Ecoscienza 3/2021

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ECOSCIENZA Numero 3 • Anno 2021

SIAMO DI FRONTE A UN PUNTO DI SVOLTA PER L’ECONOMIA?

SOSTENIBILITÀ

I SISTEMI ECONOMICI SI SONO SEMPRE EVOLUTI NELLA STORIA DELL’UMANITÀ, FACENDO TESORO DELLE NUOVE CONOSCENZE ACQUISITE. DALL’AGENZIA EUROPEA PER L’AMBIENTE UN CONTRIBUTO SCIENTIFICO PER L’EVOLUZIONE DELL’ATTUALE SISTEMA ECONOMICO.

I

l recente rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) “Growth without economic growth”1 sembra segnare un nuovo punto di svolta nella comprensione degli scenari ecologico-economici e conseguentemente richiamare tutti a un aggiornamento di visione e obiettivi da perseguire in ogni ambito delle attività dell’Unione. Un simile cambio di passo e di narrativa sugli scenari futuri avrà conseguenze significative a ogni livello di governance, un tema che quindi andrà al più presto metabolizzato anche nel contesto dei Comuni nel loro ruolo di amministratori capillari del territorio. Abbiamo perciò chiesto a Lorenzo Benini, esperto in analisi di sistemi e sostenibilità dell’Eea e co-autore del rapporto, di aiutarci a comprenderne meglio lo scopo e i contenuti. In quale contesto è stato sviluppato questo documento e quali sono i messaggi chiave? È stato sviluppato e pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente in collaborazione con il norvegese Centre for Governance in Complexity (Centro per la governance in complessità) e rientra nel contesto di una serie di pubblicazioni della Eea dal titolo: “Narrative per il cambiamento”. L’obiettivo di questa serie, basata su una vasta gamma di conoscenze scientifiche e pubblicazioni, è quello di discutere dei paradigmi che sono alla radice di molti problemi ambientali e sociali correnti, presentare nuove prospettive, facilitare il dibattito e possibilmente il cambiamento in chiave di sostenibilità. I messaggi centrali contenuti nel rapporto sono in una certa misura noti da tempo. Il briefing ci ricorda che la crescita economica è strettamente collegata all’aumento della produzione di beni, del loro consumo e del conseguente uso delle risorse, accompagnati da effetti negativi sull’ambiente naturale e sulla salute umana. Pur riconoscendo che la crescita economica è altamente correlata ad alcuni indicatori del benessere umano,

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i valori fondamentali dell’Europa come la dignità umana, la libertà e la democrazia non sono materialistici e il mantenimento di standard sociali, sanitari e ambientali elevati non dipende necessariamente da essa. In ultimo, il rapporto ci indica che “mentre il pianeta è finito nel suo senso biofisico, può essere possibile una crescita infinita dei valori esistenziali umani come la bellezza, l’amore e la gentilezza, così come dell’etica”. È la prima volta che un’istituzione governativa internazionale affronta questo tipo di questioni con tanta chiarezza. Siamo arrivati a un momento speciale nella storia economica dell’Europa e del mondo? Sicuramente il momento storico che stiamo vivendo ha reso ancor più evidenti le problematiche ambientali e di sostenibilità che erano già state previste a partire dagli anni 60 e 70 dello scorso secolo. In sostanza, il corrente modello di sviluppo economico non è compatibile con i limiti di salvaguardia del pianeta, ad esempio in materia di uso delle risorse, cambiamento climatico, protezioni degli ecosistemi e della biodiversità. Inoltre le società globali risultano ancora

estremamente inique e la povertà estrema è ancora dilagante, nonostante vi siano stati alcuni miglioramenti. Anche la pandemia corrente trova verosimilmente origine nello sfruttamento eccessivo degli ecosistemi e mancata protezione della biodiversità. È chiaro che le società post Covid-19 debbano cambiare. Già prima della pandemia, i movimenti ambientalisti e parte della società civile mettevano in discussione paradigmi socio-economici consolidati come il consumismo e la crescita a tutti i costi. Per rispondere alle sfide ambientali e raggiungere obiettivi di sostenibilità di lungo periodo, è probabile che cambiamenti fondamentali nei nostri stili di vita e nei modelli di consumo e produzione siano necessari, come anche sottolineato dal vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, e dal green deal europeo. Finora molte delle politiche europee passate e presenti facevano affidamento sul “disaccoppiamento” tra crescita economica e impatti ambientali, mentre il rapporto ne critica alcuni aspetti. È quindi necessario introdurre nuovi concetti?


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