Le collane
Tecniche vecchie e nuove a beneficio della coltivazione e del territorio
Le innovazioni tecnologiche introdotte a partire dagli anni ’60 hanno portato a diversi cambiamenti nelle tecniche colturali, un esempio per tutti il passaggio dalla monda manuale al diserbo chimico. Tali cambiamenti hanno avuto un’influenza anche sull’evoluzione delle piante infestanti delle risaie, che hanno richiesto specifici programmi di lotta. Si è compreso che alcune pratiche di preparazione del terreno, gestione dell’acqua, modalità di semina e di coltivazione, nonché la scelta delle varietà, possono avere un’importante influenza sull’evoluzione delle popolazioni di piante infestanti. Inoltre, grazie alla diffusione di attrezzature sempre più tecnologicamente perfezionate è stato possibile ridurre i volumi e le pressioni di applicazione degli erbicidi, migliorando l’efficienza dei trattamenti e diminuendo gli errori operativi e il rischio di inquinamento ambientale. La selezione di varietà a ciclo breve ha inoltre reso più facile fronteggiare malerbe come il riso crodo, utilizzando la tecnica della falsa semina. Nello specifico, il terreno viene preparato come per una vera semina, e dopo due o tre settimane, quando le erbe infestanti contenute nella parte superficiale del terreno cominciano a emergere, si erpica: entro le successive 24-48 ore si può effettuare la semina vera e propria. Una pratica da tempo dimenticata, che sta recentemente tornando in auge per 22
la possibilità di fertilizzare il terreno senza utilizzare sostanze di sintesi o materiale organico di origine animale (e quindi particolarmente considerata dai produttori di riso biologico), è quella del sovescio. Consiste nella semina di una diversa specie vegetale (spesso si opta per leguminose come diverse specie di trifoglio o la veccia, Vicia villosa) nel campo che si vuole coltivare a riso: tale coltura viene quindi interrata in primavera arando il terreno, e lasciando spazio alla coltivazione principale. Questa pratica porta all’arricchimento del terreno di azoto, l’elemento nutritivo più importante per le piante (fornito ad esempio anche dalla concimazione con il letame).
La risaia come ecosistema
La risaia rappresenta un luogo ricco di vita, non solo per la bellezza dell’acqua e della pannocchia del riso, ma anche per la presenza dei suoi abitanti, in primis rane, pesci e uccelli. Questa coltura assume quindi un ruolo di tutela ecologica importante per molte specie. Tra gli uccelli, gli aironi cenerini e le garzette sono gli ospiti più tradizionali delle risaie: i primi permangono tutto l’anno, mentre le seconde arrivano in primavera per nidificare insieme alla nitticora, la sgarza ciuffetto e il tarabuso. Canali, argini, alberature e camere delle risaie sono luoghi in cui insetti acquatici, anfibi e pesci hanno prosperato per anni con beneficio per tutti gli uccelli a becco lungo anche se, come evidenziato da studi dell’Università di Pavia, la dieta degli aironi è molto cambiata rispetto ai decenni ‘70-2000.