La congiuntura diffusa da Assica sulla base dei dati Istat
Rallenta l’export dei salumi made in Italy nel 2019 Mortadelle, salami e pancette hanno realizzato buone performance - In sofferenza il prosciutto crudo - Stati Uniti e Canada mettono a segno una crescita a due cifre - I Paesi UE registrano invece una leggera contrazione
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econdo le elaborazioni di Assica – Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria - sui primi dati forniti da ISTAT, le esportazioni di salumi italiani nel 2019 si sono fermate a quota 181.142 tonnellate (-0,3%) per un valore di 1.568 milioni di euro (+1,4%). Nel comunicato diffuso da Assica nella seconda metà di aprile, è stato posto in evidenza il fatto che la performance complessiva del settore ha risentito dell’importante aumento dei prezzi della materia prima sia estera che nazionale, dovuto all’esplosione della Peste Suina Africana (PSA) in Cina che ha fatto aumentare notevolmente le importazioni di carni suine da parte di Pechino. L’aumento record dei costi di produzione, il deterioramento del clima politico internazionale e in particolare le difficoltà evidenziate dal commercio mondiale hanno rappresentato un freno impor-
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MAGGIO 2020
tante per le esportazioni dei salumi italiani. In difficoltà sono apparse le spedizioni verso l’Unione Europea mentre più dinamico è risultato l’export verso i Paesi terzi, in partico-
lare gli USA, nonostante a partire dal 18 ottobre i dazi aggiuntivi del 25% voluti da Trump abbiano colpito anche salami, mortadelle e prodotti cotti provenienti dall’Italia. Il saldo commerciale del settore ha registrato un +0,9% per 1.354 milioni di euro. Le esportazioni del comparto, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più lento rispetto all’insieme dell’industria alimentare (+5,2%) e a quello del Paese (+1,7%). Commentando i dati relativi alle esportazioni di salumi italiani nel 2019 su base Istat, Nicola Levoni, presidente di Assica ha sottolineato che il risultato dell’export non è stata una sorpresa: “Il 2019 è stato un anno difficile, un anno che, prima dell’emergenza Coronavirus, abbiamo definito come la tempesta perfetta.” Parecchie e di non trascurabile intensità, infatti, sono state le criticità che hanno concorso a definire quello passato un anno in chiaroscuro. Nel corso del 2019, il forte incremento dei costi della materia prima, dovuto all’esplosione della domanda cinese seguita alla diffusione della PSA in Oriente ha creato uno shock