SCENARI
GREEN MOBILITY
Il decalogo per la mobilità sostenibile di Giuseppe Fusto
88 igiene urbana igiene urbana ottobre-dicembre 2018
Secondo un recente sondaggio, il 94% degli italiani è preoccupato per la qualità dell’aria. Nei giorni dei primi blocchi della circolazione in tante città italiane, Legambiente propone una rimodulazione delle pesanti tasse sul trasporto e di favorire la mobilità sostenibile, meno smog e traffico. “I blocchi antismog non bastano, servono politiche più lungimiranti”. Ad esempio far pagare di più chi più inquina. E’ una delle 10 proposte avanzate lo scorso 1 ottobre a Roma. Non bastano i blocchi auto “trasversali”, che semmai arrivano a curare solo il “sintomo”. Per cercare di affrontare in modo efficace l’inquinamento dell’aria in città servono politiche più lungimiranti che partano da più lontano.
“Chi più inquina più paga” Ad esempio, secondo Legambiente, bisogna avere il coraggio di ripensare il carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone e puntare su un’efficace e innovativa rivoluzione urbana che sia chiama green mobility, sempre più sostenibile, alternativa, connessa, condivisa, multimodale, elettrica. Magari orientando le tasse sui trasporti in misura proporzionale all’inquinamento e allo spreco, facendo valere il principio “tanto inquino tanto pago” e incentivando la mobilità sostenibile. E’ una delle 10 proposte presentate l’1 ottobre a Roma, presso la Camera dei Deputati, nell’ambito del convegno Green Mobility a cui hanno partecipato, fra gli al-
tri, Edoardo Zanchini, vice presidente Legambiente e Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile di Legambiente e curatore del volume “Green Mobility”.
Proposte concrete e attuabili Quelle che avanza Legambiente sono proposte concrete, facilmente attuabili, e soprattutto a gettito fiscale inalterato perché spostano il prelievo dalle forme più inquinanti a quelle meno inquinanti. Si va, ad esempio, dalla rimodulazione delle accise sui carburanti in rapporto all’inquinamento (meno cara la benzina, un po’ più caro il gasolio), all’introduzione di “voucher per la mobilità sostenibile” di mille euro spendibili in abbonamenti per il trasporto pubblico, noleggi e e-bike per chi rottama la vecchia auto. Dall’incentivo sino a 6 mila euro per acquisto di un’auto elettrica al sostegno delle forme di sharing mobility (mezzi e viaggi), sino alla regolamentazione dei mezzi di micromobilità elettrica (dal monoruota al monopattino) al sostegno dei comuni per investimenti e programmi sfidanti di mobilità sostenibile.
Il sondaggio Lorien Consulting Un problema, quello dell’emergenza smog e dell’inquinamento atmosferico, che preoccupa la gran parte degli italiani: da quanto emerge da un recente sondaggio di Lorien Consulting (presente a Roma l’AD Elena Melchioni) il 94% dei cittadini intervistati è, infatti, preoccupato per la qualità dell’aria, il 39% è molto preoccupato. Per questo è urgente dare una risposta: per Legambiente i blocchi da soli non bastano, perché per contrastare il problema dello smog e rendere le città più vivibili e libere dalle auto, servono nuove politiche urbane che mettano davvero al centro il trasporto locale, treni pendolari e mobilità alternativa e soprattutto occorre ripensare il carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone.
Un parco veicoli “obsoleto” L’associazione ambientalista ricorda che in tutta Italia circolano 14,7 milioni di veicoli diesel e benzina Euro 0, 1, 2, 3 su un totale di 37/38 milioni. Nel 2017 le automobili Euro 0 circolanti in Italia, stando agli ultimi dati diffusi, sono 3.768.213 e nello stesso anno ne sono state radiate (sempre Euro0) 71.077. Dal 1 ottobre 2018, sono circa 3 milioni i veicoli tra automobili (circa 2,3 milioni) e furgoni (600mila) – benzina Euro 0 e diesel Euro 0 1 2 3 (per Emilia Romagna anche Euro 4), a cui è stata vietata la circolazione in gran parte delle città principali delle regioni Pianura Padana per via delle misure anti-smog previste dal “Nuovo accordo per la qualità dell’aria nel bacino padano”.
72 miliardi di gettito fiscale Il gettito fiscale del settore trasporto e mobilità ammonta ad oltre 72 miliardi di euro nel 2017: metà dei quali deriva da accise e Iva sui carburanti e il restante ripartito tra tasse sull’assicurazione, l’acquisto, il possesso (bollo), i ricambi e la gestione. Tasse che vanno nella fiscalità generale, che non servono per coprire i costi sociali dei trasporti, e delle volte sono perfino ingiuste: spesso, paga di più chi inquina di meno (una ibrida Euro 6 paga il 50% in