mente bisogno di un punto di riferimento al quale agganciare le tariffe di base. Purtroppo oggi le imprese non hanno potere contrattuale, il prezzo è fatto solo dai committenti e spesso si tratta di valori che non coprono i costi sostenuti per garantire i servizi. O ti adegui, o perdi il lavoro. Questa purtroppo è diventata la regola, ma così non può più andare. Nei vari decreti varati in questi mesi il Governo ha inserito l’autotrasporto tra i settori beneficiari degli interventi di sostegno, come per esempio la cassa integrazione in deroga o la possibilità di ottenere prestiti agevolati dagli istituti di credito. Un fatto positivo, indubbiamente. Il problema è che alla norma talvolta non sono seguiti i fatti concreti, cioè è mancata la fase dell’applicazione e quindi i benefici non si sono materializzati. In genere perché, ancora una volta, la macchina burocratica si è inceppata vanificando il sostegno. E purtroppo per le aziende è stato un motivo di ulteriore, grave disagio. Per il settore dell’autotrasporto il futuro è indubbiamente incerto. Va detto, va ribadito: già prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria il settore arrancava e così quello che è successo in questi mesi non è stato altro che un ulteriore colpo inferto a un sistema sofferente. Ma sono convinta che, con grande volontà e impegno, si potrà uscire dal tunnel e guardare di nuovo avanti. Ammesso si arrivi a un impianto normativo chiaro a difesa e a sostegno delle imprese. Ripeto: tempi di pagamento certi e costi di riferimento. Partiamo, in fretta, da qui. Nell’interesse delle aziende, nell’interesse di tutto il Paese.
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