno al nostro satellite naturale, celebrando i 55 anni dell’Apollo 8, e nel 2025 avverrà il primo sbarco della serie, con la prima donna sulla Luna: “Sì, ed è motivo di grande soddisfazione. Le donne sono ormai da tempo protagoniste in missioni spaziali, realizzando ogni compito di un astronauta. Pregiudizi? Non più, ma ai tempi dell’Università ebbi a che fare con un professore anziano che si rifiutò di prendersi cura di un mio lavoro necessario per ottenere la laurea triennale”. Proiettati dunque verso la Luna. E Marte? Ci arriveremo?: “Certamente” – dice – “La missione Artemis vuole essere anche una missione di prova e un trampolino di lancio per portare finalmente l’uomo sul Pianeta rosso”.

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