automobilismo
Francesca Manzini
DAI KART ALLE AUTO, COL MITO DI SENNA E L'AIUTO DI PAPÀ ALEX TARASCONI, GIOVANE PROMESSA DELLE CORSE
Vedo che usi sempre il plurale: hai una squadra che ti sostiene? «(risata) Non l’avevo prima e non l’ho neppure adesso. Siamo io e mio papà che andiamo via il sabato col camper. Il papà mi fa da meccanico ed io corro. L’orgoglio più grande sta proprio in questo: io e papà che riusciamo a vincere contro veri e propri team. Magari loro si allenano dal giovedì, noi invece arriviamo il sabato e portiamo a casa la vittoria!». Mi parlavi prima dell’incidente. Non hai paura quando corri? «No, perché quando infili il casco sai già tutto quello che può succedere. Se uno ci pensa, non comincia neanche. Sai quali sono i rischi e lo accetti».
Alex con il papà Maurizio
Questa è una di quelle storie che mi piace raccontare, perché ha per protagonista un ragazzo giovanissimo, una famiglia che con le sue sole forze lo sostiene ed un go-kart. La storia comincia a Correggio alcuni anni fa ed è quella di Alex Tarasconi, classe 2003, già pilota di kart ed ora pronto per le automobili da corsa. Come nasce la tua passione per la guida? «La mia è una passione ereditata dal papà, che ha corso il campionato italiano negli anni ‘90 con la Renault, e da mio nonno, che invece ha corso con diverse macchine». Quando hai cominciato a guidare i go-kart? «Da piccolino, avevo cinque anni. Alla pista di Migliaro ho fatto un test
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primo piano
con un team di Modena: è stata la mia prima esperienza, ma brancolavo nel buio ed il kart era più grosso di me... Poi quattro anni fa, alla pista di Mantova, dove andavo a divertirmi, ho conosciuto un ragazzo in tuta che già correva e ci siamo accordati per provare sulla pista di Cremona con un kart serio, non uno di quelli elettrici, così, tanto per provare. Ho provato il mio primo 125 da gara e non ero andato malissimo, poi ne ho comprato uno, tutto mio: ogni tanto facevo qualche gara dove arrivavo sempre terzo o quarto, ma erano solo l’inizio. Quel kart poi, un’estate, l’ho distrutto durante una gara. Dopo un’iniziale scoraggiamento, lo abbiamo preso, gli abbiamo cambiato tutto quello che si poteva, compreso il telaio (anche se era un po’ vecchiotto) e abbiamo ricominciato a girare».
Chi ti ha insegnato come si corre? «Nel circuito di Cremona è stato il signore da cui abbiamo acquistato il primo kart che mi ha introdotto alle giuste traiettorie e ai punti di frenata. In tutti gli altri ho imparato da solo, girando. Il percorso lo osservo prima, magari mentre siamo in viaggio sul camper mi studio la pista, guardo video on-board di altre corse per vedere i punti di staccata, le marce e così via». Qual è il momento più bello? «Prima delle gare, il sabato sera, quando nel paddock stai con gli altri piloti e
luglio-agosto 2021