GSA 10/2015

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TERZA PAGINA RISTORAZIONE

buon compleanno camst! settant’anni di eccellenza tutta italiana dalla redazione

Lo scorso 16 giugno la Camst (Cooperativa Albergo Mensa Spettacolo Turismo), fondata nel 1945 a Bologna nei giorni della liberazione della città felsinea, ha festeggiato i suoi primi 70 anni. Riviviamo insieme questa bella storia italiana. 26 OTTOBRE 2015

16 giugno 1945

Quando i profughi eravamo noi…

Sedici giugno millenovecentoquarantacinque. Il secondo conflitto mondiale era agli sgoccioli e, nel nostro Paese ancora più che altrove, lasciava dietro di sé il consueto strascico di macerie, vittime, drammi e persone senza una casa, senza un posto dove dormire o mangiare. Alla stazione di Bologna bivaccano centinaia di anziani, donne e bambini nella vana attesa di un treno che li riportasse al proprio paese. Senza la minima certezza che quel treno

arrivasse. Persone che stazionavano a Bologna come profughi, e che avevano un gran bisogno di trovare un po’ di ristoro. Offrire futuro, speranza e lavoro: la difficile sfida di Gustavo Trombetti Camst, acronimo che sta per Cooperativa Albergo Mensa Spettacolo Turismo, nasce così, settant’anni fa, su iniziativa di Gustavo Trombetti, uomo

carismatico, protagonista della storia italiana di quegli anni e compagno di cella di Antonio Gramsci nel carcere di Turi; la sua idea, insieme ad altri pionieri, era quella di offrire nell’immediato dopoguerra futuro, speranza e lavoro, inaugurando una nuova stagione nel settore della ristorazione in Italia. Quella che, ad oggi, è la più longeva azienda di ristorazione italiana, cominciò servendo pasti caldi ai viaggiatori in transito alla stazione dei treni devastata dai bombardamenti. In un vagone abbandonato lungo un binario morto fu allestita una piccola cucina per riscaldare le pietanze e come bicchieri si usavano delle bottiglie di birra vuote tagliate all’uopo.

Un sogno. O forse un’utopia

I pranzi di solidarietà Camst alla Mensa del Popolo continuarono anche negli anni a venire: “Fu guardando quella gente disperata -scriveva Trombetti- che capimmo di avere un compito preciso: assisterli, aiutarli, non farli sentire soli, dargli la nostra solidarietà. La Camst aiutò quella gente. Diede da mangiare anche a chi non aveva la tessera annonaria, la tessera del pane, senza la quale si poteva morire di fame. Era il mio modo, l’unico che conoscevo, per fare la mia parte. Per partecipare a un sogno, forse a un’utopia.” Sogno o utopia, chissà: i settant’anni di storia di Camst, una storia di successo economico e umano, potrebbero suggerire la risposta. Co-


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