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1.6 TERAPIA
Ricercheremo quindi la presenza di ectoparassiti la cui puntura può creare fenomeni di ipersensibilità e allergia, e valuteremo la possibilità di una allergia/intolleranza alimentare. A questo scopo viene solitamente consigliata la dieta ad eliminazione basata sulla somministrazione per almeno 8 settimane, di alimenti (preferibilmente preparati in casa), contenenti ingredienti sconosciuti all’animale. Di solito vengono impiegate carni “inusuali”, quali il cavallo, lo struzzo, il capretto, l’agnello e la lepre. Se il gatto rifiuta i cibi preparati in casa, si può ricorrere a cibi commerciali formulati monoproteici. Nei casi in cui non siano state evidenziate nessuna delle due precedenti cause, si ipotizza che si tratti di dermatite atopica. In questo caso si possono indagare gli allergeni responsabili con il test di intradermoreazione o con test sierologici (Elisa) ².
La terapia prevede sia un approccio eziologico per limitare le recidive, che uno di tipo sintomatico. La terapia eziologica si basa sul controllo, attraverso la somministrazione di antiparassitari, della dermatite da ipersensibilità alla puntura d’insetto, su una dieta ipoallergenica per il trattamento dell’allergia alimentare, ed eventualmente sull’iposensibilizzazione per la dermatite atopica. La terapia farmacologica sintomatica si basa sulla somministrazione di cortisonici ed è necessaria sia in casi di eziologia nota che sconosciuta. Si può utilizzare metilprednisolone acetato per via intramuscolare o sottocutaneo al dosaggio di 4-5 mg/kg ogni 2 settimane per 3 somministrazioni, oppure prednisolone o prednisone a 1-2 mg/kg una volta al giorno per 4 settimane per bocca, poi a giorni alterni e infine, la dose va gradualmente scalata fino all’interruzione della somministrazione. Alla terapia cortisonica spesso è associato l’utilizzo di antibiotici ad ampio spettro per trattare l’eventuale sovra infezione batterica. I più utilizzati sono Amoxicillina + acido
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clavulanico (12-13 mg/kg bid), cefalessina (20 mg/kg bid), doxiciclina (10 mg/kg sid), trimethoprin-sulfadiazina (30 mg/kg bid) ¹⁴. In alcune forme di CGE viene utilizzato il megestrolo acetato alla posologia di 5-10 mg/kg per via orale ogni 48 ore per 10-14 volte. Gli innumerevoli effetti collaterali (diabete mellito, polifagia, iperplasia mammaria, piometra alterazioni del comportamento, ipoadrenocorticismo), sono però tali da sconsigliarne l’utilizzo nel gatto. Tra i farmaci che possono essere utilizzati ricordiamo gli antistaminici in particolare la cetirizina che inibisce la chemiotassi degli eosinofili, alla dose di 1 mg/kg per via orale ogni 12-24 ore, gli acidi grassi essenziali e il palmidrol che hanno dimostrato una parziale efficacia nel controllo di queste lesioni in alcuni studi¹⁵ . Per le forme resistenti alla terapia cortisonica possiamo impiegare la ciclosporina a (5-10 mg/kg/die sino a remissione delle lesioni, quindi a giorni alterni). Vari studi hanno riportato anche l’utilizzo di clorambucile (0.1-0.2 mg/kg/os/die sino a remissione poi a giorni alterni) e interferone α-2a (30-60 unità/gatto per via orale ogni 24 ore per 30 giorni consecutivi o a settimane alterne) ².