TERRITORIO
La musica sarà sempre più un film È un varesino, Sergio Vitaliti, l’attuale Direttore Finanziario che per la Polygram Entertainment (divisione del Gruppo Universal Music) gestisce le attività finanziarie di una produzione cinematografica e televisiva sempre più di successo: quella dedicata ai docufilm sui musicisti. Come il recente “Pavarotti” di Ron Howard Federico Anselmi
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a mia fortuna è stata frequentare la LIUC – Università Cattaneo di Castellanza”, così Sergio Vitaliti, attuale Senior Financial Director di Polygram Entertainment, partner del Gruppo Universal Music, esordisce con il racconto della sua carriera che lo ha portato in giro per il mondo e a risiedere oggi stabilmente negli Stati Uniti, a Los Angeles, costa Ovest. Il tutto partendo da Varese, Casciago, per la precisione, dove è nato e cresciuto. “Prima ero un ribelle con poca voglia di studiare, poi all’università è cambiato tutto, mi si è aperto un mondo e mi piaceva moltissimo”. Tornato in Italia, dopo due Erasmus in Svezia e in Francia, Vitaliti termina gli studi nel 2001 in Economia Aziendale, con ottimi risultati, realizzando una tesi-progetto basata sullo stage vissuto in una realtà locale di Gallarate. Sergio lavora in Italia per 5 anni, tra Barilla e E-ON, uno dei principali operatori energetici europei, per poi trasferirsi a Parigi, alla Blizzard Entertainment,
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una delle più famose case produttrici di videogiochi, dove diventa Financial Director Europe nel 2005. “Non credevo che un’azienda così importante cercasse una persona come me, ma dopo una settimana ero già a Parigi”. Vitaliti ci tiene a sottolineare: “Detto così sembra tutto molto facile, ma non lo è stato. Dopo aver preparato i bagagli, ho preso la mia Volkswagen Passat e sono partito in direzione di Parigi, città a me sconosciuta. Arrivato in albergo, sono stato preso dallo sconforto più totale. Da solo in una metropoli come Parigi, senza amici né famiglia, mi sono sentito subito perso. Ho ricaricato tutto in macchina per tornare a casa e ho avvisato mia madre del mio cambio di idea, lei mi ha risposto che se fossi tornato indietro non mi avrebbe aperto la porta di casa. Sono rimasto ed è andato tutto bene”. Dopo 5 anni, nel 2010, Vivendi, la società proprietaria di Blizzard Entertainment, “mi chiama proponendomi una posizione di controlli finanziari e internal audit per il Nord e Sud America, con sede a Los Angeles. In pochi giorni mi sono trasferito negli States. Qui lavoravo per tutte le business unit di Vivendi: da Blizzard Entertainment a Universal Music Group, da Bravado, compagnia leader del mer-