GESTIONE SOPPRESSIONE AVCP
soppressione avcp, le funzioni all’autorità anticorruzione di Antonio Bagnati
36 settembre 2014
Tra le novità del Governo Renzi si ricorderà, a fine giugno (Decreto 90/14), la soppressione dell’Avcp, con trasferimento delle funzioni all’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Nel frattempo (7 agosto) quel decreto è divenuto legge. Ora si attende, entro il 31 dicembre, un piano di riordino presentato da Raffaele Cantone per definire meglio funzioni e competenze. Chiarite intanto le modalità transitorie di comunicazione, ma nessun rinvio a gennaio dell’AvcPass. Dallo scorso 25 giugno, data dell’entrata in vigore del decreto 90/2014 – Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari, l’Avcp – Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici è soppressa, e tutti i suoi compiti e funzioni trasferiti all’Anac – Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. Nel frattempo, con il via libera definitivo della Camera del 7 agosto, il decreto è divenuto legge. Non resta che attendere il piano di riordino che Cantone dovrà presentare entro fine anno, per definire meglio competenze e funzioni.
Breve cronistoria della vicenda Come si ricorderà, di soppressione dell’Autorità (un colosso che, al momento dell’inglobamento, contava oltre 300 dipendenti e si alimentava grazie alle tasse sulle gare d’appalto pagate da imprese e stazioni appaltanti – 52 milioni di euro nel 2013-) si parla praticamente dal giorno successivo all’insediamento del nuovo Esecutivo. Ma ci è voluto qualche tempo per fare chiarezza: in una pri-
ma versione del testo licenziata dal Consiglio dei Ministri venerdì 13 giugno era infatti previsto uno “spacchettamento” dei poteri dell’ex Avcp fra Anac (che si sarebbe dovuta occupare della vigilanza sugli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, compresa la gestione delle banche dati sui contratti) e Ministero delle Infrastrutture (al quale sarebbero andate le funzioni relative all’attività consultiva e di precontenzioso). Questa ipotesi, poi, è successivamente rientrata verso fine mese, e precisamente il 24 giugno, quando si è optato per un trasferimento integrale di tutte le funzioni Avcp all’Anac. Questa la soluzione sancita dall’articolo 19 del decreto 90/2014, uscito proprio quel giorno in Gazzetta Ufficiale dopo un rimpallo di quasi due settimane dei decreti-legge Pubblica Amministrazione e Competitività (all’inizio riuniti in un unico testo, poi scorporati) tra Consiglio dei Ministri, Ministeri e Ragioneria dello Stato, e quindi in vigore dal 25 giugno.
L’articolo 19 del Decreto 90/14 sopprime l’Avcp L’art. 19, suddiviso in 16 commi, dopo aver sancito la soppressione dell’Avcp e il trasferimento delle sue funzioni all’Anac, opportunamente “ridisegnata” per lo scopo, stabilisce un iter per la riorganizzazione delle strutture che in Italia vigilano sulla correttezza degli appalti pubblici. Vediamolo meglio. Articolo 19 – Soppressione dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture e definizione delle funzioni dell’Autorità nazionale anticorruzione I primi due commi stabiliscono la soppressione dell’Avcp e il trasferimento delle sue competenze all’Anac: 1. L’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e successive modificazioni, e’ soppres-
sa ed i relativi organi decadono a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto. 2. I compiti e le funzioni svolti dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture sono trasferiti all’Autorità nazionale anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza (ANAC), di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, che e’ ridenominata Autorità nazionale anticorruzione.
Un piano più definito entro fine anno Il comma 3 prevede che, entro fine anno, il presidente dell’Anac presenti al presidente del Consiglio un piano per il riordino dell’Autorità stessa. 3. Il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, entro il 31 dicembre 2014, presenta al Presidente del Consiglio dei ministri un piano per il riordino dell’Autorità stessa, che contempla: a) il trasferimento definitivo delle risorse umane, finanziarie e strumentali, necessarie per lo svolgimento delle funzioni di cui al comma 2; b) la riduzione non inferiore al venti per cento del trattamento economico accessorio del personale dipendente, inclusi i dirigenti; c) la riduzione delle spese di funzionamento non inferiore al venti per cento. Tale piano dovrà essere approvato dal Consiglio dei Ministri.