a cura di Mauro Degola
CRONACHE IMPOSSIBILI
VACANZE GALATTICHE
Alle 9 in punto l’astronave sfavillante accese i suoi potenti propulsori Ferrari e si alzò da piazza dei Martiri a Carpi. E dieci giorni dopo atterrò su Marte presso la riva del Mare dell’Operosità, così l’avevano battezzato i “creativi” di Confindustria. Un mare di polvere rossa, in realtà. «Sembrano i fanghi reflui della lavorazione del rame!» commentò estasiato un imprenditore del settore metallurgico. Gli altri viaggiatori paganti erano due del settore fashion e l’ultimo del settore piastrelle, con qualche moglie e figlio al seguito. Erano passati pochi anni dai primi miliardari-esploratori e Marte era già diventata una meta turistica molto richiesta. «Per quello che abbiamo pagato mi aspettavo un viaggio più comodo» brontolò il piastrellaio, saggiando col piede la superficie del pianeta. «Hai ragione. Sempre spuma di aragosta a colazione finisce che stanca. E poi tut-
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primo piano
ti quegli scossoni alla partenza! Una crociera è più confortevole» si lamentò uno stilista. «Ma pensa a quando lo racconteremo agli amici!» cinguettò la moglie del primo, che protendeva il cellulare a fotografare chissàchecosa. «Sì, ma i soldi son soldi» disse il marito che amava i ragionamenti complessi. E poi nervoso: «Quando incontriamo i marziani? Che qui c’è tutto un mare che aspetta solo di essere rivestito con le piastrelle». Sempre in quei giorni, dal parcheggio dello stadio Borelli a Correggio era partita l’astronave dell’AUSER con destinazione una qualche parte di Marte. I razzi cigolavano terribilmente e portavano i segni di precedenti tamponamenti cosmici. Tuttavia i motori APE, riconvertiti a reazione, alzarono dignitosamente l’astronave in un tripudio di mani agitate dai pensionati che si pro-
tendevano dagli oblò. Atterrarono nel Grande Mare dell’Oblio. «Mi ricorda qualcosa, ma non ricordo cosa» commentò il filosofo del gruppo. E il barzellettiere-in-capo, che aveva allietato notte e giorno la compagnia per tutto il viaggio, raschiò il barile del suo repertorio con un’ultima freddura. Ad attendere i gitanti non c’era nessuno. Dopo un primo moto di delusione il gruppo si organizzò. Furono alzati i gazebo, approntate le tavole, affettati i salami e le mortadelle, stappati lambruschi e prosecchi. Una parte del gruppo si mise a friggere il gnocco con l’attrezzatura appositamente imbarcata alla partenza. «Quando incontriamo dei marziani?» chiese il nipote di un pensionato mentre aspettava la sua sberla di gnocco fritto. La delegazione di marziani si avvicinò ai viaggiatori. Erano esseri alti e curvi,
settembre 2021