Noemi e Thomas

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Noemi e Thomas

nel Mondo del Mostro Gabriello

C’era una volta un mostro che viveva nelle profondità di una foresta oscura, lontano da tutti. Il suo nome era Gabriello, ma tutti lo chiamavano Il Mostro Puzzoso.

Gabriello non era un mostro come tutti gli altri: non aveva artigli affilati o occhi rossi come il fuoco, ma una caratteristica unica e terribile: emanava un odore talmente forte che chiunque si avvicinasse scappava via nel giro di un minuto! Il suo odore era così potente che faceva arricciare il naso anche agli alberi e alle rocce.

Gabriello, però, non voleva fare paura agli altri mostri: lui voleva catturare i bambini! I bambini erano le sue prede preferite, perché avevano un’incredibile capacità di scappare e fuggire. Pensava che, se fosse riuscito a prenderli, avrebbe potuto finalmente riposare in pace, lontano da chi lo scacciava per il suo terribile odore.

Un giorno, il mostro decise che era arrivato il momento di catturare due bambini davvero speciali: Noemi, una

bambina di nove anni che era sempre curiosa e coraggiosa, e suo fratello Thomas, un piccolo di cinque anni che aveva sempre una risata contagiosa, anche quando le cose sembravano spaventose. Gabriello li aveva visti giocare nel parco vicino alla foresta e aveva deciso che sarebbero stati perfetti per la sua collezione di “bambini catturati”.

«Finalmente, questa volta ce la farò!» mormorò Gabriello, mentre si avvicinava silenziosamente alla casa di Noemi e Thomas.

Ma i bambini non erano così ingenui come pensava Gabriello. Quando Noemi e Thomas si svegliarono quella mattina, avevano già sentito delle voci strane nella foresta. Qualcosa non andava, e presto avrebbero capito che Gabriello, Il Mostro Puzzoso, era in agguato.

Noemi, con il suo spirito avventuroso, decise che non si sarebbe fatta trovare impreparata.

«Thomas, dobbiamo fare qualcosa per fermare Il Mostro Puzzoso!» esclamò.

«Che cosa possiamo fare?» chiese Thomas, un po’ preoccupato, ma pronto ad aiutare.

«Ho un’idea!» disse Noemi, sorridendo con malizia.

«Se Gabriello è così puzzolente, forse anche noi possiamo usarlo a nostro favore. Ho appena inventato le PuzZette SuperMega Puzzolenti!»

Thomas guardò la sorella con occhi spalancati. «PuzZette SuperMega Puzzolenti? Cos’è?»

«È una formula segreta» spiegò Noemi, «che mescola tutte le cose più puzzolenti che possiamo trovare: formaggio stagionato, calzini sporchi, e un po’ di… panna acida vecchia!» (Noemi non era esattamente una scienziata, ma la sua creatività non conosceva limiti).

«Con questa invenzione, possiamo farlo scappare via!» Così, Noemi e Thomas si misero al lavoro, raccogliendo tutto quello che potevano: calzini smarriti, formaggi puzzolenti, e ogni altro ingrediente che riuscivano a trovare nella loro casa. Mischiarono tutto insieme in un grande barattolo, creando un odore così forte che anche l’aria sembrava appestata.

Quando il mostro Gabriello arrivò finalmente davanti alla casa, si fermò a fare un respiro profondo, pronto a dare inizio al suo piano. Ma proprio in quel momento, Noemi e Thomas uscirono da dietro un albero, con in mano una grande ciotola piena di PuzZette SuperMega Puzzolenti.

«Ti aspettiamo, Gabriello!» gridò Noemi, lanciando una gran quantità di puzzette in aria.

Gabriello annusò l’aria e subito sentì un odore talmente forte che le sue narici cominciarono a fischiare.

«Che cos’è questo?! È orribile!» gridò il mostro, cercando di coprirsi il naso, ma non ci riusciva. L’odore era così potente che nemmeno la sua forza mostruosa poteva fermarlo. Le PuzZette SuperMega Puzzolenti

erano più forti di lui! Gabriello, spaventato da quella puzza terrificante, iniziò a correre nella direzione opposta, cercando di allontanarsi da quella odiosa mistura. Ma più correva, più quel fetore lo inseguiva, come se fosse diventato parte di lui. In un attimo, Il Mostro Puzzoso scappò a tutta velocità, fuggendo nel cuore della foresta, dove nessuno lo sentì più.

Noemi e Thomas si guardarono, sorridendo soddisfatti.

«Ce l’abbiamo fatta!» esclamò Thomas, felice che il mostro fosse finalmente scappato.

«Abbiamo usato il suo stesso punto debole contro di lui!» rispose Noemi, ridendo. «E adesso possiamo tornare a giocare senza più preoccupazioni!»

Da quel giorno, Gabriello il Mostro Puzzoso non si fece più vedere. La foresta tornò tranquilla, e Noemi e Thomas continuarono le loro avventure, certi che, con le PuzZette SuperMega Puzzolenti, nessun mostro sarebbe mai stato in grado di fermarli.

E mentre si addormentavano, quella sera, sapevano che, anche nelle situazioni più puzzolenti, l’ingegno e il coraggio avevano vinto ancora una volta.

Buonanotte, Noemi. Buonanotte, Thomas. E buonanotte anche al mostro Gabriello, che ora sa che c’è qualcuno più puzzolente di lui!

Noemi e Thomas nel Mondo SUPER

C’era una volta, in un piccolo paese che sembrava uscito da una fiaba, una famiglia molto speciale. Il protagonista principale era un bambino di soli cinque anni, Thomas, che aveva una forza incredibile per la sua età. Non era un bambino qualunque: riusciva a sollevare la sua sedia con una mano e, talvolta, anche suo padre Andrea (che, sebbene fosse “il più bello del mondo”, non era certo una piuma!)

Accanto a lui c’era Noemi, la sua sorella maggiore di nove anni. Noemi era velocissima, più di una gazzella! Se mai qualcuno avesse dovuto fare una gara di velocità, non ci sarebbe stata nessuna chance che Thomas o papà Andrea potessero batterla. Ma Noemi non correva solo per divertimento: il suo sogno era di diventare una supereroina, proprio come Flash.

Poi c’era papà Andrea, che era il più bello del mondo. Ogni mattina, davanti allo specchio, diceva:

«Guardate quanto sono bello, ragazzi!»

E si metteva a fare smorfie, come se fosse un modello. Ma nonostante questo, Andrea era sempre pronto ad aiutare Thomas a sollevare cose pesanti o a fare imprese con la sua forza. Ma non era proprio il tipo da stare a lungo a casa: amava uscire a fare lunghe passeggiate. Soprattutto se poteva farlo insieme alla sua “super famiglia”.

Infine, c’era Gabriello, la mamma che non sorrideva mai. Non perché fosse triste, ma perché era sempre arrabbiata. La sua arma segreta? Lo sguardo: quando Gabriello ti guardava con occhi infuocati, sapevi che stavi per essere rimproverato. Ma, in fondo, anche lei amava molto i suoi figli e Andrea. Solo che, chissà perché, non riusciva mai a non essere arrabbiata. Perciò, anche nei momenti più divertenti, Gabriello aveva sempre quella faccia un po’ “squadrata”, come se stesse pensando a come sgridare il mondo. Anche se spesso si chiedeva come mai il suo bellissimo marito Andrea, che si guardava sempre allo specchio, non fosse mai arrabbiato.

Un giorno, durante una passeggiata nel parco, la famiglia si trovò davanti a un enorme albero caduto che bloccava il sentiero. Papà Andrea si avvicinò per spostarlo, ma si accorse subito che non sarebbe riuscito a farlo da solo.

«Ci vuole la forza di un supereroe!» disse.

Thomas, con gli occhi pieni di determinazione, si mise in posizione da supereroe. Sollevò l’albero… e lo abbassò con un gran fracasso!

«Ho vinto! Sono più forte di papà!» esclamò.

Noemi, che non sopportava mai che qualcuno rubasse la scena, corse in avanti e si mise a correre in cerchio attorno all’albero caduto.

«Sono la più veloce! Nessuno di voi non riesce a battermi!» e con un sorriso superveloce partì a razzo, lasciando papà e Thomas a guardarla.

Gabriello, però, non sorrise.

«Ecco, l’albero non si sposterà da solo! Chi ha pensato di fermarsi a fare giochi?» sbuffò, ma non appena si rese conto che l’albero non era più un problema, si sforzò di sorridere. Solo per un attimo. Poi guardò Andrea, che si stava ancora sistemando i capelli davanti allo specchio di una pozzanghera, e scosse la testa.

Alla fine, Andrea si avvicinò e disse:

«Guardate, sono il più bello del mondo!» «E anche il più forte!» disse ma, non appena alzò le spalle per farsi il muscolo, inciampò sulla sua stessa Scruccolopa.

«Papà, sei il più bello, ma non… più forte di me!»

urlò Thomas, mentre Noemi gli lanciava un’occhiata superveloce e Gabriello scuoteva la testa.

Ed è così che, tra una risata e una smorfia, la famiglia passò il resto della giornata: tra un’avventura buffa, un po’ di corsa e un sacco di rimproveri. Ma alla fine, si volevano tanto bene, anche se Gabriello non smetteva mai di sembrare arrabbiata.

Noemi e Thomas

nel Mondo delle Guanciotte

C’era una volta, in una casa un po’ disordinata ma sempre piena di risate, una famiglia molto speciale. C’era Noemi, una bambina di nove anni con una marcia in più: correva velocissima come un fulmine e sapeva sempre come far ridere tutti. Poi c’era Thomas, suo fratello di cinque anni, che aveva la forza di un piccolo supereroe e riusciva a sollevare persino il cane, Freddie, che era piuttosto grande per essere un barboncino Toy.

Ma c’era una cosa che Noemi amava più di tutto: le sue guanciotte rosee e paffute che suo papà Andrea adorava pizzicare ogni volta che la vedeva.

«Noemi, sei proprio la mia piccola bambolottola!» le diceva, pizzicandole le guanciotte e facendola ridere a squarciagola.

Un giorno, però, qualcosa di strano accadde. Noemi si svegliò al mattino e, guardandosi allo specchio, si accorse che le sue guanciotte… non c’erano più! La pelle

era diventata liscia, senza la tipica rotondità che tanto piaceva a papà Andrea.

«Noemi, le guanciotte!» esclamò Andrea, correndo verso di lei con il viso triste. «Cosa faccio ora con i miei pizzicotti?»

Noemi si guardò e poi guardò il suo papà.

«Non lo so, papà, ma… forse sono cresciuta!»

Papà Andrea, con le lacrime agli occhi, si sedette sul divano.

«Voglio ancora pizzicarti le guanciotte, piccola mia!»

disse, con una voce abbattuta. «Ma ormai non ci sono più!»

Noemi lo guardò perplessa, e poi disse:

«Non preoccuparti, papà! Io sarò sempre la tua piccola, anche senza guanciotte!»

Nel frattempo, mamma Gabriello stava facendo qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato. Freddie, il cane della famiglia, si trovava in sala e… aveva fatto una cosa che non andava molto bene.

Gabriello, vedendo la cacchetta di Freddie, decise di prenderla in mano con il guanto perché voleva insegnargli una lezione importante.

«Freddie!» disse Gabriello, con un’espressione severa ma divertita «questa non è una cosa da mangiare, è solo cacca! E soprattutto, non è cocco!»

E così, con molta determinazione, Gabriello posò la cacca nel secchio e si lavò le mani.

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