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La Punizione Altruistica e la Creazione di Beni Pubblici
INTRODUZIONE
Verso un’Economia Gentile
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(Tania Singer, Matthieu Ricard e Diego Hangartner)
Oggigiorno quando accendiamo la televisione o prendiamo un quotidiano, sembra che siamo costantemente bombardati da discussioni circa un’incombente crisi finanziaria e sui suoi possibili rimedi. Molte delle soluzioni proposte non affrontano il problema in profondità, mirano invece semplicemente a riprendere gli affari come al solito. Le persone riconoscono sempre più le carenze di tali approcci e la necessità di ripensare ai nostri sistemi economici ed alle nostre azioni su un livello individuale e globale. Per molti, semplicemente prevenire un’altra crisi finanziaria non è sufficiente. Nel mondo, giovani e famiglie, studenti e lavoratori, attivisti e politici stanno chiedendo maggiore attenzione, sostenibilità, un’economia equilibrata che non soddisfi i desideri di pochi eletti, ma che benefici la comunità mondiale attraverso compassione e umanitarismo ed offra un’attenzione a lungo termine per le future generazioni ed il destino della biosfera. È possibile un
tale sistema? Come sarebbe e come cambierebbe il nostro mondo? Nell’Aprile del 2010 studiosi di fama mondiale provenienti da diverse discipline come economia, neuroscienza, filosofia, pratica contemplativa ed affari si sono riuniti con Sua Santità il Dalai Lama in Svizzera a Zurigo per esaminare questi interrogativi ad una conferenza intitolata “Altruismo e Compassione nei Sistemi Economici”, organizzata ed ospitata dal Mind and Life Institute. Il Mind and Life Institute è sorto da una serie di dialoghi interdisciplinari tra Sua Santità il Dalai Lama, scienziati, filosofi e meditatori per investigare la mente e la natura della realtà e conseguentemente promuovere il benessere sul pianeta. Fin dal 1987 questi dialoghi hanno esplorato una vasta gamma di argomenti, dalla fisica, cosmologia, ecologia ed etica, alle emozioni distruttive e l’educazione1 . Per molti aspetti “Altruismo e Compassione nei Sistemi Economici” è stata una delle conferenze più ambiziose del programma Mind and Life. È il risultato della visione della neuro scienziata Tania Singer. Nel 2006 Tania si è unita al programma di ricerche presso l’Università di Zurigo che riuniva psicologi, neuro scienziati ed economisti per esaminare le basi della pro socialità umana e della cooperazione. Nel frattempo, micro economisti come Ernst Fehr (successivamente uno degli oratori della conferenza)2 avevano già mostrato che le persone tengono conto dell’equità durante gli scambi economici; tuttavia esistono modelli economici basati principalmente su preferenze egoistiche. Concetti di compassione e motivazione altruistica, che erano frequentemente studiati in psicologia ed erano l’obbiettivo delle pratiche Buddhiste altamente sviluppate, erano ancora estranei allo studio dell’economia ed al mondo economico applicato. Tania ha voluto riunire queste discipline per esplorare come il sistema economico competitivo potesse riconciliarsi con i valori umanitari e la motivazione pro-sociale. Lei propose l’idea al Mind and Life, unendo le sue forze con il responsabile del
1 - Per saperne di più sul Mind and Life Institute visita www.mindandlife.org 2 - Vedi capitoli 6 e 10.
Mind and Life Europe Diego Hangartner e l’autore Francese e Monaco Buddhista Matthieu Ricard, ebbe inizio la pianificazione della conferenza. All’inizio, alcuni studiosi domandavano come il Buddhismo e gli studi contemplativi potessero prendere parte al dibattito sull’ economia. I due gruppi di idee sembravano divergenti; il primo riguardava la compassione, la semplicità spontanea e la riduzione della sofferenza, l’altro il perseguimento del bene materiale e delle condizioni esterne di comodità e benessere. Tuttavia questi sistemi avevano anche qualcosa di importante in comune: erano entrambi designati a favorire la felicità umana. Hanno mantenuto le loro promesse? Tania, Diego e Matthieu si chiedevano cosa sarebbe successo se queste discipline si fossero incontrate in una conversazione con la neuroscienza, filosofia ed affari. I partecipanti alla conferenza sarebbero riusciti ad immaginare un sistema economico che fornisse sia prosperità materiale che benessere umano? I dialoghi che ne seguirono fornirono informazioni sulla natura dei sistemi economici e comportamenti e offrirono un nuovo modello di homo economicus come essere fondamentalmente pro-sociale.
Verso un’Economia Gentile
“Ciò da cui iniziamo è questa premessa: poiché ciò che cerchiamo è la felicità, le risorse più preziose sono quelle che portano a questo obiettivo.”3
Molte persone ritengono che il denaro e la felicità siano inestricabilmente connessi, crescono e diminuiscono insieme. Più soldi abbiamo e più cose possediamo, più felici siamo. Allo stesso modo, se abbiamo meno soldi e meno cose, la nostra felicità diminuisce. In una certa misura, questo è vero.
3 - Vedi capitolo 7.
Le persone che sono sfuggite ad una assoluta povertà e possono esercitare qualche libertà finanziaria mostrano maggiori possibilità di felicità di coloro che lottano per soddisfare le loro necessità di base. Per un po’, all’aumentare del reddito, aumenta anche la felicità4. Ma questo aumento è lento e alla fine si arresta. I redditi nel mondo sono aumentati significativamente fino dagli anni ’60, ma i livelli della felicità sono ristagnati. Perché? Questo è dovuto in parte al confronto sociale. Tendiamo a valutare il nostro successo individuale basandoci sul reddito in confronto ai nostri coetanei, di conseguenza aumenta il reddito all’interno di un gruppo di persone ma non necessariamente comporta un incremento della felicità collettiva5. Questo può anche essere spiegato da una fondamentale verità del Buddhismo: che la felicità si basa sulle condizioni degli altri piuttosto che su ciò che possediamo, il nostro conto corrente o il nostro stato assistenziale, è sempre limitato e ingannevole. Pensate a quando avete comprato una nuova auto per la prima volta o avete ottenuto un aumento. Come vi siete sentiti? Una volta che sono passate poche settimane o mesi questa sensazione di eccitazione e contentezza rimane? Probabilmente no. Il problema è che molti di noi, anziché imparare da questo e ricercare una più profonda e durevole fonte di felicità, ci facciamo intrappolare in un circolo di desiderio e insoddisfazione. Alla fine più soldi non creano più felicità ma semplicemente un desiderio di più soldi, un’altra auto, un aumento più sostanzioso. Questo circolo può produrre avidità, attaccamento e a volte persino l’intenzione di danneggiare gli altri per soddisfare il proprio interesse egocentrico. La ricerca dello psicologo Tim Kasser ha mostrato che le persone con valori primari materialistici sono infelici, mancano di empatia, hanno pochi amici ed hanno sempre una salute peggiore rispetto a coloro che danno
4 - Vedi capitoli 8 e 11. 5 - Vedi capitolo 8.
maggiore importanza ai valori interiori6. Finora le teorie economiche hanno a lungo dichiarato che le persone sono fondamentalmente interessate a se stesse, ed è per questo che l’economia capitalista può funzionare solo per fornire opportunità a quelle persone che antepongono i propri desideri a tutto. Come Adam Smith disse nel suo “Wealth of Nations”: “Non è per la benevolenza del macellaio, il birraio od il panettiere che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal riguardo che hanno verso i propri interessi. Noi non ci rivolgiamo alla loro umanità ma al loro amor proprio e non parliamo mai a loro delle nostre necessità ma solo dei loro vantaggi”7 . Allo stesso modo, uno dei fondatori del sistema economico neoclassico Francis Edgeworth,scrisse: “Il principio primo dell’economia è che ogni agente viene attivato solamente dal proprio interesse”8 . Per fortuna questa non è l’intera storia. Recenti ricerche suggeriscono che ognuno di noi possiede una grande capacità, probabilmente persino una propensione biologica, per la compassione, la cooperazione e l’altruismo9. A differenza del denaro, queste risorse interiori possono essere generate senza limite, come l’amore... possono essere infinite10 . Al fine di sviluppare e promuovere la pratica dell’altruismo, dobbiamo comprendere chiaramente cos’è e come questa è relazionata alla prosperità umana. Come hanno scoperto i partecipanti alla conferenza, questo non è così semplice da stabilire. La psicologia e le tradizioni contemplative come il Buddhismo, sostengono che l’altruismo è una motivazione ad agire per il beneficio degli altri. Questo consente la possibilità di un’azione compassionevole che ha un beneficio positivo anche per colui che lo compie. Fin tanto che l’intenzione principale è quella di aiutare le altre persone e
6 - Tim Kasser 2003. The HighPprice of Materialism. Cmbridge: MIT Press. 7 - Adam Smith (1776) 2008. The Wealth of Nations. New York: Oxford Univeristy Press, libro I capitolo 2. 8 - Edgeworth F.Y. (1881) 1967. Mathematical psychis, an essay on the application of mathematics to the moral sciences. Ristampe del Economic Classics. New York: Augustus M. Kelley Publishers, 16. 9 - Vedi capitoli 3 e 5. 10 - Vedi capitolo 14.
non noi stessi, questo è comunque altruismo. Al contrario, gli economisti si interessano principalmente di osservare il comportamento o l’azione piuttosto che la motivazione. Immaginiamo qualcuno che fa una donazione di beneficenza perché la fa sentire una buona persona. Probabilmente tutto ciò che ha fatto è sostituire un tipo di azione egoistica, per se stessa (per un profitto economico) con un altro tipo di azione per se stessa (per un profitto emozionale). Ma in accordo con gli economisti comportamentali ed evoluzionisti, questo è comunque altruismo, dal momento che comporta un costo economico e beneficia qualcun altro, anche se è stato fatto per soddisfare il proprio ego. Immaginiamo che il panettiere di Adam Smith sia altruista. Vede che siete affamati e non avete denaro. Desiderando di alleviare la vostra sofferenza e sostituirla con benessere, vi dà del pane gratuitamente. Nonostante il panettiere abbia perduto qualche introito potenziale in questa transazione, egli ha comunque ottenuto qualcosa. Quando vede che accettate il pane, il centro di gratificazione nel suo cervello si attiva ed egli prova piacere11 . Lui è beneficiato inoltre dal fatto che ha eliminato la causa della propria sofferenza, la dolorosa esperienza di guardare un’altra persona soffrire12. Se il panettiere dona del pane senza aspettarsi nulla in cambio, la sua motivazione è altruistica, persino se si sentirà bene ripensando all’azione compiuta. Se donare il pane è per sentirsi bene con se stesso, per alleviare un suo senso di colpa, o per evitare critiche per la sua avarizia, la sua motivazione è egoistica. Ma in entrambi i casi, una persona affamata è stata nutrita. Di fronte alla sofferenza altrui, alcune persone potrebbero scegliere semplicemente di andarsene per non dover più osservare quella situazione disagevole. Altri potrebbero essere portati a pensare che ciò comporterebbe un proprio guadagno economico, o che potrebbero essere penalizzati se
11 - Vedi capitolo 9. 12 - Vedi capitolo 1.
non lo fanno13. Altri ancora potrebbero accontentarsi di lasciare che l’aiuto venga da qualche altra parte. Sembra che siamo molto più abili nell’evitare la nostra sofferenza che nell’alleviare la sofferenza altrui, anche se quest’ultima porta enormi vantaggi. Quindi come creiamo un sistema nel quale le persone contribuiscono direttamente e regolarmente al benessere degli altri? Noi siamo tutti integrati in un mondo sociale che influenza molto il nostro successo o insuccesso, così come le nostre prospettive e decisioni. Quando l’economia globale collassò nel 2008, non furono solo le persone egoiste a perdere soldi e a soffrire, ma anche le persone caritatevoli. In realtà furono le persone più povere a soffrire maggiormente14. Noi non possiamo permetterci a lungo di pensare a noi stessi come esseri isolati. Il nostro benessere è interdipendente (un’altra verità largamente esposta dal pensiero Buddhista) ed è diventato sempre più un fatto culturale e di mercato, le persone nel mondo si scambiano sempre più beni ed idee. Come disse Sua Santità il Dalai Lama a Zurigo: “Io dico spesso alle persone che dovremmo eliminare la parola loro. Noi dovrebbe essere sufficiente, l’intero mondo è parte di noi... Economicamente, ad ogni livello, noi abbiamo bisogno degli altri. Io voglio la felicità, pertanto per realizzarla ho bisogno di voi”15 . Il mondo necessita di un drastico riorientamento dei nostri sistemi economici. Dobbiamo tenere conto dei costi interni, sociali e ambientali del profitto economico e viceversa. Gli studi precedenti delle discipline contemplative hanno rivelato la nostra abilità di trasformare letteralmente i nostri percorsi neurali attraverso l’addestramento mentale16, forse anche qui dobbiamo trascendere i nostri sistemi attuali e creare un’economia più olistica e solidale.
13 - Vedi capitolo 6 e 10. 14 - Stiglitz, Joseph E. 2012. The Price of Inequality: How Today’s Divided Society Endangers Our Future. New York: W.W. Norton & Company. 15 - Vedi capitolo 8. 16 - Per saperne di più vedi le pubblicazioni ed iniziative di ricerca del Mind and Life nell’appendice II.
Per molti di noi la risposta non è iniziare a dare via tutto. Dobbiamo capire come dare, le motivazioni, le circostanze e le pratiche che renderanno il nostro dare più efficace possibile. Non voglio essere semplicistico, ma la ricerca presentata in questo libro è motivo di grande speranza. Ci dice che l’altruismo può essere imparato e coltivato e che i suoi benefici sono profondi. Noi crediamo che sia possibile trasformare le nostre politiche economiche ed azioni in una forza positiva, una forza che soddisfi sia a corto che a lungo termine le aspirazioni per la protezione dell’ambiente, la prosperità materiale ed una significativa personale soddisfazione per tutti.
Descrizione dei capitoli
Questo libro racconta i dibattiti che si sono tenuti alla conferenza “Altruismo e Compassione nei Sistemi Economici” nell’Aprile 2010 a Zurigo. Le trascrizioni sono state pubblicate per contenuto e chiarezza, ma il libro rimane una fedele rappresentazione degli eventi. Il libro è diviso in tre sezioni: contributo scientifico (parte I, capitoli 1-5), prospettive economiche e Buddhiste sull’altruismo (parte II, capitoli 6-10), così come esempi dell’altruismo nella pratica (parte III, capitoli 11-14). La conclusione offre una sintesi di queste prospettive e ci fornisce delle linee guida per il futuro. Ogni capitolo si basa su una presentazione individuale del convegno. I capitoli sono presentati in gran parte nello stesso ordine in cui è avvenuta la presentazione (una eccezione particolare riguarda Tania Singer, le cui due presentazioni sono state qui combinate a formare il capitolo 2). Ogni relatore descrive come prima cosa la sua ricerca e le sue iniziative, quindi apre il tavolo di discussione con i colleghi partecipanti al dibattito. Come in molte conferenze, la presentazione (e la pausa per il tè!) ogni tanto andavano per le lunghe, così ad alcune sessioni veniva concesso più tempo che ad altre. Sua Santità il Dalai Lama ed il suo traduttore in inglese da lungo tempo
Thupten Jinpa hanno partecipato ad ogni sessione. Sua Santità può seguire complessi ed articolati argomenti scientifici e filosofici in inglese, ma qualche volta sceglieva di parlare in tibetano. In questi casi durante la conferenza, Jinpa traduceva cosa Sua Santità aveva detto in inglese. In questo libro abbiamo riportato la trascrizione tradotta degli interventi di Sua Santità con le sue stesse parole, senza nessun apporto del ruolo di Jinpa, fatta eccezione per i suoi contributi alla discussione dal suo punto di vista. Durante la conferenza, altri relatori occasionalmente hanno usato parole o frasi in tibetano per descrivere un particolare fenomeno. Il Tibetano è mostrato foneticamente nel testo con la traslitterazione di Wylie in note a fondo pagina. Nel capitolo 1 Dan Batson approfondisce il dibattito egoismo-altruismo, chiedendo se gli esseri umani sono sempre motivati da qualcos’altro che non sia il proprio interesse. Nel capitolo 2 Tania Singer riesamina la ricerca neurale sull’empatia, compassione ed altri sistemi motivazionali negli umani, mettendo in discussione la misura in cui possiamo autoregolare queste potenti emozioni. Nel capitolo 3, Richard Davidson presenta i dati sulle differenze nei comportamenti pro-sociali tra i bambini, praticanti esperti nella meditazione sulla compassione e individui che hanno compiuto un addestramento sulla compassione. Nel capitolo 4, Matthieu Ricard fornisce una comprensione Buddhista di base sull’altruismo e discute sulle sue possibili applicazioni negli ambiti laici come ad esempio nella professione infermieristica. Joan Silk completa la sezione I del capitolo 5 discutendo gli episodi di altruismo nei primati i cui fattori motivazionali potrebbero non esserlo, o piuttosto esserlo totalmente. Nel capitolo 6, Ernst Fehr descrive l’esperimento del dilemma sociale, che delinea la fiducia delle persone in altruismo e reale altruismo e contemporaneamente introduce l’idea della sanzione altruistica. Nel capitolo 7, John Dunne parla dalla prospettiva Buddhista sostenendo che la vera felicità si basa su risorse interiori che possono essere coltivate senza limite. Nel capitolo 8, Richard Layard, domanda se la crescita economica conduce
sempre all’aumento della felicità. Nel capitolo 9, Bill Harbaugh riesamina la ricerca sui costi economici ed i benefici psicologici della beneficenza. Propone il “warm-glow altruism” (l’altruismo del caldo bagliore) come un’importante motivazione altruistica al donare. Nel capitolo 10, Ernst Fehr fa un passo indietro per chiedere perché l’altruismo sia importante e come possa risolvere i problemi sociali. Egli lo collega alla creazione di beni pubblici ed al loro ruolo nelle società eque. Nel capitolo 11, Antoinette Hunziker-Ebneter dimostra che investimenti intelligenti possono generare allo stesso tempo profitti sociali, ambientali ed economici. Nel capitolo 12, Arthur Vayloyan descrive un pionieristico programma di micro finanza che collega i benestanti ai poveri al fine di aiutare le persone a sollevare se stesse dalla povertà. Nel capitolo 13, Bunker Roy descrive il Barefoot College (Univerità dei Piedi Scalzi), un sistema educativo alternativo che respinge una comprensione elitaria della conoscenza, per valorizzare la saggezza popolare e rurale. Nel capitolo 14, Bill George discute le qualità dei veri leader, come vengono scoperti e promossi, cosa ci aspettiamo da loro e al servizio di quali interessi sono. Nella conclusione, Joan Halifax si unisce agli altri relatori per riassumere le discussioni dei giorni precedenti ed affrontare le domande sorte durante l’evento, inclusi i ruoli di genere e l’intelligenza nell’altruismo. Sua Santità riconosce i molti segni di speranza del progresso e ci ricorda la suprema importanza di favorire l’etica secolare. Nell’insieme i capitoli dipingono un’immagine sorprendente delle possibilità latenti per trasformare definitivamente il modo in cui noi pensiamo riguardo ai mercati, le comunità ed il potenziale umano di compassione, empatia e felicità. Negli ultimi tre anni si sono verificati molti progressi nel fiorente campo della neuroeconomia. Diversi oratori della conferenza sono stati invitati a partecipare a simposi come il Forum Economico Mondiale ed il Simposio Economico Globale, inclusi Richie Davidson, Richard Layard, Ernst Fehr, Bill George, Bunker Roy, Joan Halifax, Matthieu Ricard e Tania Singer.
Altri partecipanti hanno collaborato a progetti tesi ad incrementare la felicità globale (Richard Layard), portare elettricità prodotta da energia solare, raccolta d’acqua piovana, salute e iniziative educative alle comunità Himalayane ed Indiane (Sua Santità il Dalai Lama, Bunker Roy e Matthieu Ricard). Dan Batson e Matthieu Ricard hanno inoltre collaborato ad una ulteriore ricerca e testi sull’altruismo. Queste sono solo alcune delle numerose iniziative che sono state prese dalle persone che si sono incontrate per la prima volta o che sono state ispirate proprio in occasione di questo meraviglioso evento. È stato un privilegio prendere parte a questo innovativo simposio a Zurigo ed è un piacere in egual misura presentare questo libro. Noi speriamo che serva come ispirazione per i lettori, pensatori ed operatori compassionevoli ovunque, per partecipare alla creazione di un sistema economico pro-sociale a beneficio di tutti.