Analisi, valutazione, recupero adattivo e riuso del patrimonio industriale, terziario e di servizio.

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1. LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE 1.1 LA PROBLEMATICA DELLE AREE INDUSTRIALI DISMESSE Da sempre l’uomo trasforma, attraverso il lavoro e l’ingegno, elementi naturali in quanto materie prime per ricavarne specifiche utilità. Il termine industria fa riferimento ad una produzione organizzata mediante macchinari all’interno di edifici. Muta nel tempo l’organizzazione del lavoro che viene trasformato da una produzione di tipo artigianale ad una di tipo seriale, con mansioni specifiche e parcellizzate per ogni addetto.

suolo costruito per via della presenza di edifici o materiali in stato di degrado e terreni da bonificare. Dato che tutte le aree industriali storiche, con riferimento in particolare ai siti nati dalla seconda metà dell’ottocento, presentano peculiarità caratteristiche è opportuno procedere con una metodologia su base scientifica, che prende il nome di archeologia industriale, approccio multidisciplinare nato in Inghilterra nel secondo dopoguerra, allo scopo di liberare e riutilizzare i reperti fisici che occupano questi luoghi. 1

Dopo la prima rivoluzione industriale, avviene una nuova concezione della fabbrica, che svincolata dalla produzione energetica lungo i corsi d’acqua, si trasferisce progressivamente nelle città e nei mercati più ricchi di risorse primarie e lavorative. L’industrializzazione porta scambi economici e commerciali favorendo quindi lo sviluppo delle zone e delle città limitrofe dove soggiornano i lavoratori.

Le aree dismesse dall’industria, di cui fanno parte anche i macchinari, le infrastrutture e gli archivi, sono banchi di prova delicati ed importanti per le città del mondo occidentali: «la chiusura e l’emigrazione dell’industria dalle città, con cui essa ha convissuto... verso nuovi territori, e l’abbandono di vaste aree, spesso situate vicino al cuore dei centri urbani, determinano forti ricadute politiche e procurano duri colpi economici e sociali alle comunità urbane...» 2

A partire dagli anni ‘70 del XX secolo, complici i cambiamenti a livello globale, in primis quelli tecnologici ed economici, e i fenomeni di delocalizzazione, in Italia avviene un evidente processo di de-industrializzazione che ha portato numerose fabbriche alla chiusura. Le aree industriali vengono quindi progressivamente abbandonate, generando grandi "vuoti" di difficile gestione, molto spesso con elevati costi di recupero del

Per questo, negli ultimi anni, grazie ad una presa di coscienza collettiva, il processo di recupero è alimentato anche dalla questione ecologica e dai movimenti per il risanamento ambientale. In Italia, si stima da valutazioni recenti che l’ammontare delle aree investite da processi di dismissione industriale ammonterebbe a oltre 50.000 ettari spartiti su tutto il territorio nazionale.3

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