L’auto, serbatoio di elettricità La batteria di una e-auto è 5 volte più grande del fabbisogno giornaliero di mobilità. Con il sistema di ricarica bidirezionale di «sun2wheel» si sfrutta tale capacità libera. Marco Piffaretti, il fondatore dell’azienda, la vede addirittura come la soluzione ai futuri problemi della rete elettrica.
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TESTO DOMINIC GRAF | ILLUSTRAZIONI NICOLAS KRISTEN
ukushima 2011: in seguito alla catastrofe dello tsunami, in gran parte del Giappone si verificano gravi intasamenti elettrici e blackout. Mentre una moltitudine di persone è bloccata letteralmente al buio, migliaia di automobili elettriche e ibride sono ferme inutilizzate nei garage con le batterie completamente cariche. Energia che – in teoria – si potrebbe usare per accendere le lampade, caricare i telefonini o fornire elettricità al frigorifero. Solo che quei veicoli non sono predisposti per reimmettere l’energia nella rete e/o case e dunque queste preziose riserve restano inutilizzate. Ciò ha indotto quello stesso anno il governo nipponico a obbligare i costruttori giapponesi a fare in modo che le loro auto elettriche potessero fornire il flusso di corrente in entrambe le direzioni, ossia in modalità bidirezionale.
Batterie sovradimensionate Un decennio dopo, la ricarica bidirezionale è arrivata anche in Svizzera. Dal mese di dicembre 2020, la start up «sun2wheel» sviluppa soluzioni intelligenti di ricarica e stoccaggio per abita-
zioni private, case plurifamiliari e PMI. In combinazione con la corrente prodotta dall’impianto fotovoltaico, l’azienda promette una notevole ottimizzazione dell’autoconsumo, finanziariamente conveniente. La «sun2wheel» è stata fondata da specialisti di informatica e impianti solari della società EVTEC SA e dal pioniere ticinese dell’elettromobilità, Marco Piffaretti. «Il potenziale dell’energia solare è lungi dall’essere esaurito, ma purtroppo non sempre il sole splende quando abbiamo bisogno della sua energia. La soluzione per ottimizzare l’autoconsumo risiede nello stoccaggio», afferma Piffaretti. Nel frattempo, il numero di vetture elettriche sta aumentando rapidamente, ma come avviene per i veicoli a combustione, anche quelli elettrici restano fermi per la maggior parte del giorno. Oggi l’autonomia di una comune e-auto si attesta attorno ai trecento chilometri, ma in media ne vengono percorsi solo trenta o quaranta al giorno. «Per il consumo giornaliero – fatta eccezione per i viaggi delle vacanze oppure lunghe escursioni – le batterie sono sovradi-
mensionate. Noi le vogliamo sfruttare», dichiara il fondatore dell’azienda.
Basta il venti percento In concreto ciò significa: l’elettricità in eccesso prodotta dall’impianto solare sul tetto viene immagazzinata nell’automobile e può essere reimmessa in casa al momento utile grazie alla stazione di ricarica bidirezionale. Tramite il sistema vehicle-to-home (V2H), così chiamato in gergo tecnico, l’energia solare può essere sfruttata anche in caso di oscurità per cucinare, guardare la televisione, fare il bucato o per il riscaldamento con la pompa di calore elettrica. Ma quanta energia bisogna assorbire dall’auto per approvvigionare un’abitazione? C’è pericolo che al mattino la batteria sia scarica? Piffaretti fa un po’ di conti: «Una tipica e-auto ha una capacità tra cinquanta e sessanta chilowattora, mentre un nucleo familiare medio consuma tra dieci e quindici chilowattora al giorno. Ciò significa che con solo il venti percento della capacità della batteria si può coprire l’intero fabbisogno elettrico giornaliero». A ciò si aggiunge il fatto che Di giorno l’energia solare in eccesso viene immagazzinata nella batteria dell’auto.
22 touring | febbraio 2022